domenica 30 gennaio 2022

Gran Bretagna, fiorente centro commerciale romano si mostra agli archeologi

Gran Bretagna, l'insediamento commerciale di
Blackgrounds (Foto: HS2/PA)

Una ricca città commerciale romana, i cui abitanti si adornavano di gioielli e utilizzavano ceramiche pregiate, è stata scoperta mezzo metro sotto la superficie di un campo nel Northamptonshire, in Gran Bretagna.
Sono stati portati alla luce una strada romana larga 10 metri, edifici domestici ed industriali, più di 300 monete ed almeno quattro pozzi.
Il campo, al confine tra Northamptonshire ed Oxfordshire, si trova sul percorso della rete ferroviaria HS2 in costruzione tra Londra e Birmingham. Si tratta di uno degli oltre cento siti archeologici esaminati lungo il percorso della ferrovia a partire dal 2018 e tra i ritrovamenti più significativi fino ad oggi.
Il sito è noto come Blackgrounds per via del suo denso suolo nero che ha contribuito a preservare i resti romani ed è stato utilizzato come pascolo fino agli inizi degli scavi archeologici. La presenza di un sito archeologico in zona era nota fin dal XVIII secolo. I ricercatori sono concordi nel valutare come straordinari i ritrovamenti, particolarmente della strada romana.
Prima dell'invasione romana sul luogo era presente un villaggio dell'Età del Ferro, formato da più di 30 case tonde. Durante il periodo dell'occupazione romana, che andò dal 43 al 410 d.C., l'insediamento si ampliò e divenne più prospero. Vennero costruiti nuovi edifici in pietra in aree destinate a case di abitazione, a zone agricole e industriali all'interno dell'insediamento. In quest'ultimo sono state portate alla luce testimonianze di officine e fornaci dove si lavoravano i metalli, si panificava e si cuoceva la ceramica.
La strada principale dell'insediamento indica che qui sorgeva un importante centro commerciale in cui affluivano e da cui partivano carri con merce di diverso genere. Anche la larghezza della strada - 10 metri - è impressionante, dal momento che normalmente le strade romane erano larghe dai 4 ai 5 metri.
La romanizzazione degli abitanti del luogo comprendeva necessariamente l'adeguamento alle usanze ed ai prodotti romani. La crescente ricchezza degli abitanti è testimoniata dal numero di monete romane e bilance rinvenute. Uno dei pesi da bilancia è decorato con l'immagine di una divinità femminile.
Dalla terra sono emersi anche gioielli con delicate decorazioni, vasi di vetro e pregiate ceramiche samiche importate dalla Gallia. Tracce di cosmetici sono state identificate nella galena minerale (solfuro di piombo) che è stata frantumata e miscelata con olio per essere utilizzata come trucco.

Fonte:
theguardian.com



Oman, trovata una tavola da gioco in pietra

Oman, i resti del gioco da tavolo rinvenuti dai ricercatori
(Foto: J. Slilwa/PCMA UW)

Durante gli scavi di insediamenti vicini al villaggio di Ayn Bani Saidah, nella valle di Qumayrah, in Oman, gli archeologi hanno scoperto un raro gioco da tavolo in pietra risalente a 4000 anni fa.
Il responsabile degli scavi, condotti da archeologi polacchi, il Professor Piotr Bielinski, del Centro polacco di archeologia mediterranea dell'Università di Varsavia (PCMA UW), ha dichiarato che la tavola da gioco è stata rinvenuta in una delle stanze di un edificio del periodo Umm an-Nar (2500-2000 a.C.).
La tavola è stata scolpita nella pietra in modo piuttosto approssimativo e dimostra che tale intrattenimento era disponibile non solo per i governanti ma anche per le classi sociali inferiori. Si tratta di un reperto piuttosto raro, con alcuni esempi provenienti dall'India, dalla Mesopotamia e dal bacino del Mediterraneo orientale.
La regione di Ayn Bani Sidah era strategicamente situata all'incrocio delle rotte che collegavano Bat a sud, Buraimi e Al-Ayn a nord e la costa del mare vicino a Sohar ad est. I ricercatori hanno anche rinvenuto tracce della lavorazione del rame che, secondo Bielinski, sono la dimostrazione che l'Oman era coinvolto in un redditizio commercio del rame, le cui menzioni sono presenti nei testi cuneiformi della Mesopotamia.
Gli scavi degli archeologi polacchi in questa regione sono iniziati nel 2015. La valle si è rivelata molto ricca di resti archeologici di varie epoche a dimostrazione che questa valle è stata un luogo importantissimo sin già dalla preistoria.

