sabato 26 febbraio 2022

Egitto, un deposito e vasi canopi vuoti trovati ad Abusir

Egitto, vasi canopi vuoti trovati nello scavo
(Foto: Ministero egiziano del turismo e delle antichità)

Un deposito di 2500 anni fa, contenente attrezzature utilizzate per le operazioni di imbalsamazione è stato rinvenuto in una necropoli nel sito di Abusir, in Egitto.
E' stato un team di egittologi egiziani e cechi ad effettuare la scoperta nei pressi di diverse antiche tombe egizie. Abusir è famosa per la sua necropoli, a soli 25 chilometri dal Cairo.
Il deposito contiene 370 grandi vasi in ceramica. Ora si sta cercando di determinare quale sia il contenuto - liquidi o materiali di altro genere - contenuti da questi vasi ed in che modo potessero essere utilizzati nel processo di mummificazione.
Il deposito conteneva anche una serie di vasi canopi vuoti. Sui vasi c'è una scritta che ne attribuisce la proprietà ad un uomo di nome Wahibre-mery-Neith, figlio di Irturu. Non è chiaro chi sia quest'uomo e perché i suoi vasi canopi siano collocati, vuoti, in questo deposito di materiali per l'imbalsamazione.
La necropoli nei pressi della quale è stato rinvenuto il deposito risale al VI secolo a.C., un periodo nel quale l'Egitto stava lottando per mantenere la sua indipendenza dall'impero persiano, che aveva preso il controllo del Paese nel 525 a.C. Alcune sepolture risalgono ad un periodo precedente l'invasione, altre, invece, risalgono ad un periodo successivo.

Fonte:
livescience.com

Germania, le misteriose statuette in bronzo del Tollense

Germania, statuetta in bronzo recuperata
nel fiume Tollense nel 2020
(Foto: Volker Minkus)

Secondo alcuni esperti, una statuetta in bronzo rinvenuta, nel 2020, in un fiume tedesco poteva essere parte di un primo sistema di pesi scandinavo.
Nel 2020 Ronald Borgwardt scoprì la statuetta bronzea nelle acque del fiume Tollense. La statuetta è alta 15,2 centimetri, ha una testa a forma di uovo e braccia ad anello. Si tratta della tredicesima statuetta di questo tipo trovata vicino al Mar Baltico. La prima statuetta del genere venne scoperta nel 1840.
Ventiquattro anni prima della scoperta di Borgwardt, suo padre aveva fatto una scoperta nei pressi della stessa zona paludosa. Si trattava dell'osso di un braccio umano trafitto da una punta di freccia in selce e di una mazza di legno di 76,2 centimetri di lunghezza.
Indagini successive hanno rilevato la presenza di scheletri di cavalli, manufatti militari e resti di almeno 140 persone, per lo più uomini di età compresa tra i 20 ed i 40 anni recanti segni di traumi contusivi. Tutti questi reperti sono stati datati al 1250 a.C. circa e si ritiene che gli uomini siano stati uccisi durante un evento violento.
Nel 2013 un'indagine geomagnetica ha rivelato che questo tratto della valle del Tollense era, un tempo, parte della "rotta dell'ambra", un percorso commerciale diviso in due da una strada rialzata utilizzata per trasportare l'ambra verso diverse località del Mediterraneo e del Mar Adriatico. La "rotta dell'ambra" precede di almeno 500 anni l'episodio violento in cui trovarono la morte gli individui i cui resti sono stati rinvenuti nei pressi della zona paludosa del Tollense.
Oggi gli studiosi considerano questa zona come l'area in cui si svolse la battaglia più antica d'Europa. Sebbene la regione fosse, all'epoca, scarsamente popolata, furono coinvolte nel conflitto più di 2.000 persone.
Gli archeologi pensano che la statuetta scoperta da Ronald Borgwardt risalga al VII secolo a.C. e credono si tratti di un contrappeso, un oggetto di culto o una combinazione di entrambe le cose. Ancora non è chiaro il perché quest'oggetto sia finito in un fiume che si trova lungo una rotta commerciale nei pressi della quale ebbe luogo una grande battaglia del remoto passato.
Lorenz Rahmstorf, professore di archeologia preistorica all'Università di Gottingen ha ricordato il ritrovamento di un complesso di piccoli pesi in bronzo e bilancieri in osso, chiusi in sacchi e collocati accanto ai defunti in alcune sepolture della Francia orientale e della Germania meridionale.
Gli esperti ritengono che l'economia del nord Europa durante l'Età del Bronzo fosse basata sullo scambio di doni, piuttosto che sul commercio. L'idea delle figure in bronzo potessero far parte di un primo sistema di misurazione scandinavo è stata proposta nel 1992 dall'archeologo svedese Mats Malmer.

