giovedì 19 novembre 2020

L'inchiostro degli Egizi...

Dettaglio di un trattato medico dalla biblioteca
del tempio di Tebtunis (Foto: Papyrus
Carlsberg Collection, University of
Copenhagen)
Nell'Europa del XV secolo, gli artisti aggiungevano il piombo ai loro colori per far sì che si asciugassero più velocemente. Gli scienziati hanno da poco scoperto che gli antichi Egizi facevano qualcosa di simile già tra il 100 e il 200 d.C. La scoperta, pubblicata sulla rivista PNAS, non solo getta nuova luce su come si sono sviluppate le pratiche di scrittura in Egitto e nel Mediterraneo, ma potrebbe anche aiutare nella conservazione degli antichi manoscritti.
Nello studio in questione, l'attenzione degli scienziati si è concentrata su una dozzina di frammenti di papiro provenienti dalla più antica biblioteca dell'antico Egitto, la biblioteca del tempio di Tebtunis. Sono state utilizzate tecniche all'avanguardia come la microscopia a raggi X per analizzare i documenti. L'indagine è guidata dall'ESRF e dall'Università di Copenaghen.
Gli scienziati hanno concluso che il piombo è stato utilizzato dagli antichi Egizi come materiale "essiccante". Questo porta a pensare che la composizione dell'antico inchiostro fosse abbastanza complessa, tanto da non poter essere curata da tutti. A giudicare dalla quantità di materie prime impiegate per fornire una biblioteca come quella di Tebtunis, si pensa che i sacerdoti debbano aver supervisionato ogni tipo di materiale in una sorta di laboratori specializzati, proprio come nel Rinascimento.
Gli antichi Egizi utilizzavano l'inchiostro per la scrittura già dal 3200 a.C. Con l'inchiostro nero componevano il corpo principale del testo, mentre l'inchiostro rosso serviva per evidenziare titoli e parole chiave. I ricercatori hanno scoperto che il pigmento rosso ha particelle più grossolane, mentre i composti in piombo sono più diffusi nelle fibre del papiro. Questi ultimi avvolgono le pareti cellulari della fibra e creano un effetto ad "anello di caffè" attorno alle particelle di ferro, come se le lettere fossero delineate. Si pensa che il piombo sia stato finemente triturato oppure, addirittura, fosse presente in stato solubile, quando veniva applicato.

Fonte:
cosmosmagazine.com

domenica 15 novembre 2020

Creta, interessantissime scoperte nel palazzo di Zominthos

Creta, gli scavi del palazzo di Zominthos
(Foto: ANA)
Gli archeologi che stanno scavando nel sito dove un tempo sorgeva il palazzo di Zominthos, sul monte Psiloritis a Creta, hanno fatto nuove, entusiasmanti scoperte che indicano come il suo utilizzo come importante santuario religioso.
Il palazzo, oramai è quasi certo, ha avuto un ruolo politico, economico e religioso durante tutta la sua esistenza, grazie anche alla vicinanza al principale centro religioso dell'Ideon Andron, che godette di fama nel Mediterraneo orientale, nel Vicino Oriente ed in Egitto. Tra i reperti che sono stati rinvenuti vi sono i resti di un oggetto in legno bruciato avvolto in sottili scaglie d'oro, forse una statuetta in legno ricoperta di foglia d'oro, simile a statue in avorio placcato d'oro rinvenute in altri luoghi.
Tra i reperti anche un pestello rituale e un sigillo con la raffigurazione di animali. Sono stati anche riconosciuti i segni di un santuario precedente, risalente al 1900 a.C., contenente frammenti di statuette di uomini e animali, inclusa una statuetta femminile.
Gli scavi di quest'anno hanno ulteriormente avvalorato l'idea che il sito sia stato in uso almeno dal 2000 a.C. e aveva iniziato ad espandersi nel 1700 a.C., una conclusione confermata dalla scoperta di due nuovi complessi, uno dei quali composto di stanze con pavimenti lastricati ed un notevole sistema di drenaggio, oltre a diverse condutture. Oltre ai reperti in ceramica, queste stanze hanno restituito un sigillo a forma di fiore, datato al periodo dei primi palazzi.
La rete fognaria testimonia l'avanzata competenza tecnica degli antichi costruttori di Zominthos. L'utilizzo nel tempo del tratto scavato quest'anno è stato testimoniato anche dal rinvenimento di una moneta coniata dal Doge di Venezia Pietro Gradenigo (1289-1311), che coincide con il periodo in cui fu condotta la IV crociata e con il periodo di dominio su Creta da parte dei veneziani.