Fonte:
scienceinpoland.pap.pl


Turchia, il ringraziamento di uno schiavo...

Turchia, il luogo del ritrovamento del mosaico
(Foto: aa.com.tr)

Durante gli scavi di una chiesa del VI secolo d.C. nella Turchia meridionale, dove un tempo sorgeva la città di Hatay, gli archeologi hanno portato alla luce un mosaico commissionato da un ex schiavo in ringraziamento a Dio per essere stato liberato.
Gli archeologi continuano a lavorare nell'area dove, nel 2007, è stata incidentalmente scoperta una chiesa conosciuta un tempo come la Chiesa dei Santi Apostoli unitamente a pavimenti musivi con figure di animali e a sepolture in pietra contenenti resti ossei.
Gli scavi recenti hanno permesso il ritrovamento di altri mosaici raffiguranti una figura di pavone ed un'iscrizione in cui uno schiavo rende grazie a Dio per la sua liberazione. Questi mosaici sono, per i ricercatori, molto importanti per saperne di più sulla vita ed i costumi della città di Hatay tra il VI ed il XII secolo.

Fonte:
aa.com.tr


Gran Bretagna, riemerge una statua lignea di epoca romana

Gran Bretagna, la figura romana in legno appena scoperta
(Foto: HS2)

Una figura in legno intagliato, estremamente rara, della prima epoca romana, è stata portata alla luce in un fossato colmo d'acqua nel Buckinghamshire. La figura è alta circa 67 centimetri, scolpita in un unico pezzo di legno. Gli archeologi hanno dichiarato che la sua conservazione ha dell'incredibile, dati l'età ed il materiale, ma anche per la mancanza di ossigeno nel fossato.
La figura, trovata in un campo vicino a Twyford, indossa una tunica al ginocchio che sembra essere arricciata in vita. Probabilmente aveva un copricapo oppure aveva un'acconciatura elaborata. I piedi e le braccia al di sotto dei gomiti sono degradati.
E' raro trovare oggetti in legno intagliati di epoca romana in Gran Bretagna. La figura sarà sottoposta ad analisi e conservazione presso la York Archaeology. Un frammento, che è stato rinvenuto distaccato dalla statua nel fossato, sarà datato al radiocarbonio per stabilire la datazione precisa del legno.

Fonte:
theguardian.com


giovedì 13 gennaio 2022

Israele, l'importanza del contenuto delle...latrine

Israele, un sedile di una toilette di 2700 anni fa
(Foto: Yoli Schwartz, Israel Antiquities Authority)