Fonte:
Norway Today via archaeologynewsnetwork.blogspot.com


Giordania, un santuario di 9000 anni fa

Giordania, il santuario di 9000 anni fa scoperto nel deserto
(Foto: Ministero del Turismo Giordano)

Un team di archeologi giordani e francesi ha rinvenuto un santuario risalente a 9000 anni fa in un remoto sito neolitico nel deserto orientale della Giordania.
Il santuario è stato rinvenuto vicino a grandi strutture conosciute come "aquiloni del deserto", una sorta di trappole utilizzate per radunare le gazzelle selvatiche per la caccia. Queste trappole sono costituite da due o più lunghi muri di pietra convergenti verso un recinto e si trovano frequentemente nei deserti del Medio Oriente.
"Il sito è unico, in primo luogo per il suo stato di conservazione", ha affermato l'archeologo giordano Wael Abu-Azziza, co-direttore del progetto. "Ha 9000 anni ed è quasi del tutto intatto".
All'interno del santuario ci sono due pietre erette scolpite con figure antropomorfe, una delle quali accompagnata da una rappresentazione dell'aquilone del deserto, nonché un altare, un focolare, conchiglie marine ed un modello in miniature di una trappola per gazzelle.
Questo santuario getta una luce completamente nuova sul simbolismo, l'espressione artistica e la cultura spirituale di queste popolazioni neolitiche finora sconosciute. La vicinanza del sito alle trappole sembra suggerire che gli abitanti fossero cacciatori specializzati.

Fonte:
apnews.com



Londra, scoperto un importante pavimento musivo

Londra, il mosaico appena scoperto
(Foto: bbc.com)

Gli archeologi inglesi hanno scoperto il più grande mosaico romano mai rinvenuto a Londra da più di mezzo secolo.
I due pannelli, completamente decorati, presentano grandi fiori colorati, motivi geometrici elaborati che sono una vera novità per la capitale inglese. Si pensa che questo pavimento musivo appartenesse ad un triclinio, la "sala da pranzo" romana. Il ritrovamento è stato fatto durante gli scavi nell'ambito di un progetto di rigenerazione a Southwark.
Il mosaico è composto da due pannelli, il più grande dei quali mostra grandi fiori colorati circondati da fasce di fili intrecciati. Sono stati riconosciuti anche fiori di loto e diversi elementi geometrici, compreso il cosiddetto "nodo di Salomone", composto da due anelli intrecciati.
Il Dottor David Neal, ex archeologo e massimo esperto di mosaico romano, ha attribuito questo genere di pavimento musico al "gruppo Acanthus", una squadra di mosaicisti che operò a Londra sviluppando un loro stile personale.
Il pavimento musivo più grande è stato datato ad un periodo tra la fine del II e l'inizio del III secolo d.C., ma sono state individuate anche tracce di un mosaico precedente, posto al di sotto di quello attualmente visibile, a testimonianza che la stanza, nel corso degli anni, è stata sottoposta a diversi interventi di ristrutturazione. Il mosaico è tornato alla luce alla periferia della romana Londinium, un'area che si trovava sulla riva nord del Tamigi e che, grosso modo, corrisponde alla moderna City.

Fonte:
bbc.com

Gaza, emergono ricche sepolture di epoca romana

Gaza, gli archeologi al lavoro nel cimitero romano
(Foto: Ministero del Turismo e delle Antichità)

Un cimitero romano di duemila anni fa, con almeno 20 sepolture affrescate è stato portato alla luce vicino al litorale nel nord della Striscia di Gaza. Il Ministero delle Antichità l'ha definita la più importante scoperta dell'ultimo decennio.
Gaza è ricca di antichità, essendo stata un importante luogo di scambio per molte civiltà, fin dagli antichi Egizi e dei Filistei per arrivare all'impero romano e alle crociate.
Tra le rovine sono emerse le tracce di un assedio risalente all'epoca di Alessandro Magno e di un altro riferibile all'invasione mongola
Al momento sono state individuate venti sepolture di epoca romana, ma gli archeologi pensano di poterne portare alla luce altre 80. Sono state aperte solo due tombe che contenevano resti scheletri ed alcune giare di argilla. Si pensa che, sia per la forma delle sepolture che per le decorazioni, queste tombe appartenevano a persone di alto rango vissute nel corso del I secolo d.C. A differenza delle tombe musulmane, disposte da nord a sud, queste sepolture sono disposte da est ad ovest. Il sito è supervisionato da un team francese di esperti.

