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Monete con la dicitura TIATI (Foto: teanum.com) |
La città di
Tiati, uno dei più importanti centri dell'antica
Daunia (attuale provincia di
Foggia), sorse tra
la fine dell'XI e il IX secolo a.C., su versante meridionale del corso del
Fortore, a pochi chilometri dalla sua foce nell'Adriatico. Il Fortore è il secondo fiume pugliese per lunghezza dopo l'
Ofanto.
Il nome è tramandato, dalle fonti antiche, in due forme diverse. Il nome
Tiati è documentato nelle
monete d'argento e di bronzo del IV-III secolo a.C., con leggenda in
lingua osca, cui si collega la variante
Teate, riportata da alcune fonti letterarie più tardi. La seconda forma,
Teanum Apulum, è molto più diffusa ed è attestata dalla
metà del I secolo a.C., per distinguere la città dai centri omonimi dei
Sidicini (
Teano in
Campania) e dei
Marrucini (
Chieti). Viene menzionata con questo nome anche da Cicerone. Alcuni studiosi ritengono che la forma
Teate-Tiati sia di origine osca, mentre altri ritengono che
Teanum sia la forma sannitizzata e
Tiati quella originaria daunia.
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Tomba in laterizi di Teanum Apulum (Foto: Archeologia Viva) |
L'insediamento antico, grazie alla sua posizione di confine, diviene un importante snodo delle vie di transumanza e dei flussi commerciali nord-sud ed est-ovest. Molto intensi furono i contatti con gli
Etruschi di
Capua e, poi, con i
Sanniti.
L'abitato si articola in modo più complesso verso la
fine del VII secolo a.C., quando alle capanne si sostituiscono strutture abitative più complesse con
fondazioni in pietra e pareti in mattoni crudi e legno. Dalla fine del VI e fino al I secolo a.C., un ruolo determinante è assunto dai luoghi di culto sorti lungo i tratturi. Uno di questi è stato riportato alla luce lungo il percorso di transumanza noto come
Regio Tratturo. Si tratta di un edificio fondato nel
VI secolo a.C., con pregevoli
statue di culto fittili e raffinate decorazioni architettoniche che alludono fortemente all'influenza degli Etruschi di Capua.
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Corona in lamina d'oro provenienti da Teanum Apulum (Foto: drago.liferesult.it) |
Della necropoli di
Tiati, purtroppo funestata dalle incursioni degli scavatori clandestini, non si conosce l'esatta ubicazione. Negli ultimi anni sono emerse diverse
tombe a fossa del VII-VI secolo a.C. tra le quali si distingue la sepoltura a tumulo di un adulto deposto in
posizione fetale, come è usanza delle popolazioni daunie. L'uomo ha come corredo una
brocca e un
attingitoio, elementi che richiamano al
simposio, pratica mutuata dagli Etruschi della Campania. Entrambi gli oggetti sono prodotti nella vicina cittadina daunia di
Herdonia (attuale
Ordona). Il corredo si compone anche di un
fascio di spiedi in ferro e da
due bacili in bronzo di produzione etrusca.
Poco distante da questa sepoltura è venuta alla luce una
tomba a fossa foderata da lastroni in pietra. Si tratta di una
deposizione femminile, in cui compaiono, quali parte del corredo funebre, diversi ornamenti personali: un
bracciale, un'
armilla e un
torques in bronzo, una
fibula in ferro e un
grande cerchio in ferro. Del corredo fanno parte anche vasi, una brocca prodotta ad
Herdonia e un attingitoio che hanno permesso di datare la tomba alla metà del VI secolo a.C.
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Tomba con dromos dal territorio di Civitate (Foto: drago.liferesult.it) |
Nel IV secolo a.C. i Sanniti penetrano nel territorio di
Tiati: lo provano le
monete con la scritta
TIATIUM in lingua osca. La città si allea con loro contro Roma. La sconfitta del
318 a.C. (seconda guerra sannitica) porta ad un patto di alleanza con i Romani, che confiscano le terre appartenenti alla fazione antiromane. In questo periodo la città assume il nome latino di
Teanum Apulum e gode di una autonomia amministrativa e di un notevole sviluppo economico.
Il florido periodo di
Tiati è testimoniato da una
tomba a camera del III secolo a.C., la
Tomba degli Ori, scoperta nel
1952 e destinata a più defunti. Il corredo è composto da
due corone in lamina d'oro, un
anello in oro con castone in pasta vitrea inciso con la figura di
Ercole, un
balsamario in argento e una coppia di anfore da trasporto. Di particolare interesse anche una
tomba a grotticella del IV secolo a.C., scoperta durante i lavori per un acquedotto rurale, dove sono state rinvenute
tracce di cenere e legni combusti pertinenti una pira innalzata per il rituale di sepoltura. Questa sepoltura rappresenta un mutamento del rituale funerario daunio, che all'inumazione affianca ora la
semicremazione.
La
battaglia di Canne del 216 a.C. segna l'inizio della romanizzazione definitiva di
Teanum Apulum, portata a compimento nel II secolo a.C. con l'istituzione di un
municipium e l'ascrizione dello stesso alla
gens Cornelia. Nella divisione augustea dell'Italia, la città appare inclusa nella
Regio II Apulia et Calabria. Nel IV secolo d.C. il territorio di
Teanum Apulum entra a far parte della nuova provincia del
Samnium. Comincia un periodo, per la cittadina, di forte attività edilizia che porta all'edificazione, tra gli altri monumenti, di
mura (I secolo a.C.), di una
basilica e di
necropoli extraurbane, di cui sono noti cippi e stele, a dimostrazione della persistenza di nuclei rurali e ville rustiche durante l'età imperiale.
Nell'
XI secolo viene fondata, da parte del
catapano Basilio Bojoannes, la città di
Civitate, centro fortificato bizantino lungo la frontiera con il
principato longobardo di Benevento. Civitate sorge in un punto strategico dell'area urbana di
Teanum che, però, non è chiaro se fosse ancora parzialmente abitato o del tutto abbandonato. Nei pressi di Civitate si svolse, il
18 giugno 1053, una battaglia decisiva per le sorti dell'Italia meridionale: i
Normanni sconfissero l'esercito di
papa Leone IX e presero prigioniero lo stesso papa.
Fonti:
liberamente tratto da "Archeologia Viva" di settembre-ottobre 2016
emeroteca.provincia.brindisi.it