Uno studio dell'Università di Tel Aviv e della Israel Antinquities Authority, ha rivelato i resti di uova di vermi intestinali di 2700 anni fa all'interno di una toilette in pietra di una lussuosa proprietà privata. Si tratta dei resti delle uova di quattro diversi tipi di parassiti intestinali: ascaridi, tenia, tricocefali ed ossiuri. I ricercatori hanno ipotizzato che i ricchi abitanti della lussuosa residenza di Gerusalemme, soffrivano di malattie infettive e di epidemie.
Lo studio è stato condotto dalla Dottoressa Dafna Langgut, direttrice del Laboratorio di Archeobotanica e Ambienti Antichi dell'Università di Tel Aviv presso l'Istituto di Archeologia e del Museo di Storia Naturale Steinhardt.
La Dottoressa Langgut ha raccolto campioni di sedimenti al di sotto della toilette in pietra, dove si trovava il pozzo nero. In laboratorio, poi, la ricercatrice ha estratto chimicamente le uova dei parassiti, le ha esaminate al microscopio ottico e le ha identificate. 
Le uova dei parassiti sono sopravvissute per quasi 2700 anni. I vermi intestinali sono parassiti che causano sintomi quali dolore addominale, nausea, diarrea e prurito. Alcuni di questi parassiti sono particolarmente pericolosi per i bambini e possono portare a malnutrizione, ritardi nello sviluppo, danni al sistema nervoso ed, in casi estremi, anche alla morte.
La Dottoressa Langgut ritiene che le malattie intestinali di cui soffrivano gli antichi proprietari di quest'edificio fossero dovute alle cattive condizioni igieniche che portavano alla contaminazione fecale di cibo ed acqua potabile. Oppure potrebbe essere dovuto ad una mancata profilassi igienica, quale, per esempio, il mancato lavaggio delle mani. Altre possibili fonti di infezioni potevano essere l'utilizzo di feci umane per fertilizzare i raccolti ed il consumo di manzo o maiale cucinati in modo non corretto.
In assenza di medicine, il recupero dei vermi intestinali era difficile o impossibile e le persone infette potevano soffrire di parassiti per tutto l'arco della loro vita.
Il direttore dello scavo Dottor Ya'akov Billig, ha spiegato che la tenuta aristocratica nella quale sono stati trovati questi resti, risale alla metà del VII secolo a.C. (tarda Età del Ferro). Nel sito sono stati rinvenuti degli importanti manufatti in pietra di straordinaria fattura, quali capitelli in pietra decorata in stile proto-eolico. Adiacente a questa dimora nobiliare vi era un giardino spettacolare che offriva una vista mozzafiato sulla città di Davide e sul monte del Tempio. Il pozzo nero è stato ritrovato proprio in questo giardino insieme ai resti di alberi da frutto ed ornamentali, sormontato da un'installazione quadrata in pietra calcarea con un foro al centro.
I servizi igienici erano estremamente rari, all'epoca, e costituivano una sorta di "status symbol", una struttura di lusso che solo i ricchi ed i nobili potevano permettersi.

Fonte:
Università di Tel Aviv via archaeologynewsnetwork.blogspot.com

Spagna, il tesoro dei fuggiaschi scoperto da un...tasso!

Spagna, le monete ritrovate dagli archeologi
(Foto: Alfonso Fanjul Peraza)

Un tasso ha guidato gli archeologi alla scoperta di un tesoro di oltre 200 monete romane, nascoste per secoli in una grotta in Spagna.
Il tasso si era scavato una sorta di tana in una crepa nella roccia all'interno della grotta di La Cuesta, nella regione delle Asturie, nel nordovest della Spagna. Durante lo scavo della tana, ha tirato fuori le monete successivamente scoperte da un uomo del posto, Roberto Garcia, che ha chiamato gli archeologi. Il tasso era riuscito a dissotterrare ben 90 monete.
Gli archeologi, allora, hanno iniziato ad effettuare uno scavo archeologico che ha permesso il recupero di un totale di 209 monete datate ad un periodo compreso tra il 200 ed il 400 d.C., corrispondente al periodo tardo romano, quando i barbari invasero la penisola iberica. Gli archeologi ritengono che le monete siano state nascoste da persone che fuggivano dall'avanzata dei barbari, segno dell'instabilità sociale e politica seguente alla caduta di Roma.
Le monete sotto attualmente in fase di pulitura e saranno presto esposte al Museo Archeologico delle Asturie. I ricercatori pensano che ci siano altri materiali da recuperare dallo scavo. Si ritiene che queste monete costituiscano il più grande tesoro romano recuperato all'interno di una grotta spagnola.

