giovedì 16 dicembre 2021

Liguria, l'ultima dimora terrena della piccola Neve

Alcuni ricercatori sul luogo della sepoltura
(Foto: Jamie Hodgkins, PhD, CU Denver)

In una grotta della Liguria, nel 2017, è stata rinvenuta la sepoltura di una bambina alla quale è stato dato il nome di Neve. La bambina era stata sepolta con alcuni manufatti. 
Prima di arrivare a questa importantissima scoperta, i ricercatori hanno trovato ossa lavorate di cinghiali e alci, antichi pasti degli abitanti di queste caverne.
La sepoltura è molto elaborata e risale al Mesolitico. La bambina, ad una prima analisi, sembra aver vissuto solo 40-50 giorni. La sepoltura offre uno sguardo unico sulla breve vita di un infante e può fornire risposte sulle modalità di sepoltura degli uomini preistorici.
A detta del paleoantropologo dell'Università di Denver, Jamie Hodgkins, si tratta della più antica sepoltura di una neonata identificata in Europa. La bambina aveva un corredo di ciondoli e perline. Il gruppo che l'ha scoperta è coordinato dagli italiani Stefano Benazzi, dell'Università di Bologna, Fabio Negrino, dell'Università di Genova, Marco Peresani, dell'Università di Ferrara.
I ciondoli rinvenuti comprendevano oltre 60 perline in conchiglie forate, quattro ciondoli, sempre forati, ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale risalenti a circa 10000 anni fa, un periodo che ha segnato probabilmente grandi cambiamenti sociali nelle popolazioni umane, legati agli adattamenti dovuti alla fine dell'ultima era glaciale.
Il piccolo cadavere ha ricevuto, nell'atto terminale della sua brevissima vita, manifestazioni di toccante affetto da parte della comunità apparteneva: il corpicino si è mostrato avvolto con ogni cura da un fagotto in pelle d'animale. Un gesto di umana pietas, che voleva assicurare attenzione e protezione eterna all'infante morta.
Lo studio del carbonio e dell'azoto delle gemme dentarie della piccola defunta, realizzato al Bones Lab dell'Università di Bologna grazie a immagini al sincrotone di un dente ottenute al Centro Elettra di Trieste, permette di capire che la madre si nutriva di animali cacciati. Questa malnutrizione ha creato carenze nel feto, impedendo la formazione dei dentini da latte in due momenti successivi: due mesi ed un mese prima del parto.
La grotta dell'Arma Veirana (questo il nome preciso della cavità del rinvenimento) ha rivelato in questi quattro anni di scavo una serie di oggetti legati a Neve, ma anche molto più antichi, quali un certo numero di manufatti litici vecchi di 30000 anni, quando nella zona dell'entroterra ligure vivevano gruppi di uomini di Neanderthal.

Fonti:
rainews.it
quotidiano.net
gizmodo.com


Iran, i misteri della Città Bruciata...

Iran, Shahr-i Sokhta, la città bruciata
(Foto: Wikipedia)

Un team di archeologi iraniani italiani e serbi ha portato alla luce una serie di figurine animali e umane nella Città Bruciata, sito UNESCO posto nel sudovest dell'Iran. La città è chiamata, in persiano Shar-i Sukhteh ed è associata a quattro cicli di civiltà e da incendi catastrofici.
Il sito archeologico si trova nella provincia del Sistan-Baluchestan, un tempo snodo delle rotte commerciali dell'Età del Bronzo che attraversano l'altopiano iraniano.
Le figurine ritrovate rappresentano in particolare mucche, ma anche figure umane: donne sedute ed uomini in piedi. E' stato portato alla luce anche un forno che, al momento, non si sa se si tratti di un forno per ceramiche o di una fornace per la fusione dei metalli.
Al momento è stata scavata una percentuale esigua della Città Bruciata. Si pensa di esplorare, al momento le aree residenziali nelle parti centrali e orientali del sito. La missione archeologica è guidata dall'archeologo iraniano Seyyed-Mansour Seyyed-Sajjadi. La stagione degli scavi, iniziata nel 2019, è condotta in collaborazione con l'Università italiana del Salento. Obiettivo della missione è raggiungere le sezioni urbane più antiche, perché la maggior parte degli scavi finora sono stati relativi al II, III e IV periodo.
I ricercatori hanno anche scoperto i resti di una scimmia preistorica, probabilmente tenuta in cattività in una gabbia. Sulla base di indagini e studi scientifici sullo scheletro della scimmia, l'animale sarebbe morto proprio in cattività e sepolto dal suo proprietario come se fosse un bambino, all'interno di un bellissimo contenitore. Le scimmie, nel mondo antico, erano considerate un lusso ed un bene che si potevano permettere solo le classi sociali più elevati, quali mercanti, governatori o autorità religiose.
La Città Bruciata venne fondata intorno al 3200 a.C. ed attraversò quattro periodi storici fino al 1800 a.C. I precedenti cicli di scavi hanno evidenziato che i residenti si dedicavano con un certo successo alla tessitura, alla scultura in pietra e alla pittura su ceramica.

