Alcuni ricercatori stanno esplorando una linea di costa, in gran parte selvaggia e inesplorata, dove sono ben nascoste le prove e i resti di una della tradizione marinara più antica del Nuovo Mondo, un luogo dove i commercianti Maya allestivano le loro imbarcazioni con i beni da esportare in Messico e Centro America.
Uno degli obiettivi che si propone la spedizione, è quello di scoprire i resti di queste antiche imbarcazioni, utilizzate a scopi commerciali dai Maya e descritte nel 1502 da Ferdinando, figlio di Cristoforo Colombo come delle canoe con 25 e più rematori, capaci di trasportare passeggeri e merci allo stesso tempo.
Per ora la squadra di ricercatori sta ancora esplorando la giungla, la foresta di mangrovie e la laguna antistante l'antico porto di Vista Alegre. Gli archeologi ritengono che il porto fosse parte di un'importante rete commerciale fiorente tra l'800 d.C. e il 1521.
Le popolazioni Maya della costa sono spesso chiamati i Fenici del Centro America: commerciavano in cotone, sale, incenso, giada, ossidiana, cacao, piume dell'uccello Quetzal e finanche schiavi. Le rotte marittime di questo popolo, ancora quasi sconosciute, hanno avuto modo di svilupparsi tra l'850 e il 1100 d.C.. Gli scavi recenti a Vista Alegre, hanno permesso di individuare piccoli ed antichi siti legati alla rete del commercio marittimo.
Tra il 2005 e il 2008 gli archeologi hanno mappato ben 29 strutture nell'antico sito portuale, incluse piattaforme, tumuli, strade rialzate ed una piramide che dominava il centro della piazza cittadina, che è stata, con tutta probabilità, danneggiata da un violento uragano. Gli studiosi ritengono che la sommità di questa piramide sia stata utilizzata per sorvegliare l'arrivo e la partenza delle imbarcazioni dal porto. Inoltre una stretta passerella collega il porto ad un tempio crollato e saccheggiato.
Gli studiosi si stanno confrontando, nella ricerca di questi antichi approdi, con gli stessi problemi che sono stati affrontati, secoli fa, dagli antichi Maya, dal momento che l'area interessata è accessibile solo via mare, vi è scarsità di acqua potabile, sono molto frequenti le tempeste tropicali e la zona è infestata da zanzare, serpenti, ragni e coccodrilli. La spedizione fa parte del Proyecto Costa Escondida, una ricerca interdisciplinare a lungo termine incentrata sul rapporto tra i Maya ed il loro paesaggio costiero.
Uno degli obiettivi che si propone la spedizione, è quello di scoprire i resti di queste antiche imbarcazioni, utilizzate a scopi commerciali dai Maya e descritte nel 1502 da Ferdinando, figlio di Cristoforo Colombo come delle canoe con 25 e più rematori, capaci di trasportare passeggeri e merci allo stesso tempo.
Per ora la squadra di ricercatori sta ancora esplorando la giungla, la foresta di mangrovie e la laguna antistante l'antico porto di Vista Alegre. Gli archeologi ritengono che il porto fosse parte di un'importante rete commerciale fiorente tra l'800 d.C. e il 1521.
Le popolazioni Maya della costa sono spesso chiamati i Fenici del Centro America: commerciavano in cotone, sale, incenso, giada, ossidiana, cacao, piume dell'uccello Quetzal e finanche schiavi. Le rotte marittime di questo popolo, ancora quasi sconosciute, hanno avuto modo di svilupparsi tra l'850 e il 1100 d.C.. Gli scavi recenti a Vista Alegre, hanno permesso di individuare piccoli ed antichi siti legati alla rete del commercio marittimo.
Tra il 2005 e il 2008 gli archeologi hanno mappato ben 29 strutture nell'antico sito portuale, incluse piattaforme, tumuli, strade rialzate ed una piramide che dominava il centro della piazza cittadina, che è stata, con tutta probabilità, danneggiata da un violento uragano. Gli studiosi ritengono che la sommità di questa piramide sia stata utilizzata per sorvegliare l'arrivo e la partenza delle imbarcazioni dal porto. Inoltre una stretta passerella collega il porto ad un tempio crollato e saccheggiato.
Gli studiosi si stanno confrontando, nella ricerca di questi antichi approdi, con gli stessi problemi che sono stati affrontati, secoli fa, dagli antichi Maya, dal momento che l'area interessata è accessibile solo via mare, vi è scarsità di acqua potabile, sono molto frequenti le tempeste tropicali e la zona è infestata da zanzare, serpenti, ragni e coccodrilli. La spedizione fa parte del Proyecto Costa Escondida, una ricerca interdisciplinare a lungo termine incentrata sul rapporto tra i Maya ed il loro paesaggio costiero.
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