Fonte:
edition.cnn.com


Cina, trovate antiche tombe di nobili

Cina, le antiche sepolture scoperte
(Foto: msn.com)

Un nutrito gruppo di sepolture risalente alla tarda dinastia Shang (1600-1046 a.C.), è stato recentemente scoperto nel villaggio della Cina centrale di Shaojiapeng, nella provincia di Henan.
Il sito di Shaojiapeng si trova a circa due chilometri dalle rovine e dal tempio di Yin, patrimonio mondiale dell'Unesco, ed è stata un'importante centro del clan Ce che visse durante la dinastia Shang. Proprio il carattere cinese "Ce" è stato rinvenuto sull'iscrizione di bronzi scoperti nelle reliquie cimiteriali.
Durante i due anni di scavo nel sito sono state rinvenute le fondamenta di alcuni edifici, 24 sepolture, quattro fosse per cavalli e carri, reliquie tra le quali squisiti oggetti in bronzo, in giada e pietra ed anche ossa.
Tra le sepolture sono state rinvenute sei carrozze e diversi resti di guerrieri e cavalli accompagnate da lussuose decorazioni. Alcuni guerrieri avevano ancora indosso cappelli con fili di conchiglie, mentre la fronte di alcuni cavalli era stata decorata con un'impiallacciatura d'oro e con supporti di bronzo.
"Si tratta di reperti molto rari tra le antiche scoperte di questa zona, poiché riflettono lo stato straordinario e il potere dei proprietari della sepoltura", ha affermato Kong Deming, direttore dell'Istituto Anyang di reliquie culturali e di archeologia.
I ricercatori stanno ancora lavorando per svelare i misteri ancora custoditi dal sito, incluso lo stato sociale del clan, la suddivisione del lavoro ed il rapporto dei membri di questo clan con la famiglia reale Shang.

Fonte:
msn.com

lunedì 10 gennaio 2022

Turchia, riemergono le maschere decorative del teatro di Kastabala

Turchia, due maschere trovate a Kastabala
(Fonte: AA)

Nell'antica città di Kastabala, situata nella provincia meridionale di Osmaniye, in Turchia, sono state rinvenute maschere in rilievo sui blocchi architettonici del teatro. Le maschere raffigurano elementi utilizzati nelle commedie e nelle tragedie durante il periodo antico.
Kastabala è conosciuta come l'Efeso della regione di Cukurova, un sito che è sopravvissuto fino ai giorni nostri, con la sua strada colonnata, il teatro, la struttura termale, le chiese ed un castello
La parte in cui è riemerso il teatro è stata ampiamente riportata alla luce e qui sono emerse dieci maschere in rilievo. Sono maschere accigliate, che riprendono quelle realizzate per la tragedia, mentre altre, dall'espressione sorridente, fanno riferimento alle maschere della commedia. Queste maschere testimoniano l'alto livello culturale raggiunto dalla città.

Fonte:
dailysabah.com



Chieti, emerge una ricca tomba nella necropoli di piazza San Giustino

Chieti, lo scavo dal quale è emersa la necropoli
(Foto: Soprintendenza Archeologia e Belle Arti)

La Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Chieti e Pescara, ha annunciato di aver scoperto una sepoltura dalla forma insolita, quasi quadrangolare, definita perimetralmente da lastre e blocchi di arenaria.
Si tratta di una struttura funeraria grande il doppio delle normali sepolture ed appare finora unica nel suo contenuto: i resti di una donna di piccole proporzioni ma di struttura robusta. La donna era accompagnata nell'aldilà da una ricca serie di vasi in bronzo e ceramica, questi ultimi di importazione. Le tracce delle vesti dalle quali la defunta era ricoperta erano decorati con fibule, elementi in bronzo, vasi invetriati e amuleti.
La sepoltura occupa il lato meridionale della fossa di inumazione ed è rivolta verso ovest. Nella metà settentrionale, a destra dell'inumazione, erano stati sistemati e deposti gli oggetti del ricco corredo funebre.
Una volta terminato lo scavo, lo studio dei materiali, le analisi antropologiche e quelle svolte sui contenuti dei vari vasi, potranno dare altre risposte circa l'epoca alla quale risale la necropoli nella quale era inserita la sepoltura della donna.
Secondo i ricercatori la sepoltura risale all'epoca ellenistica (IV-III secolo a.C.) ed è riaffiorata dagli scavi di piazza San Giustino. I ritrovamenti effettuati in questi anni suggeriscono una realtà ricca, con una società ed un'economia basate su contatti con altri ambiti e conseguenti importazioni, ricettiva ad apporti esterni.