Fonte:
msn.com


domenica 12 dicembre 2021

Cina, un'armatura neo-assira trovata in uno scavo

Cina, l'armatura a scaglie di cuoio
(Foto; DL Xu, P. Wertmann, M. Yibulayinmu)

Una nuova ricerca ha dimostrato che l'armatura di cuoio trovata nella sepoltura di un cavaliere nel nordovest della Cina, è stata realizzata nell'impero neo-assiro tra il VI e l'VIII secolo a.C.
L'armatura a scaglie di cuoio è stata rinvenuta nel 2013, in una tomba a Yanghai, vicino all'odierna città di Turfan, nel nordovest della Cina.
Questa scoperta senza precedenti, sopravvissuta ai millenni a causa del clima estremamente arido della zona, ha fornito al gruppo di ricerca guidato da Patrick Wertmann dell'Istituto di studi asiatici e orientali dell'Università di Zurigo, nuove intuizioni sulla diffusione della tecnologia militare durante il I millennio a.C.
Le armature a scaglie proteggono gli organi vitali dei guerrieri, al pari di un ulteriore strato di pelle, consentendo loro di muoversi liberamente. Piccole piastre a forma di scudo sono state disposte in file orizzontali e cucite su un supporto per realizzare le armature. Le armature erano estremamente preziose a causa dei materiali costosi e del lungo processo necessario al loro confezionamento, e indossarle era considerato un privilegio dell'élite. Era raro che queste armature venissero sepolte con i loro proprietari.
I ricercatori hanno utilizzato la datazione al radiocarbonio per determinare l'età dell'armatura, che è stata fissata ad un periodo tra il 786 ed il 543 a.C. Secondo i ricercatori per l'armatura erano originariamente utilizzate un totale di 5.444 piccole 140 grandi piastre, insieme a lacci e fodere in pelle, per un peso di 4-5 chilogrammi.
L'armatura ha la forma di un gilet e proteggeva la parte anteriore del busto, i fianchi e la parte bassa della schiena. E' piuttosto facile indossarla senza l'assistenza di un'altra persona e si adatta a persone di altezza diversa. Con l'aumento dell'uso dei carri nella guerra in Medio Oriente, a partire dal IX secolo a.C., venne creata un'armatura speciale per i cavalieri. Queste armature in seguito divennero parte dell'equipaggiamento delle forze militari dell'impero neo-assiro, che si estendeva da una parte dell'odierno Iraq fino all'Iran, alla Siria, alla Turchia e all'Egitto.
Non è ancora chiaro se l'armatura di Yanghai appartenesse ad un soldato straniero arruolato tra le truppe assire, che l'avrebbe portata a casa con sé, o se l'armatura fosse stata una sorte di preda di guerra, catturata da qualcun altro.