Fonte:
reuters.com


sabato 19 febbraio 2022

Croazia, il mosaico romano sotto la strada di Stari Grad

Croazia, il mosaico trovato a Stari Grad
(Foto: Vilma Matulic)

Nel centro di Stari Grad (Città Vecchia), sull'isola di Havar, è stato riportato alla luce un mosaico di epoca romana, risalente al II secolo d.C. Il mosaico si trova nel centro della città. Lo scavo è stato aperto per la prima volta nel 1923 per farvi passare un canale per l'acqua piovana.
Il museo cittadino sta attualmente conducendo una ricerca archeologica protettiva per preservare il sito prima dell'installazione di una rete idrica e fognaria non completata nel 1923 e che fa parte di un grande progetto europeo.
Gli scavi, aperti cento anni fa, si estendono per dieci metri lungo la strada e nelle case circostanti. Il mosaico fa parte di una lussuosa villa urbana romana.
Dopo il primo scavo il mosaico, posto a 60 centimetri sotto il livello stradale, è stato ricoperto di lastre per proteggerlo dalla penetrazione dell'umidità e dell'aria marina. 
Stari Grad si trova sui resti dell'insediamento greco di Pharos (la Faria romana) e conserva anche resti medioevali. Attualmente sono stati effettuati 14 sondaggi di scavo nelle strade circostanti nel tentativo di individuare altri resti della villa, per accertare se la struttura sia un edificio pubblico o privato.

Fonte:
Slobodna Dalmacija via archaeologynewsnetwork.blogspot.com



Turchia, le rare spade bizantine con pomo ad anello

Turchia, spada in ferro scoperta nel 1993 nella città
bizantina di Amorium (Foto: Amorium Excavation Project)

Gli archeologi hanno scoperto, in Turchia, due rare spade bizantine in una città fortificata dell'impero bizantino. Una delle spade è stata rinvenuta in una chiesa e potrebbe essere stata deposta come offerta.
Entrambe le armi sono in ferro con pomo ad anello, praticamente una manopola arrotondata all'estremità dell'impugnatura. Le spade ad anello erano una rarità nel periodo bizantino, ma queste lame sono uniche sotto molti punti di vista. Innanzitutto è difficile determinale quale etnia o gruppo di mercenari le impugnasse all'epoca in cui vennero forgiate (circa mille anni fa).
Le armi sono state scoperte ad Amorium, una città bizantina importante crocevia tra Costantinopoli, la capitale dell'impero, e altre grandi città quali Nicea e Ancyra (odierna Ankara). Amorium fu anche, se pure in modo temporaneo, un avamposto militare e si trasformò in una vera e propria roccaforte che doveva essere utilizzata per difendere la regione dalle invasioni barbariche. Amorium venne conquistata dagli arabi nell'838 d.C.
Gli scavi ad Amorium sono iniziati, in maniera sistematica, nel 1988 e sono subito state rinvenute le due spade con pomo ad anello. La prima spada a venire alla luce, nel 1993, frammentaria e corrosa, è stata quella che si trovava nell'atrio di una chiesa. La seconda spada è tornata alla luce nel 2001 nella parte bassa della città. Entrambe risalgono al X-XI secolo, epoca in cui Amorium era sotto il controllo bizantino.
All'epoca era consuetudine deporre le spade in luoghi santi, pertanto i ricercatori non si sono stupiti più di tanto dal ritrovamento della prima spada nell'atrio di un edificio sacro. Probabilmente la spada era un'offerta votiva, un oggetto speciale lasciato di proposito in omaggio alla divinità, ai leader religiosi oppure alle istituzioni. Costantino VII Porfirogenito, imperatore bizantino dal 913 al 959 d.C., scrisse che lo scudo di San Teodoro Terone era appeso come reliquia sotto la cupola di una chiesa bizantina in suo onore. Le armi poste all'interno delle chiese sono solitamente associate a sacre reliquie legate ai santi guerrieri, come il deposito di armamenti trovato nei monasteri del monte Athos, in Grecia.
La seconda spada, trovata nella città bassa, ha un manico di 14 centimetri di lunghezza ed una lama a doppio taglio lunga almeno 61 centimetri. Le dimensioni dell'oggetto hanno fatto pensare ai ricercatori che un soldato dell'esercito bizantino potrebbe averla utilizzata come spada secondaria durante uno scontro armato.
Le spade ad anello, rare nell'impero bizantino, sono conosciute presso altre culture. Il primo pomolo a forma di anello conosciuto si fa risalire alla dinastia cinese Han (206 a.C. - 220 d.C.) ed il suo utilizzo si diffuse rapidamente tra gli Sciti e gli Unni nomadi. Altre culture utilizzavano le spade ad anello, quali i Sarmati, che vivevano nell'Asia centrale, ed i Romani che potrebbero averle conosciute proprio attraverso i Sarmati.
A differenza delle spade scoperte in precedenza, la spada rinvenuta nella chiesa ha una struttura che sembra una guardia a croce: un pezzo di metallo che si trova perpendicolare alla lama all'estremità del manico. Le guardie incrociate sono spesso utilizzate per identificare le vecchie spade ed è una caratteristica che non è mai stata riscontrata su spade ad anello. Questa caratteristica rende la spada in questione un esemplare unico.

Fonte:
LiveScience via archaeologynewsnetwork.blogspot.com

Turchia, il mosaico delle donne danzanti...