Fonte:
thenationalherald.com

Egitto, Saqqara: riemerge la statuetta bronzea del dio Nefertum

Saqqara, la statuetta
appena rinvenuta
(Foto: english.aharam)
Una statua del dio Nefertum è stata portata alla luce nella necropoli di Saqqara insieme ad un gruppo di sarcofagi intatti dalla missione archeologica egiziana, che lavora a Saqqara sotto la guida di Mostafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità.
La statua del dio è in bronzo ed è stata rinvenuta tra i sarcofagi della XXVI Dinastia. Waziri ha affermato che la statua è una delle tante che sono state trovate dalla missione archeologica durante i lavori di scavo all'interno di un pozzo sepolcrale profondo 11 metri.
La statua bronzea di Nefertum è intarsiata con pietre preziose: agata rossa, turchese e lapislazzuli. E' alta circa 35 centimetri e sulla base reca inciso il nome del suo proprietario, Badi Amon, della XXVI Dinastia. Precedentemente erano stati rinvenuti 27 sarcofagi intatti e sigillati all'interno di due pozzi funerari ed è stato individuato un terzo pozzo funerario.

Fonte:
english.ahram.org.eg

Bulgaria, rinvenuto un tesoro di vetro sotto il mare

Bulgaria, il tesoro di vetro di Capo Chiroza
(Foto: sofiaglobe.com)
Al largo di Bourgas, in Bulgaria, è stato trovato un grande tesoro di vetro sepolto sul fondo del mare. Gli archeologi conoscevano l'esistenza di questi reperti, ma non possedevano la conoscenza della posizione specifica di questo tesoro. La ricerca è stata condotta nell'area della baia di Chengene Skele, vicino a Capo Chiroza.
I reperti includono dozzine di parti di vasi in vetro di eccezionale qualità, che sono stati mostrati nell'ottobre scorso durante una conferenza al Museo Etnografico di Bourgas. Si tratta, per la maggior parte, di parti di bicchieri da vino, probabilmente realizzati intorno al XVII secolo in qualche fabbrica italiana. Probabilmente il tesoro si trovava a bordo di una nave che affondò vicino a Capo Chiroza dopo aver urtato uno scoglio. Gli archeologi pensano che se si intensificheranno le ricerche subacquee sarà possibile rinvenire anche la nave ed il resto del suo carico.