Fonte:
Università di Zurigo attraverso arkeonews.net

Pompei, Casa della Biblioteca: nuove scoperte dagli scavi

Pompei, ambiente della casa della biblioteca
(Foto: Parco Archeologico di Pompei)

Divisa tra la VI e la VII Regio, l'Insula Occidentalis di Pompei era una delle zone residenziali più esclusive dell'antica città. L'area si trova al margine occidentale di Pompei, con vista panoramica sul golfo di Napoli e dal II secolo a.C. in poi fu progressivamente urbanizzata, grazie alla costruzione delle cosiddette "ville urbane", dotate di terrazze che permettono la vista su un ampio panorama.
Dopo l'annessione della città da parte di Silla nell'80 a.C., le abitazioni esistenti furono ulteriormente ampliate con una serie di terrazzamenti digradanti verso il mare, che andarono via via ad appoggiarsi alle mura di Pompei, che oramai non servivano più come difesa da attacchi esterni. I complessi residenziali, tra i più belli della città, furono portati alla luce già a partire dai primi scavi effettuati dai Borboni e la loro complessa articolazione giustifica il termine utilizzato per indicarli: "ville urbane".
Negli ultimi mesi sono stati effettuati lavori di restauro nell'Insula Occidentalis, in particolare concentrati sulla Casa della Biblioteca, la Casa del Bracciale d'Oro, la Casa di Fabius Rufus e la Casa di Castricio.
Dalla Casa della Biblioteca, una delle più rappresentative del sereno clima di svago, meditazione ed attività accademica che caratterizzava queste dimore, lo scavo archeologico ha fatto emergere numerosi nuovi ritrovamenti, tra i quali reperti riconducibili alle ultime fasi di vita nella casa.
Un disco in pietra lavorata che formava la base di una malta e un vaso in bronzo o rame, un'olla, testimoniano il lavoro che doveva svolgersi nel complesso edilizio. La casa, infatti, presenta diversi punti problematici a causa dei numerosi terremoti che precedettero le eruzioni del 79 d.C., tra cui il grande sisma del 62 d.C. e lo sciame sismico che molto probabilmente ha preceduto il disastro evento.
Il disco di pietra, circolare e dalla superficie levigata, presenta ancora i residui di frammenti di pasta vitrea pronti per la macinazione, necessaria per produrre il cosiddetto blu egiziano, un pigmento utilizzato per la pittura. L'olla di rame, invece, ritrovata sul lato opposto della soglia dell'apertura che metteva in comunicazione un vasto ambiente voltato con il terrazzo affacciato sul golfo di Napoli, contiene ancora un piccolo crogiolo di ferro che probabilmente serviva per cuocere gli ossidi nel processo di produzione del pigmento.
Il nome Casa della Biblioteca è stato dato dallo studioso Volker Strocka, che identificò una delle sale interne come biblioteca. La stanza contiene ancora uno splendido affresco nel quale vi è una figura con la testa coronata di edera, recante gli strumenti per le composizioni poetiche: un volumen, una lyra e una capsa per i libri. Il poeta è probabilmente Filosseno di Citera, autore di ditirambi in greco, vissuto nella seconda metà del V secolo a.C.

Fonte:
Classicutl via archaeologynewsnetwork.blogspot.com

mercoledì 8 dicembre 2021

Germania, la principessa venuta dal passato

Germania, la scoperta dello scheletro della nobildonna
(Foto: Landratsamt Passau)

La scoperta di una necropoli bavarese a Wurding, nel comune di Bad Fussing, risalente al VI secolo d.C. fornisce informazioni sempre più importanti sulla storia degli insediamenti della Bassa Valle dell'Inn.
Ora un altro ritrovamento sta aprendo prospettive completamente nuova: gli archeologi hanno scoperto la sepoltura di una giovane donna (18-25 anni di età) che apparteneva alla nobiltà dell'epoca e che gli archeologi descrivono come "principessa".
L'occupazione del sepolcreto inizia molto presto, intorno al 500 d.C. E' decorata in stile germanico e al suo interno è stata trovata una fibula a forma di uccello che supporta la datazione attribuita dagli studiosi.
Al collo della donna, oltre ad una ricca collana di perle di vetro, è stata rinvenuta anche una collana d'oro accanto alla quale vi era una sfera di cristallo di rocca. Tali sfere sono generalmente interpretate come parte del costume di giovani donne non sposate. Sono state trovate anche fibule a disco.
Accanto alla sepoltura di questa giovane nobildonna sono state rinvenute anche le tombe di un guerriero e di altre donne di alto rango.

Fonte:
archaeologynewsnetwork.blogspot.com


Turchia, la fortezza romana e il flauto...