Turchia, il mosaico riportato recentemente alla luce
(Foto: DHA)

Durante gli scavi dell'antica città di Cesarea Germanicia, nella provincia meridionale turca di Kahramanmaras, è stato portato alla luce un mosaico che descrive una festa all'aperto, con donne che danzano al ritmo della musica. Si pensa che il mosaico risalga a circa 1500 anni fa.
Safinaz Acipayam, direttore del Museo di Kahramanmaras, direttore dello scavo, ha dichiarato che probabilmente la scena ritrae un banchetto all'aperto prima della caccia.
Si è concluso il settimo anno di scavi archeologici in Germanicia, nel quartiere di Baglarbasi, durante i quali sono stati rinvenuti i resti di strutture architettoniche e termali risalenti a 1500 anni fa, tra i quali anche il mosaico anzidetto, che copre una superficie di 50 metri quadrati. Finora, all'interno dei confini dell'antica città di Germanicia, sono stati identificati resti archeologici in ben 35 aree diverse.
Turchia, le donne danzanti raffigurate nel mosaico
(Foto: DHA)
Il mosaico appena scoperto fa parte di un precedente mosaico rinvenuto nella stessa area dove, inoltre, sono emerse alcune strutture architettoniche e resti di terme. Il mosaico è composto da due pannelli. Nel 2015, la porzione riportata alla luce mostrava scene di caccia. Il pannello rinvenuto nel 2021 raffigura un banchetto e sembra essere la continuazione di quello precedentemente scoperto. Ci sono due coppie sedute al centro e tre donne che ballano. Compaiono anche due figure maschili ed un ragazzino scalzo che si arrampica su un albero di fichi. Il Dottor Acipayam ha dichiarato che gli scavi continueranno nei pressi del luogo dove è stato trovato il mosaico anche nel 2022.
Dall'esame dei mosaici pavimentali, rinvenuti durante lo scavo illegale in una casa del quartiere Baglarbasi nel 2007, è stato appurato che questi preziosi reperti appartenevano all'antica città di Germanicia, fondata nel I secolo d.C. L'esistenza dell'antica città era nota da anni, ma le sue tracce non erano emerse fino al 2007. I lavori sul sito sono stati avviati dalla Direzione del Museo di Kahramanmaras e sono iniziati nel 2008 con l'esproprio del terreno. Ad oggi sono stati rinvenuti mosaici e rovine risalenti al IV e VI secolo d.C.

Fonte
Hurriyet Daily News via archeologynewsnetwork.blogspot.com

venerdì 11 febbraio 2022

Velia, sorprese dallo scavo sull'acropoli

Velia, gli elmi rinvenuti sull'acropoli
(Foto: Ansa)

Era il 540 a.C. quando, davanti alle coste della Corsica, in quello che gli antichi chiamavano il mare di Sardegna, si svolse la prima grande battaglia navale della storia. Una lotta epica e sanguinosa di cui ci racconta Erodoto e che vide i Focei, coloni greci insediati nella città corsa di Alalia, sotto l'attacco congiunto di Etruschi e Cartaginesi. Erodoto sostiene che lo scontro ebbe esito favorevole per i Focei.
Tuttavia le navi che erano riusciti a salvare non potevano più combattere, tanto che dovettero abbandonare Alalia e far rotta verso il sud Italia, dove comprarono un pezzo di terra e fondarono Hyele, poi rinominata Elea (Velia secondo i Romani), la città della Magna Grecia che diede i natali al filosofo Parmenide.
E' proprio qui che il direttore generale dei musei Massimo Osanna, in uno scavo avviato dagli archeologi del Parco Archeologico di Paestum-Velia, ha riportato alla luce armi con tutta probabilità provenienti proprio da quella battaglia.
Avviati l'estate scorsa sulla cima di quella che era l'acropoli della città, proprio sotto i resti ancora oggi evidenti del tempio dedicato ad Athena, gli scavi diretti da Francesco Scelza hanno riportato alla luce i resti di una struttura rettangolare di notevoli dimensioni, risalente al VI secolo a.C. Al suo interno, su un pavimento in terra battuta, ceramiche dipinte tutte contrassegnate con la scritta "Ire" (sacro) che ne attesta la dedica alla divinità, elementi architettonici decorativi in argilla cotta che risultano realizzati da maestranze cumane, non a caso forse una delle città greche in prima linea contro gli etruschi del mare, oltre a qualche frammento dell'antica copertura.
Accanto al vasellame il pavimento del tempio ospitava diverse armi in bronzo e in ferro. Ci sono, racconta Scelza, tanti frammenti di armi, quelli che al momento appaiono come i pezzi di un grande scudo decorato e due splendidi elmi in perfetto stato di conservazione: uno etrusco del tipo "a calotta", che gli esperti indicano come Negau dal nome della località slovena dove vennero ritrovati per la prima volta, l'altro di foggia calcidese. E la sorpresa più grande è proprio qui: "Sono reliquie offerte ad Athena, con tutta probabilità proprio le spoglie della battaglia di Alalia", dice Osanna.
Liberati dalla terra solo recentemente, i due elmi devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. Al loro interno potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l'identità dei guerrieri che li hanno indossati.
Già così, però, la scoperta del tempio arcaico con la sua datazione e con gli oggetti conservati al suo interno chiarisce molti particolari di quella storia di più di 2500 anni fa. "La struttura del tempio più antico risale al 540-530 a.C., proprio gli anni successivi alla battaglia di Alalia", fa notare Massimo Osanna. Mentre quella del tempio più recente, che si credeva di età ellenistica, risale in prima battuta al 480-450 a.C. per poi subire una ristrutturazione nel IV secolo a.C.
E' possibile quindi che i Focei in fuga da Alalia l'abbiano innalzato subito dopo il loro arrivo in questo tratto di cosa oggi identificato tra Punta Licosa e Palinuro, in provincia di Salerno dove, come ci racconta più volte Erodoto, trattando con gli autoctoni Enotri si erano comprati la terra necessaria per stabilirsi e riprendere i floridi commerci per i quali erano famosi.
La fondazione del tempio in questo processo doveva essere considerata di importanza nevralgica per il successo del nuovo insediamento. La memoria della sanguinosa battaglia era ancora molto viva, tanto da offrire alla dea, per propiziarne la benevolenza, le armi strappate ai nemici Etruschi.