Fonti:
archaeologynewsnetwork.blogspot.com
ilcentro.it

Turchia, misteriosa figurina in marmo da Catalhoyuk

Turchia, la statuetta neolitica scoperta a Catalhoyuk
(Foto: turkishpress.com)

Una statuetta in marmo risalente ad 8500 anni fa è stata recentemente scoperta nel sito neolitico di Catalhoyuk, nella Turchia centrale.
Si tratta di una statuetta a forma di prisma, alta circa cinque centimetri, raffigurante una figura umana distesa. E' stata invenuta durante gli scavi nel tumulo meridionale di Catalhoyuk, uno dei primi modelli di urbanizzazione in Anatolia.
Ali Umut Turkcan, professore di archeologia all'Università di Anadolu, ha affermato che la statuetta, ricavata dal marmo, è un pezzo raro. La statuetta non reca segni sulla sua superficie. Il Professor Turkcan ha affermato che questo reperto ricorda le figurine identificate come di sesso maschile che si appoggiano leggermente all'indietro sul dorso di un animale, trovate in scavi precedenti. Ma da quando, nel 2016, nel tumulo meridionale del sito di Catalhoyuk, sono ripresi gli scavi, le figurine umane rinvenute sono tutte di sesso femminile.

Fonte:
turkishpress.com


Roma, ancora sorprese dal sottosuolo dell'Appio Latino

Roma, un'antica statua raffigurate un cane ritrovata di recente
(Foto: Ministero della Cultura Italiano)

A causa della sua lunga storia, Roma ha spesso regalato tesori archeologici che spuntano dai luoghi più inaspettati. L'ultima scoperta, in ordine di tempo, è un'antica statuetta raffigurante un cane, scoperta nel corso dei lavori alla rete idrica di Roma.
Il ritrovamento del reperto è stato annunciato il primo gennaio. La statua è stata trovata nel quartiere Appio Latino, un quartiere che ospita antiche ville romane ed una serie di strutture funerarie. Il cane è stato rinvenuto con tre tombe antiche.
Secondo il Ministero della Cultura, una delle tre sepolture reca le prove di un incendio che potrebbe averne determinato il disuso.
La statua del cane, così come un'urna, sono state trovate a circa mezzo metro sotto il livello stradale. Realizzata in terracotta, la statua somiglia molto a delle strutture che, all'epoca degli antichi Romani, erano utilizzate come parte dei sistemi di drenaggio sui tetti inclinati. Dal momento che l'oggetto, però, non presenta i classici fori per il passaggio dell'acqua, è possibile che la statuetta sia stata intesa solo come una graziosa decorazione.
Al collo dell'animale in terracotta è possibile vedere una sorta di collare con stemma e, poco più in basso, tra le gambe, è visibile la presenza di un oggetto di forma circolare. 

Fonte:
artnews.com


sabato 8 gennaio 2022

Janus, il dio dei primordi

Giano bifronte (Foto tratta dal sito oltrelalinea.news)