Turchia, gli scavi nel castello di Zerzevan
(Foto: hurriyetdailynews.com)

Un flauto di 1600 anni fa ed un anello di bronzo con una chiave sono stati portati alla luce durante gli scavi del castello di Zerzevan, situato nel distretto di Cinar di Diyarbakir, ultima guarnigione dell'impero romano verso est.
Il flauto è la prova che chi viveva all'interno del castello, che era un insediamento militare, si interessava all'arte ed alla musica. Lo storico castello, che ospita anche un mitreo, si erge su un'area di 60.000 metri quadrati, ha mura alte dai 12 ai 15 metri e lunghe 1200 metri, una torre di guardia di 21 metri di altezza. All'interno sono presenti una chiesa, un edificio di carattere amministrativo, residenze private, depositi di grano e di armi, rifugi, tombe rupestri, canali d'acqua e ben 54 cisterne d'acqua. E' stata riportata alla luce anche la porta di ingresso della struttura, antica di 1800 anni.
Il flauto ritrovato ha fori circolari, ricavati dalle ossa di piccoli bovini. Si tratta di sei fori, dei quali uno appare danneggiato. E' datato al IV-V secolo d.C. Allo stesso periodo è datato anche l'anello con la chiave che serviva ad aprire una cassa che custodiva degli oggetti.
I lavori di scavo nel castello sono stati avviati nel 2014. Sono state portate alla luce diverse strutture, tra le quali anche le residenze per i soldati ed i civili, passaggi sotterranei. Una delle strutture più importanti ritrovate in questi anni è il mitreo, i cui scavi sono iniziati nel 2017.

Fonte:
hurriyetdailynews.com


domenica 5 dicembre 2021

Turchia, resti di un laboratorio per la tessitura a Perre

Turchia, i rocchi da telaio ritrovati nell'antica Perre
(Foto: arkeonews.net)

Gli scavi effettuati nell'antica città di Perre, nella provincia suorientale di Adiyaman, in Turchia, hanno portato alla luce un laboratorio di tessitura risalente a 1700 anni fa. Sono stati rinvenuti anche rocchi per telaio di epoca romana.
Perre era una delle cinque principali città del regno di Commagene. Perre mantenne la sua importanza anche durante il periodo romano
A partire dal 2001, gli scavi sono andati avanti a intervalli. Durante gli scavi di quest'anno sono stati portati alla luce una fontana romana, grandi blocchi di pietra, una struttura attribuibile ad una panetteria, canali d'acqua e varie strutture architettoniche. 
Il direttore del Museo di Adiyaman, Mehmet Alkan, ha affermato che nella regione esistevano anche vasche per la tintura dei tessuti. Il laboratorio di tessitura è stata rilevata in un'area di 100 metri quadrati, in prossimità dei resti delle vasche di tintura. Le strutture murarie e l'architettura residenziale dell'area risalgono ad un periodo compreso tra il III ed il VII secolo d.C.

Fonte:
arkeonews.net

venerdì 3 dicembre 2021

Israele, trovati i resti di un edificio del periodo di esilio del Sinedrio

Israele, gli scavi dell'edificio costruito al tempo dell'esilio
del Sinedrio (Foto: IAA)

