Urkesh era, un tempo, una importante città del regno
Hurrita, considerata la dimora della divinità dei primordi. Poco si sapeva della città e della misteriosa civiltà Hurrita, perché Urkesh venne sepolta dalla sabbia del deserto. Negli anni '80 del secolo scorso gli archeologi scoprirono
Tell Mozan, un tumulo che nascondeva i resti di un
antico palazzo, di un
tempio e di una
piazza. Qualche decennio dopo i ricercatori furono in grado di affermare con certezza che il tumulo di Tell Mozan era la perduta città di Urkesh. Il sito copre un'area di 130 ettari.
Urkesh si trovava nell'attuale
Siria settentrionale, vicino ai confini con la
Turchia e l'
Iraq. Il suo periodo di massimo splendore lo ebbe
tra il 4000 e il 1300 a.C. e fu un importante centro politico e religioso degli Hurriti, situata sulla rotta commerciale tra l'Anatolia e le città della Siria e della Mesopotamia e ben collegata al Mediterraneo e alle montagne dello Zagros, nell'Iran occidentale.
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La "Signora degli Inferi" (Foto: Archeologia Voci del Passato) |
Gli Hurriti sono una civiltà piuttosto misteriosa, sorta nel Vicino Oriente Antico. Fino alla scoperta di Tell Mozan, si sapeva che la loro cultura si era sviluppata a partire dal secondo millennio a.C.. La scoperta di Urkesh, però, indusse gli studiosi a retrodatare la comparsa di questa misteriosa civiltà al III millennio a.C.. Gli scavi hanno, in seguito, rivelato che gli Hurriti hanno influenzato fortemente la lingua, la cultura e la religione dei popoli che vennero dopo di loro. La
lingua, in particolare, è un
unicum nel panorama del Vicino Oriente Antico, indipendente da qualsiasi altro linguaggio noto.
Ci sono voluti quasi dieci anni prima che gli archeologi fossero in grado di identificare con certezza Tell Mozan come la perduta città di Urkesh. Gli scavi hanno rivelato la maggior parte di quello che attualmente si conosce dei misteriosi Hurriti. Innanzitutto l'architettura della città, sviluppata con
mattoni di fango ma anche con rare
strutture in pietra. Gli scavi hanno rivelato anche la presenza, ad Urkesh, di una piazza aperta, di una
monumentale rampa di scale ed un
passaggio sotterraneo battezzato "
il passaggio degli inferi", collegato a rituali religiosi riguardanti il mondo dei defunti.
Il
rito necromantico (chiamato "
nekyla" in greco) consisteva nell'evocazione dei defunti ai fini della previsione del futuro. La più antica testimonianza di necromanzia si trova nel
Libro XI dell'Odissea. La fossa necromantica di Urkesh, il "passaggio agli inferi", risale al
III millennio a.C.. Attualmente la sua profondità è di
otto metri. La scoperta di questo misterioso ambiente è stata possibile grazie al ritrovamento e allo studio delle
ossa di animali, in prevalenza maialini di pochi mesi e piccoli cani.
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Un leone di Urkish ed una pietra con un'iscrizione con il testo hurrita più antico che si conosca (Foto: Wikimedia Commons) |
Dalla fossa di Tell Mozan proviene la cosiddetta "
Signora degli Inferi", una piccola
giara antropomorfa che, forse, conteneva
olio profumato utilizzato durante i rituali.
La città ospitava monumentali edifici pubblici, tra i quali un
grande tempio ed una
terrazza imponente. Il grande palazzo reale, attualmente in corso di scavo, ha restituito una
testimonianza scritta che è stata vitale per l'identificazione della città. Molti dei reperti sono stati datati al periodo accadico (2350-2200 a.C.).
A Tell Mozan è stata trovata anche una notevole quantità di
sigilli impressi, utilizzati su vasi e cesti. Alcune delle immagini impresse sono state utilizzate anche per sigillare porte di edifici o di singoli magazzini. Circa 150 di questi sigilli contengono anche delle iscrizioni. Sono emerse diverse
tavolette cuneiformi, redatte nell'antica lingua accadica e riguardanti soprattutto atti amministravi e testi scolastici.
I documenti scritti e figurati rinvenuti nel grande palazzo reale di Urkesh, oltre a restituire il nome della città, hanno permesso di identificare uno dei suoi sovrani,
Tupkish, e la sua regina,
Uqnitum. Nei documenti si afferma anche che una delle figlie del re della Mesopotamia viveva stabilmente ad Urkesh dal momento che aveva sposato il re della città.
I primi rilievi e sondaggi nel sito di Tell Mozan si devono a
Max Mallowan, marito di
Agatha Christie. Scavi veri e propri iniziarono nel 1984 e sono continuati per almeno 17 campagne annuali sotto la direzione di
Giorgio Buccellati (UCLA) e di
Marilyn Kelly-Buccellati (California State University)