Fonte:
Ansa.it


Velia, ricordi della battaglia di Alalia

L'acropoli di Velia vista dall'alto
(Foto: ilgiornaledellarte.com)
La scoperta appena resa nota, avvenuta presso l'acropoli di Elia-Velia, getta una nuova luce su uno degli avvenimenti più significativi della storia etrusca e del Mediterraneo occidentale del I millennio a.C.: la battaglia di Alalia (o del Mar Sardo), avvenuta intorno al 540 a.C. e ricordata da Erodoto. Nella battaglia furono coinvolti Focei, Etruschi e Cartaginesi ed ebbe ripercussioni significative in Magna Grecia.
I Focei, lasciata la loro madrepatria sulla costa della Ionia (attuale Turchia) intorno al 600 a.C., fondano la colonia di Marsiglia sulle coste meridionali dell'odierna Francia, allo scopo di avviare proficui contatti commerciali con le popolazioni galliche dell'entroterra, allarmando Etruschi e Cartaginesi interessati a quegli stessi mercati.
Intorno al 565 a.C., i Focei scelgono di stanziarsi ad Alalia (Aleria), in Corsica, così da creare ostacoli ulteriori ai traffici commerciali etruschi e cartaginesi. La provocazione non venne tollerata a lungo, Etruschi e Cartaginesi si allearono e reagirono e si arrivò, così, allo scontro. Erodoto racconta che i due popoli con una flotta di 60 navi attaccarono la flotta nemica, composta anch'essa da 60 imbarcazioni.
La battaglia navale fu sfavorevole ai Focei, che ebbero 40 navi distrutte e le rimanenti danneggiate. La sconfitta li convinse ad abbandonare l'isola e a fondare una nuova città: "In Enotria, quella che ancora oggi si chiama Velia" (Erodoto 1, 165-167). I Cartaginesi ribadirono il loro controllo sulle coste della Sardegna, mentre gli Etruschi si impadronirono di quelle della Corsica, confermando il loro controllo sul mar Tirreno.
Erodoto racconta, inoltre, che i prigionieri spettarono in gran parte agli abitanti dell'etrusca Caere (Cerveteri), che li lapidarono. Più tardi, per riparare a tale crudeltà e su indicazione dell'oracolo di Delfi, gli abitanti di Cerveteri iniziarono a tenere sacrifici, giochi ginnici e ippici in memoria dei prigionieri uccisi. Alcune armi utilizzate in quella battaglia sono probabilmente quelle ritrovate nella campagna di scavo appena conclusa, portata avanti dagli archeologi del Parco Archeologico di Paestum e Velia.
A costoro si deve la scoperta dei resti di un edificio rettangolare, lungo 18 metri e largo 7, con muri realizzati in mattoni crudi e intonacati, al cui interno sono state rinvenute ceramiche dipinte, vasi con iscrizioni che ne indicano la sacralizzazione e, soprattutto, armi tra le quali due elmi, di cui uno sicuramente etrusco.
La datazione dell'edificio, di poco posteriore alla battaglia di Alalia e l'elmo etrusco hanno fatto ipotizzare a Massimo Osanna che nell'ambiente appena rinvenuto siano state depositate offerte alla dea Athena dopo lo scontro navale e che la fondazione del nuovo insediamento si debba parte ai Focei superstiti. Le ricerche hanno chiarito anche che il principale tempio della città, consacrato ad Athena, venne eretto dopo l'edificio sacro ora riportato alla luce.