Gli archeologi che stanno scavando nella località di Yavne, nell'Israele centrale, hanno scoperto un edificio risalente al periodo dell'esilio del Sinedrio.
Il Sinedrio era un'assemblea costituita da 23 o 71 anziani noti come "rabbini" dopo la distruzione del Secondo Tempio, nominati a presiedere un tribunale che durò fino alla caduta di Gerusalemme e successivamente esiliati.
Secondo la tradizione rabbinica, al rabbino Yohanan ben Zakkai ed ai suoi discepoli fu permesso di stabilirsi a Iamnia, attuale Yavneh, durante lo scoppio della prima guerra giudaica. Zakkai fondò qui una scuola che doveva servire a ristabilire l'autorità e le funzioni del Sindedrio.
Gli scavi sono stati condotti dall'Autorità per le Antichità Israeliane, a seguito di un progetto edilizio che ha permesso di rilevare le fondamenta di un edificio risalente al I-III secolo d.C. Il pavimento della struttura conteneva frammenti di grès utilizzati dalla popolazione ebraica nel tardo periodo del Secondo Tempio e nel II secolo d.C.
E' stato scoperto anche un grande cimitero, con sepolture accuratamente allineate, alcune delle quali in sarcofagi di pietra. Il cimitero venne probabilmente posto al di fuori dell'insediamento umano, in conformità con la legge ebraica e romana e potrebbe contenere le sepolture di uomini illustri della comunità ebraica di Yavne, contemporanei di rabbi Yohanan ben Zakkai, rabbi Akiva e rabbi Gamliel.
Le tombe contenevano anche 150 fiale in vetro, che il Dottor Yael Gorin-Rosen, capo del dipartimento del vetro dell'Autorità per le Antichità Israeliana, ha dichiarato essere servite, con tutta probabilità, per contenere liquidi preziosi come gli oli profumati. Circa la metà di queste fiale era prodotta localmente, mentre l'altra metà era importata da Alessandria d'Egitto. Fiale di questo tipo sono state recuperate negli scavi di siti di sepoltura sia ebraici che pagani datati dal I all'inizio del III secolo d.C.

Fonte:
heritagedaily.com

India, scoperto antico sito archeologico

India, il sito archeologico rinvenuto vicino Sandhai
(Foto: The Indian Express)

Un sito archeologico di circa 1600 anni fa è stato scoperto vicino al villaggio di Sandhai, nel distretto di Yamunanagar. Il sito aveva legami con le perdute abitazioni lungo il fiume Saraswati.
Gli archeologi hanno trovato tracce di abitazione continuativa, nel sito, e della presenza di un tempio, probabilmente, comunque di una località sacra
Nel sito sono state rinvenute ben 33 monete oltre a mattoni, terracotta ed i resti di una statua. Ci sono diversi siti antichi sulla riva del fiume Saraswati, da Adi Badri al confine con il Rajasthan. Le tracce di abitazione mostrano che chi si stabiliva qui lo faceva grazie alla disponibilità di acqua potabile del fiume.

Fonte:
msn.com

giovedì 2 dicembre 2021

Turchia, ancora sorprese dagli scavi di Adrianopoli

Turchia, il peso da stadera appena scoperto
(Foto: AA)

Gli archeologi hanno scoperto un peso per stadera di 1600 anni fa durante gli scavi nell'antica città di Adrianopoli, nel distretto di Eskipazar, in Turchia.
Si pensa che la città di Adrianopoli, nella moderna provincia di Karabuk, sia stato un insediamento di epoca tardo ellenistica, romana prima e bizantina poi. Gli scavi di quest'anno si sono concentrati sull'emergere di una struttura quadrata.
Il peso rinvenuto era utilizzato come contrappeso su uno dei piatti della stadera ed è stato riportato alla luce nella struttura quadrata scoperta a circa 50 metri da un'antica chiesa. Durante gli scavi sono state scoperte anche punte di freccia e maschere.
Il peso reca un'iscrizione: "Theodoros, funzionario responsabile del tesoro imperiale". Un'iscrizione che è molto utile agli studiosi per meglio conoscere il manufatto e il contesto storico al quale appartiene. Innanzitutto può sottolineare l'importanza della città di Adrianopoli nella rete commerciale del mediterraneo. Il peso ritrovato risale al IV secolo a.C.
Gli ultimi di scavi ad Adrianopoli hanno portato alla luce strutture quali due terme, chiese, una struttura a carattere difensivo, tombe, un anfiteatro, una nicchia monumentale di culto, le mura della città, ville ed altri edifici monumentali. Adrianopoli è famosa per i mosaici pavimentali delle sue chiese, che raffigurano i fiumi biblici Gihon, Pison, Tigri ed Eufrate, così come molti animali quali: cavalli, elefanti, pantere, cervi e grifoni.
La maschera di ferro risalente a 1800 anni fa, recentemente ritrovata nell'antica città, è stata considerata una prova dell'esistenza della prima base militare del periodo romano nella regione occidentale del Mar Nero.