Fonte:
sofiaglobe.com

Siberia, rinvenuta un'interessante sepoltura multipla

Siberia, la sepoltura multipla appena trovata
(Foto: Siberian Branch of the Russian Academy of Sciences)
In Siberia gli archeologi hanno portato alla luce una tomba di 2500 anni fa che ospita i resti di quattro persone appartenenti all'antica cultura tagar. Tra queste due guerrieri, un maschio ed una femmina, a giudicare dalle loro armi in metallo.
Quest'antica sepoltura conteneva anche i resti scheletrici di un bambino e di una donna più anziana, unitamente ad armi e manufatti tra i quali pugnali in bronzo, coltelli, asce, specchi in bronzo ed un pettine in miniatura ricavato dal corno di un animale.
La cultura tagar, parte della civiltà scita (guerrieri nomadi che vivevano in quella che attualmente è la Siberia meridionale), spesso seppelliva i suoi morti accompagnati dalle versioni in miniatura degli oggetti della vita reale, probabilmente a simboleggiare i beni ritenuti necessari nell'aldilà. Tuttavia in questo caso i defunti sono stati sepolti con oggetti a grandezza naturale.
Ancora non è ben chiaro come siano morti gli individui seppelliti in questa tomba. Forse furono colpiti da una malattia. La sepoltura è stata rinvenuta nella parte meridionale di Khakassia, una regione della Siberia. Si tratta di una scoperta di notevole importanza, dato che i tombaroli hanno saccheggiato la maggior parte delle sepolture tagarie conosciute.
L'uomo e la donna sepolti nella tomba recentemente scoperta morirono ad un'età compresa tra i 30 ed i 40 anni. Vennero deposti sulla schiena, con grandi vasi di ceramica attorno ai corpi. L'uomo era accompagnato da due pugnali di bronzo e due asce, la donna aveva solo un pugnale ed un'ascia. Le armi deposte accanto alla donna, tra le quali uno strumento a manico lungo, forse un'accetta od un'ascia da battaglia, sono una scoperta insolita. I tagariani seppellivano le loro donne con armi quali punte di freccia, non certamente con pugnali ed armi a corta gittata.

Fonte:
livescience.com

Croazia, terminato lo scavo di una cisterna monumentale

Croazia
Croazia, la cisterna monumentale di Lumbarda
(Foto: Dora Lozica)
Lo scavo di una cisterna monumentale, che va avanti da circa duecento anni, è stato completato nell'isola meridionale della Croazia di Korcula. In questa cisterna è stato ritrovato il Psephisma, uno dei reperti più importanti dell'ellenismo in Europa. Si tratta di un'iscrizione su pietra che narra la fondazione di un'antico insediamento greco sull'isola di Korcula. Venne scoperta tra le rovine della cisterna nel 1877. Questo reperto è la prova dell'esistenza di un primo centro urbano a Lumbarda, sull'isola. E' in pietra calcarea rosso brunastra, sormontata da un pannello decorativo triangolare, alto circa un metro e spesso 13 centimetri, con iscrizioni di 69 centimetri di larghezza.
Circa duemila anni fa in questo luogo si trovava un vero e proprio insediamento. L'intonaco della cisterna è molto ben conservato ed eseguito anche se esposto alle intemperie. Le cisterne erano speso costruite per raccogliere ed immagazzinare l'acqua piovana e si distinguono dai pozzi per il loro rivestimento interno.
La cisterna riportata alla luce in Croazia risale allo stesso periodo del Psephisma, tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. La vasca ha una pianta di 10 x 17 metri ed un'altezza preservata nella sua parte più profonda di tre metri e mezzo. La cisterna non presenta tracce del tetto e le sue dimensioni sono veramente monumentali: non c'è edificio ellenistico sulla costa orientale dell'Adriatico che può eguagliarla.

Lo Psephisma di Lombarda è un'epigrafe del IV-III secolo a.C., che riporta istruzioni per i coloni della città greca di Issa su come stabilirsi sull'attuale isola di Curzola, in Dalmazia. Lombarda (in croato Lumbarda) è il villaggio dell'isola di Curzola in cui il reperto è stato rinvenuto. Quest'ultimo è oggi conservato al Museo Archeologico di Zagabria.
Quest'iscrizione è estremamente importante per comprendere come i coloni greci erano soliti organizzarsi nella spartizione delle terre coloniali. Da essa si ricava che Lombarda doveva essere una piccola sub-colonia di Issa, a sua volta colonia adriatica fatta fondare da Dioniso I di Siracusa. Nell'iscrizione sono citate cica duecento nomi di famiglie che occuparono Lombarda. (Wikipedia)

Fonte:
croatianweek.com

Antichi rituali di sacrifici umani: l'incaprettamento femminile

Francia, le sepolture neolitiche rinvenute in grotta (Foto: stilearte.it) Uno studio, pubblicato da Science advances , ha portato alla luce ...