Fonte:
Giuseppe Maria Della Fina in ilgiornaledellarte.com

mercoledì 9 febbraio 2022

Qatar, tracce di uno sconosciuto insediamento nel deserto

 
Penisola arabica, immagine da un drone di un insediamento
(Foto: viterbischool.edu)
I ricercatori, che investigavano al fine di trovare fonti d'acqua sotterranee nella penisola araba, hanno scoperto per caso le tracce di un insediamento che si stima essere di 3600 anni fa. Si tratta di uno dei più grandi insediamenti scoperti nell'area ed è stato individuato grazie all'uso di immagini satellitari in un'area del Qatar dove in precedenza si pensava che ci fossero poche prove di civiltà stanziali.
All'insediamento è stato dato il nome di Makhfia dai ricercatori della University of Southern California Viterbi School of Engineering.
Questa scoperta ha importanti implicazioni storiche e scientifiche. Storicamente potrebbe trattarsi della prima prova di una comunità sedentaria nell'area e, forse, la prova di un'ingegneria avanzata per l'epoca. La prova è nel sottosuolo, non ci sono evidenze apprezzabili sul terreno. Inoltre il sito fornisce nuove informazioni sulle fluttuazioni climatiche poco conosciute che si sono verificate nella regione su come questi cambiamenti potrebbero aver influito sull'insediamento umano e sulla mobilità.
Gli studiosi ritengono che l'insediamento abbia avuto un lungo periodo di vita e dipendeva dalle acque sotterranee per alimentare l'agricoltura. I ricercatori ritengono che una popolazione con conoscenze tali che permettevano di sfruttare le risorse idriche sotterranee, inaccessibili scavando attraverso il calcare duro e la dolomite, è prova di una civiltà in anticipo sui tempi. Ci sono prove evidenti che gli abitanti di questo insediamento facevano affidamento sull'assorbimento profondo delle acque sotterranee, un metodo mediante il quale si accede all'acqua da falde acquifere più profonde attraverso le fratture nel terreno, al fine di utilizzare quest'acqua per l'irrigazione delle colture e per la vita quotidiana.
Non si sa ancora quale cultura umana abitava questa regione e perché è scomparsa. Tuttavia, sulla base della presenza di carbone trovato sul sito, i ricercatori pensano che il fuoco potrebbe essere una delle numerose spiegazioni plausibili della scomparsa del centro abitato.

Fonte:
viterbischool.usc.edu

Gran Bretagna, sorprese dagli scavi della ferrovia nel Buckinghamshire

Gran Bretagna, uno degli scheletri decapitati
(Foto: bbc.com)

Scheletri decapitati, spille, utensili da cucina sono stati rinvenuti in uno scavo archeologico che ha portato alla luce parte di una città romana. Lo scavo a Fleet Marston, vicino ad Aylesbury, ha avuto luogo nell'ambito dei lavori per la creazione della ferrovia ad alta velocità.
Questo scavo ha interessato anche la più grande necropoli romana nel Buckinghamshire, comprendente 425 sepolture.
Un team di circa 50 archeologi ha scoperto una serie di recinti su una pianta a scala su entrambi i lati di Akeman Street, un'importante asse viario romano che collegava Verulamium (odierna St Albans, nell'Hertfordshire) con Corinium Dobunnorum (ora Cirencester, nel Gloucestershire). Sono stati rinvenuti diversi pesi di piombo e più di 1.200 monete, a significare che il luogo era stato utilizzato per il commercio e come punto di sosta per viaggiatori e soldati che percorrevano la strada che conduceva alla guarnigione di Alchester.
Molti sono i reperti domestici rinvenuti in loco: dadi da gioco, campane, vasi. Un essiccatoio per mais in pietra ed un forno per il malto hanno fornito prove della produzione di birra
Circa il 10% dei defunti sepolti nella necropoli tardo romana erano stati decapitati. Forse si tratta di un rituale di sepoltura, anche se scarsamente attestato; oppure era l'indizio che i defunti erano, in vita, criminali od emarginati.

Fonte:
bbc.com


martedì 8 febbraio 2022

Croazia, le misteriose sepolture di Hvar

Croazia, l'archeologa Marina Ugarkovic con la spada
trovata nella sepoltura (Foto: Josko Supic/Cropix)