Fonte:
arkeones.net

Cipro, sepolture straordinarie e gioielli esotici

Egitto, gioiello a forma di loto (1350 a.C.)
(Foto: Peter Fischer, Teresa Burge)

Gli archeologi dell'Università di Goteborg hanno concluso lo scavo di due tombe dell'Età del Bronzo ad Hala Sultan Tekke, sull'isola di Cipro. I reperti raccolti comprendono oltre 150 scheletri umani e quasi 500 oggetti tra i quali gioielli in oro, pietre preziose e ceramiche risalenti al 1350 a.C. circa.
Sin dal 2010 la New Swedish Cyprus Expedition ha effettuato diversi cicli di scavi a Cipro. Nel 2018 gli archeologi hanno scoperto due sepolture a camera, sotterranee, con un gran numero di scheletri umani. Il restauro e la gestione dei reperti ha richiesto un lavoro molto delicato che si è svolto nel corso di quattro anni, dal momento che le ossa erano estremamente fragili, dopo più di tremila anni trascorsi in un terreno salato.
Oltre agli scheletri dei 155 individui, gli archeologi hanno rinvenuto anche oggetti funerari rituali disposti a strati, uno sopra l'altro, a dimostrazione che le tombe furono utilizzate per diverse generazioni.
"I reperti indicano che si tratta di tombe di famiglia per l'élite dominante della città. Ad esempio, abbiamo trovato lo scheletro di un bambino di cinque anni con una collana d'oro, orecchini d'oro ed una tiara dello stesso metallo. Probabilmente era figlio di una famiglia potente e benestante", ha affermato il Professor Peter Fischer, responsabile degli scavi. Gli altri oggetti sono sia in oro che in argento, bronzo, avorio e pietre preziose. Sono stati rinvenuti anche molti vasi riccamente decorati, provenienti da culture diverse.
"Abbiamo anche trovato un toro in ceramica. - Ha detto il Professor Fischer. - Il corpo di questo animale era cavo, con due aperture: una sul dorso per riempirlo di liquido, probabilmente vino, e una sul naso da cui bere. A quanto pare era abitudine fare feste in onore dei morti nelle camere sepolcrali".
Un ritrovamento particolarmente importante è un sigillo a forma di cilindro, realizzato con l'ematite, recante un'iscrizione cuneiforme e proveniente dalla Mesopotamia (attuale Iraq), che gli archeologi sono stati in grado di decifrare. Il testo è composto di tre righe e menziona tre nomi: uno è Amurru, una divinità adorata in Mesopotamia. Gli altri due sono re storici, padre e figlio, i cui nomi sono stati recentemente decifrati su testi incisi su tavolette di argilla coevi (XVIII secolo a.C.). Attualmente i ricercatori stanno cercando di capire come sia finito a Cipro un sigillo proveniente da una distanza di più di 1.000 chilometri, da una località dove venne sicuramente realizzato.

Cipro, una delle figurine fittili rinvenute nelle sepolture appena scavate. Forse una divinità.
(Foto: Peter Fischer, Teresa Burge)

Tra gli altri ritrovamenti ci sono una pietra preziosa, la corniola, proveniente dall'India, dei lapislazzuli provenienti dall'Afghanistan e l'ambra arrivata dal Mar Baltico, il che dimostra ancor di più che la città cipriota ha avuto un ruolo centrale in tutte le correnti commerciali dell'Età del Bronzo. I gioielli in oro, unitamente agli scarabei e a resti di pesci importati dall'Egitto, raccontano gli intensi scambi di Cipro con questo Paese.
Confrontando questi gioielli con altri simili provenienti dall'Egitto, gli archeologi sono stati anche in grado di datare i reperti. "I confronti mostrano che la maggior parte degli oggetti risalgono all'epoca di Nefertiti e di suo marito Akhenaton, intorno al 1350 a.C., come un ciondolo d'oro. E' stato rinvenuto anche un fiore di loto in oro con gemme intarsiate. Nefertiti indossava gioielli simili", ha osservato il Professor Fischer.
Nelle sepolture gli archeologi hanno trovato figurine fittili di divinità femminili con volto di uccelli. Anche reperti come questi hanno permesso la datazione dei ritrovamenti ed i legami di coloro che erano sepolti nella necropoli cipriota con il mondo circostante. Si attende, ora, di sottoporre i resti scheletrici all'analisi del DNA, che potrà rilevare i legami che intercorrono tra coloro che sono stati deposti nelle tombe e se tra questi ci siano persone provenienti da altre culture, cosa non improbabile, viste le vasti reti commerciali che si intrecciavano nel Mediterraneo.