Janus è il primo dio che risiederà nella zona dove verrà costruita l'Urbe, ma non sui "sette colli fatali" bensì sull'ottavo, il Gianicolo che da lui prende il nome, situato sulla riva destra del Tevere e quindi in opposizione ai pagi che verranno a formarsi sulla riva opposta (non a caso, gli eruditi romani dettero alla sua città il nome di Antipoli).
Janus, io indigeno, è signore della Prima Roma insieme a Camese, che per Macrobio è di sesso maschile, mentre per la maggior parte degli autori è una regina, divenuta successivamente moglie di Janus. [...]
Egli precede sia Saturnus che da lui riceverà in dono il territorio sulla riva sinistra su cui costruirà Saturnia, la Seconda Roma, che Juppiter, dimostrando così come sia arcaica la sua presenza nel Lazio.
La sua raffigurazione come dio bicipite, probabilmente da riferire ad una fase preindoeuropea di occupazione dell'Italia, ne indica la funzione di dio del passaggio, dell'entrare e dell'uscire, colui che conosce il passato ed il presente, signore del prima, mentre Juppiter è signore dei summa, per tale motivo spettano a lui l'inizio dell'anno e l'inizio di tutti i mesi, che successivamente dividerà con Juno, la quale per altro, nei calendari solo in marzo è ricordata alle Kalendae come Juno Covella. Janus ha anche l'attributo di Junonius [...].
Suo sacerdote è il Rex Sacrorum, il primo dei sacerdotes nelle processioni ed il primo a sedersi nei lectisternia, il quale ha nelle cerimonie il posto e i riti che erano propri del re, e Janus è per eccellenza il prototipo del re, aspetto che più tardi passerà a Juppiter.
Il nome stesso di Janus, divinità complessa e misteriosa in quanto primordiale e poco comprensibile già per gli stessi Romani, indica il passaggio, derivando dalla radice indoeuropea *ya (sanscrito yana = la via, latino ire = andare), la stessa radice che potrebbe essere alla base del nome di Diana quale *Deviana, come riteneva Varrone. E' il dio che presiede ai passaggi di ogni genere, per questo lo vedremo agire nel mese di agosto, mese degli dèi arcaici, come Portunus, signore delle porte e dei porti, Vertumnus, colui che fa volgere le stagioni e Volturnus, il dio dell'eterno volgere e mutare di ogni caso; sul piano materiale presiede alle strade, è il rector viarum, e quindi presiede anche al movimento delle greggi e ai lavori dei campi e più in generale alla circolazione della ricchezza: per tale motivo a lui "è riconosciuta la paternità del denaro, il cui nome latino, pecunia, conserva in modo trasparente la sua connessione con le mandrie". [...]
La capacità generatrice di Janus, insita nel fatto di essere il Primo degli dèi, è connessa alla sua identificazione con il Sole ed il fuoco da cui si origina la vita. Janus è il Sole come principio del Fuoco cosmico grazie al quale viene in essere la creazione, e questo si manifesta nel rito di accensione e spegnimento del fuoco di Vesta il primo giorno di marzo, quando si spegne il fuoco materiale simbolo di quello principiale che rimane eternamente perenne.
(da: "Il Tempo di Roma - gli dèi e le feste nel calendario di Roma" di Paolo Galiano e Massimo Vigna)


giovedì 6 gennaio 2022

Roma, sorprese dal sottosuolo...

Roma, il rinvenimento archeologico dell'Appio Latino
(Foto: Fabio Caricchia)

In via Tosti, a Roma, sotto mezzo metro di terra, sono stati ritrovati tre mausolei, emersi grazie alle indagini preventive della Soprintendenza Speciale di Roma in un cantiere per la sostituzione della rete idrica nel quartiere Appio Latino, gli edifici sepolcrali sono tutti appartenenti al medesimo complesso funerario databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.
Qui passava e passa ancor oggi l'antica via Latina. "Una scoperta che getta nuova luce su un contesto importantissimo", ha detto la soprintendente speciale di Roma Daniela Porro. "Quella via Latina che da Porta Capena arrivava fino a Capua e il cui tracciato è oggi ancora visibile nei Parchi degli Acquedotti e delle Tombe di via Latina. Ancora una volta Roma mostra importanti tracce del passato in tutto il suo tessuto urbano".
Sono venuti alla luce grazie agli scavi, diretti dall'archeologa Angelina De Laurenzi della Soprintendenza ed eseguiti dalla ditta Archeo - anche una olla cineraria in ceramica comune ancora integra e contenente dei resti ossei e una sepoltura a inumazione in nuda terra di un giovane.
Le tre strutture hanno in comune un grande basamento in materiale cementizio ma si distinguono per le pareti sopravvissute, che nella prima sono in blocchi di tufo giallo, e nella seconda in opera reticolata, e del fatto che uno degli edifici presenta dei segni di combustione, segno di un incendio che ne ha probabilmente causato l'abbandono.
Il complesso funerario, parzialmente rovinato da precedenti cantieri, era stato costruito sfruttando il fronte di una cava di pozzolana abbandonata, come indicano i tagli irregolari realizzati sul banco di tufo su cui sorge. Dagli antichi strati della cava - precedenti rispetto alle strutture funerarie - sono emersi intonaci colorati e una testa canina in terracotta. Questo tipo di manufatto, che al tempo era usato come gocciolatoio da tetto, è in questo caso puramente decorativo perché privo del foro di scolo. 
Nel 1956, a poche decine di metri dall'attuale ritrovamento, è stato scoperto lo straordinario ipogeo di via Dino Compagni, che si caratterizza per la varietà architettonica degli ambienti e per la straordinaria decorazione di oltre 100 affreschi, con cicli pittorici pagani alternati a dipinti cristiani.