Il progetto quinquennale della Fondazione scientifica croata, inaugurato lo scorso anno dall'Istituto di Archeologia di Zagabria e chiamato AdriaCos, mira a svelare una ricerca multistrato sull'identità culturale dell'isola di Hvar e dell'Adriatico centrale durante il primo millennio.
Gli archeologi hanno ritrovato una tomba che rappresenta una significativa scoperta archeologica, considerando che si tratta della prima, e per ora l'unica, tomba dell'antica Pharos. Nella tomba sono stati rinvenuti i resti cremati del defunto, unitamente ad una spada di ferro, una lancia, alcune monete, frammenti di ceramica e resti abiti quali perle di vetro e bottoni. "Come spesso accade, poco prima della fine delle ricerche sul campo, abbiamo trovato il reperto più interessante, una tomba greca in una piccola fossa vicino alle antiche mura, apparentemente del IV secolo a.C., che indica la possibilità dell'esistenza di una necropoli sul lato sud della cinta muraria", ha dichiarato l'archeologa Marina Ugarkovic, ricercatrice associata presso l'Istituto di Archeologia che dirige il progetto.
L'attenzione degli archeologi è stata inizialmente attirata dalle armi ben conservate, nonché dal rito funebre di cremazione del defunto. Quest'ultima è risultata molto interessante ed inaspettata, dal momento che non era una pratica comune nell'epoca e nel luogo dello scavo.
I Greci in Dalmazia, come testimonia la ben conservata e decorata necropoli di Ise a Vis, praticavano l'inumazione, la deposizione del defunto in una tomba o cripta, come era d'uso tra gli abitanti dell'isola di Paros, nelle Cicladi, che fondò l'insediamento di Pharos.
L'inumazione è attestata anche in esempi scarsamente indagati di tombe della locale popolazione  di Hvar e della Dalmazia centrale.
La sepoltura scoperta si pensa contenesse almeno sei individui. Ci sono, oltre ai resti di un adulto di sesso maschile, i resti di una donna e di un bambino, forse si trattava di una fossa comune. Nella stessa sepoltura sono state trovate una lancia ed una spada, l'oggetto meglio conservato. La spada è attualmente in fase di restauro e conservazione presso il Museo Archeologico di Spalato.
La collocazione dell'uomo nella tomba suggerisce che fosse, con tutta probabilità, un guerriero. Malgrado Pharos sia uno dei centri urbani più antiche, se non il più antico, della Croazia, si sa ancora molto poco della sua struttura urbana e persino dell'estensione originaria della città greca del IV secolo a.C.

Fonte:
Slobodna Dalmacija via archeologynewsnetwork.blogspot.com

Gran Bretagna, torna in luce il pavimento piastrellato del convento dei Whitefriars

Inghilterra, il pavimento medioevale del XIII secolo
(Foto: archeologia del cotswold)

Gli archeologi inglesi hanno scoperto un pavimento medioevale di piastrelle risalente al XIII secolo. La scoperta è stata fatta nel Gloucestershire.
Il pavimento, realizzato con piastrelle smaltate bianche e verdi, apparteneva al chiostro del convento medioevale dei Whitefriars Carmelitani della città ed è stato portato alla luce dal team di Cotswold Archaeology. Il pavimento è in condizioni straordinariamente buone.
Andrew Armstrong, archeologo del Gloucester City Council ha detto che il convento ha svolto un ruolo attivo nella città per ben 300 anni e che fino ad ora se ne sapeva molto poco. L'esatta posizione del convento è stata oggetto di speculazioni per decenni fino all'inizio delle indagini archeologiche, in seguito alla demolizione dell'ex parcheggio multipiano di Bruton Way.

Fonte:
bbc.com

Germania, il cavaliere ed il cavallo senza testa...

Germania, la sepoltura di un cavallo decapitato trovato
accanto ai resti di un cavaliere (Foto: Ufficio statale
per la conservazione dei monumenti - Stoccarda
F. Damminger)

I resti scheletrici di un uomo sepolto 1400 anni fa vicino ad un cavallo senza testa sono stati scoperti in un antico cimitero nella città di Knittlingen, nella Germania meridionale. Probabilmente l'uomo era il proprietario del cavallo.
La sepoltura risale all'epoca della dinastia merovingia (476-750 d.C.) che governava un'ampia fascia di territorio in quella che oggi è la Francia e l'Europa centrale.
Probabilmente l'uomo apparteneva all'élite locali, forse era il capo di una famiglia di contadini e dei loro servi. Non è chiaro perché l'uomo sia stato sepolto vicino ad un cavallo senza testa. Probabilmente la decapitazione del cavallo faceva parte di una cerimonia di sepoltura. Il cavallo è stato posto accanto al suo proprietario alla stregua di un dono funerario per l'aldilà, piuttosto che un come un sacrificio. Finora la testa del cavallo non è stata trovata.
Gli archeologi hanno scoperto i resti di molte altre persone che sono vissute più o meno nello stesso periodo dell'uomo trovato accanto al cavallo. Alcuni di loro sono stati sepolti con ricchi corredi funerari, come una donna che è stata deposta con una spilla d'oro. Alcuni uomini, invece, sono stati sepolti con spade, lance, scudi e punte di freccia.