Fonte:
Università di Goteborg


Iran, torna alla luce una fortezza dei Medi

Iran, resti dell'antica fortezza (Foto: IRNA)

Scoperta a Tepe Rivi, un'antica collina nella provincia del Khorasan settentrionale, in Iran, una fortezza che si pensa risalga a circa 2700 anni fa, quando il potente impero dei Medi governava gran parte dell'Iran. E' stato scoperto anche un frammento di ceramica incisa con una figura sasanide.
L'esistenza di questa fortezza militare potrebbe indicare la presenza di un governo regionale nella parte nordorientale dell'impero.
Nelle passate stagioni di scavo, Tepe Rivi ha rivelato magnifici resti che vanno dall'Età del Bronzo fino al periodo sasanide. I lavori di ricerca archeologica sono iniziati, in questa località, nel 2012. Da allora sono tornati alla luce resti di insediamenti dell'Età del Bronzo e del Ferro, delle dinastie Achemenide, Partica, Sasanide e del primo periodo islamico.
Nel 2019 sono stati scoperti diversi sigilli in argilla, risalenti all'epoca achemenide e partica. I sigilli sono stati rinvenuti accanto ad urne di argilla, in una grande sala, e sono decorati con diversi motivi geometrici e con raffigurazioni di piante, animali ed esseri umani. Si tratta della testimonianza dei diffusi rapporti economici che le comunità dell'epoca avevano tra di loro e con il resto del mondo conosciuto.
I Medi erano un'antica popolazione iraniana che abitava principalmente un'area conosciuta come Media, tra l'Iran occidentale e settentrionale. Intorno all'XI secolo a.C. occuparono la regione montuosa dell'Iran nordoccidentale e la regione nordorientale e orientale della Mesopotamia. Si ritiene che la loro comparsa in Iran sia avvenuta durante l'VIII secolo a.C. Nel VII secolo a.C., comunque, tutto l'Iran occidentale ed alcuni altri territori erano sotto il dominio dei Medi, ma la precisa estensione geografica di questo impero resta tuttora sconosciuta.
Erodoto attribuisce a Deioce figlio di Fraorte la creazione del regno di Media e la fondazione della sua capitale, Ecbtana (odierna Hamadan), ma il regno risalirebbe ad un'epoca posteriore, probabilmente intorno al 625 a.C., quando Ciassarre, nipote di Deioce, riuscì a riunificare le numerose tribù mede di lingua iranica in un unico regno.

Fonte:
Teheran Times attraverso archaeologynewsnetwork.blogspot.com


Perù, il mistero della mummia legata...

Perù, la mummia trovata legata in una tomba
(Foto: State University of San Marcos)

Un team di archeologi ha rinvenuto una mummia che si stima abbia almeno 800 anni, sulla costa centrale del Perù. Si tratta dei resti mummificati di un individuo appartenente ad una cultura che si sviluppò tra la costa e le montagne del paese sudamericano. La mummia è stata scoperta nella regione di Lima, ha detto l'archeologo Pieter Van Dalen Luna.
La caratteristica di questa mummia è che l'intero corpo era legato da corde e con le mani a coprire il viso, cosa che fa pensare ad una sorta di sepoltura tipica della cultura alla quale l'individuo apparteneva.
Il corpo è stato trovato all'interno di una struttura sotterranea alla periferia della città di Lima. Nella tomba sono state rinvenute anche delle offerte, tra le quali ceramiche, resti vegetali e strumenti in pietra.
Secondo i ricercatori siamo di fronte ad una testimonianza di una civiltà precolombiana che si sviluppò prima dell'ascesa dell'impero Inca, nel XV secolo.

Fonte:
theguardian.com






Antichi rituali di sacrifici umani: l'incaprettamento femminile

Francia, le sepolture neolitiche rinvenute in grotta (Foto: stilearte.it) Uno studio, pubblicato da Science advances , ha portato alla luce ...