Fonti:
artribune.com
roma.repubblica.it

Roma, la misteriosa iscrizione di un elmo etrusco...

Roma, l'elmo etrusco contenente un'iscrizione
(Foto: Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia)

All'interno di un elmo etrusco di 2400 anni, custodito nel Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, è stata rinvenuta un'iscrizione "insolita" che potrebbe gettare nuova luce sull'organizzazione militare dell'antica popolazione preromana.
Gli archeologi si erano accorti dell'iscrizione, ma la scoperta arriva a ben 90 anni dal ritrovamento, nel 1928, dell'elmo di bronzo nella zona di Osteria nella necropoli di Vulci.
L'iscrizione, incisa all'interno del paracollo dell'elmo, è composta da sette lettere: HARN STE, che probabilmente indicano un luogo di provenienza, sia dell'oggetto che del possessore e che devono essere lette come una sola parola. Si tratta di un'iscrizione molto insolita che, secondo gli studiosi, "offre informazioni fondamentali per ricostruire l'organizzazione militare e l'evoluzione dell'arte della guerra" nella penisola italiana prima dell'egemonia di Roma.
E' pressoché certo, a giudicare dallo stile e dalla fattura, che l'elmo appartenesse ad un guerriero etrusco ed è stato datato alla metà del IV secolo a.C., quando l'Italia centrale era funestata da sanguinosi conflitti tra tribù locali che si contendevano il predominio sulla penisola o per la sopravvivenza, minacciate dalla diffusione delle tribù celtiche.
Probabilmente il fatto che l'iscrizione si trovi all'interno dell'elmo può indicare che il suo proprietario contrassegnava abitualmente in questo modo gli oggetti di sua proprietà. Il che rafforzava il sentimento di appartenenza per un oggetto di vitale importanza, ma fornisce anche informazioni sul sistema di fucine in cui gli Etruschi fabbricavano le loro armi e si pensa che sia possibile che l'elmo non sia stato realizzato a Vulci, dove in effetti è stato trovato, ma piuttosto da qualche parte nei pressi della città di Perugia.
Tito Livio, storico vissuto nel I secolo a.C., ha scritto dell'esistenza di un accampamento etrusco chiamato Aharman, dove si radunarono le truppe alla vigilia della battaglia del Sentino durante la Terza Guerra Sannitica, nel 295 a.C., che vide Roma affrontare una coalizione di Etruschi, Galli, Umbri ed altre tribù.
Il nome Aharnam suona molto simile all'attuale città di Civitella d'Arna, vicino Perugia, e l'iscrizione HARN STE, letta come una sola parola, potrebbe essere formata dal nome di quella citta o dei suoi dintorni. Su altre sculture e oggetti in pietra etruschi gli archeologi hanno trovato iscrizioni simili, tra cui Havrna, Havrenies e Harenies.
Il portavoce del Museo Etrusco di Villa Giulia, dove l'elmo è custodito, ha affermato che "non è possibile stabilire con certezza se il nome conservato coincida con quello del suo ultimo proprietario", poiché tali oggetti passavano spesso di mano in mano come trofei di guerra.