Fonte:
livescience.com

mercoledì 2 febbraio 2022

Turchia, trovate sepolture antiche

Turchia, lo scavo delle sepolture
(Fonte: AA)

Sepolture di epoca classica sono state rinvenute durante uno scavo effettuato in un cantiere edile vicino l'antica città di Antandros, nella provincia turca occidentale di Balikesir.
Le sepolture sono state rinvenute ad una profondità di 2,5 metri. La scoperta ha permesso l'inizio di uno scavo archeologico sotto la supervisione del Professor Gurcan Polat, capo degli scavi nell'antica città greca di Antandros e accademico del Dipartimento di Archeologia della Scuola di Lettere dell'Università di Ege. Gli scavi hanno portato alla luce fosse, sarcofagi e sepolture a cremazione risalenti ai secoli III, IV e V a.C. Finora sono state scoperte 549 tombe, distanti 150 metri dalla necropoli di Antandros. Questo dimostra che l'area della necropoli cittadina era ben più vasta di quella scoperta.
Tra le sepolture ve ne sono in pithos, è stato rinvenuto un sarcofago, tombe con tetto di tegole e sepolture a cremazione. La maggior parte dei defunti erano bambini ma sono presenti anche tombe di adulti. Gli scavi nell'antica città di Antandros sono iniziati nel 2000 e sono proseguiti per tutto il 2021 e vengono condotti su due aree diverse: la prima comprende case dell'antico insediamento mentre la seconda area di scavo riguarda la necropoli che si estende parallela al mare.

Fonte:
Daily Sabah via Archaeologynewsnetwork.blogspot.com

Paesi Bassi, una ciotola incredibile emerge da uno scavo

Paesi Bassi, ciotola romana in vetro rinvenuta a Nijmengen
(Foto: Marieke Mom)

Mentre stavano scavando a Nijmegen, la più antica città dei Paesi Bassi, situata sul fiume Waal, gli archeologi hanno scoperto una ciotola di vetro blu in ottime condizioni, che si pensa abbia ben duemila anni.
La ciotola ha un bordo rifinito e un motivo a strisce verticale con creste esterne. La superficie non presenta scheggiature o crepe, l'oggetto appare straordinariamente intatto.
I ricercatori pensano che la ciotola sia uscita dalle officine del vetro di Colonia o Xanten oppure dall'Italia. Questi oggetti sono stati realizzati lasciando raffreddare ed indurire il vetro fuso su uno stampo. Il motivo a strisce è stato disegnato quando il vetro era ancora allo stato liquido. L'ossido di metallo è la ragione del colore blu della ciotola.
Nijmegen era, anticamente, un accampamento militare romano che successivamente attirò insediamenti civili. E' stata la prima città dei Paesi Bassi ad essere nominata municipium ed i Batavi, gli abitanti locali, furono i primi nella regione ad ottenere la cittadinanza romana.
Lo scavo ha riportato alla luce anche tombe romane, ninnoli, gioielli e tracce di costruzione che gli archeologi sperano siano sufficienti a ricostruire una mappa di come doveva essere l'insediamento al tempo dei romani.

Fonte:
hyperallergic.com


Anfiteatro...svizzero

Svizzera, l'anfiteatro di Kaiseraugust appena scoperto
(Foto: Kantonsarchaologie Aargau)

Gli archeologi svizzeri hanno scoperto le rovine di un anfiteatro di epoca romana, forse il più grande finora rinvenuto in Svizzera, dove gli spettatori assistevano, con tutta probabilità a combattimenti gladiatori e cacce di animali al ritmo dei flauti.
L'anfiteatro appena scoperto ha forma ovale ed è stato costruito in una cava romana abbandonata utilizzata fino alla tarda antichità. Questo indizio, unitamente al ritrovamento di una moneta risalente al 337-341 d.C., indica che l'anfiteatro risale al IV secolo d.C., il che lo renderebbe il più recente anfiteatro dell'impero romano. Anche la composizione dei materiali da costruzione dell'edificio confermerebbe la datazione dell'anfiteatro: blocchi di pietra e malta che ricordano quelli del muro del forte tardo antico.
L'anfiteatro è stato scoperto mentre gli archeologi stavano monitorando i lavori di costruzione di una nuova rimessa per imbarcazioni sul fiume Reno, nel dicembre 2021. Il luogo del ritrovamento è Kaiseraugust, un comune che prende nome dall'antica citta romana di Augusta Raurica, vicino al confine tra Svizzera, Francia e Germania. Si tratta del terzo anfiteatro romano scoperto fino ad oggi ad Augusta Raurica.
L'anfiteatro è lungo 50 metri circa e largo 40 metri. Nelle vicinanze si trova il Castrum Rauracense, un forte tardo romano situato su quello che era il confine settentrionale dell'impero romano nel 300 d.C., vicinissimo alla Germania. Gli archeologi hanno portato alla luce una porta a sud dell'anfiteatro. Sul lato occidentale dell'arena sono stati rinvenuti blocchi di arenaria conservati presso un altro ingresso. Le pareti interne dell'arena erano intonacate ed é visibile anche l'impronta di un palo per tribune o sedili di legno.

Fonte:
livescience.com


Grecia, scoperta una sepoltura nobile nell'antica capitale della Macedonia

Vergina, la tomba appena rinvenuta (Foto: allthatsinteresting.com) La costruzione di un nuovo sistema fognario nell'antica città macedon...