Fonte:
Agenzia di Stampa EFE via archaeologynewsnetwork.blogspot.com

Zominthos, le sorprese del palazzo minoico

Grecia, il palazzo di Zominthos ed il cortile pavimentato
(Foto: Zominthos Project)

Gli scavi a Psiloritis, sull'isola di Creta, condotti dal Professor Efi Sapouna-Sakellaraki, hanno portato alla luce, all'interno del palazzo minoico di Zominthos, un cortile.
Il cortile si trova nei pressi dell'ingresso nord dell'edificio principale, di epoca neopalaziale (1700-1600 a.C.) e la sua scoperta chiarisce pienamente il quadro complessivo del palazzo, immenso e lussuoso, che occupava ben 1.800 metri quadrati di superficie ed aveva 71 stanze a piano terra, comprensive di laboratori e magazzini.
Il cortile è stato costruito direttamente su un precedente strato appartenente al periodo del Palazzo Vecchio, che ha fornito nuovi reperti di particolare interesse. Il cortile venne costruito durante il periodo del Palazzo Nuovo, quando gli abitanti di Zominthos tornarono dopo un grave terremoto che aveva distrutto l'edificio più antico. Proprio questi abitanti costruirono sullo stesso sito del Palazzo Vecchio e sulle sue rovine, un nuovo palazzo, più alto, maestoso e solido, anche se di dimensioni leggermente più piccole. Il cortile aperto era essenziale per il funzionamento dei palazzi minoici, poiché vi si svolgevano sia eventi sportivi che rituali.
Al cortile del palazzo di Zominthos si accede attraverso un corridoio interno all'edificio. Al di sotto del cortile lastricato, gli scavi di questi mesi hanno portato alla luce tracce di edifici risalenti al periodo del Palazzo Vecchio (1900 a.C. circa) e che occupavano una vasta aera di 100 metri quadrati, a conferma che il palazzo più antico era notevolmente più grande rispetto a quello nuovo. Sono stati individuati, in particolare, tre ambienti ed altri tre erano estati rinvenuti in precedenza al di fuori dei confini del cortile.
Gli scavi hanno restituito anche piatti, vassoi, vasi cilindrici a rilievo del tipo cosiddetto "a serpente", grandi e piccole fruttiere, sezioni di cristalli di rocca. La condizione della maggior parte dei reperti è frammentaria, dal momento che nuove costruzioni si sono sovrapposte a quelle più antiche.
Il ritrovamento, qualche anno fa, di un altare rituale portatile con incisi dei simboli, nonché di una tavoletta con iscrizioni in scrittura geroglifica lineare A, si riferiscono, secondo gli esperti, alle funzioni religiose e amministrative che si svolgevano all'interno dell'edificio in epoca minoica.
Gli scavi a Zominthos sono iniziati negli anni '80 del secolo scorso a cura del Professor Yannis Sakellarakis. Dopo una pausa sono ripresi nel 2004 fino al 2010, quando l'archeologo è morto. Dal 2010 ad oggi la responsabilità dello scavo è passata ad Efi Sapouna-Sakellaraki.
Zominthos si trova tra le montagne poste al centro dell'isola di Creta, la più grande delle isole greche. La parte più ampia della regione di Zominthos è stata occupata almeno dal periodo minoico. Il Professor Yannis Sakellarakis, che scoprì il sito nel 1982, portò alla luce l'Edificio Centrale che oggi si ritiene abbia dominato una delle principali vie minoiche fino al monte Ida, oggi chiamato Psiloritis.

Fonte:
Mononews via archaeologynewsnetwork.blogspot.com

martedì 4 gennaio 2022

Turchia, trovata vittima dello tsunami seguito all'eruzione di Thera

Turchia, lo scheletro della probabile vittima di
uno tsunami (Foto: Vasif Sahoglu)

Un team internazionale di ricercatori ha rinvenuto i resti di un giovane ucciso, circa 3600 anni fa, da uno tsunami causato dall'eruzione del vulcano di Thera, l'attuale isola di Santorini.
Precedenti ricerche hanno dimostrato che l'eruzione del vulcano di Thera fu un evento piuttosto rilevante e talmente potente da causare il declino della civiltà minoica sull'isola di Creta. Secondo i ricercatori quest'evento drammatico si verificò tra il 1500 ed il 1600 a.C.
Santorini si trova nel Mediterraneo orientale, a nord di Creta, tra la Grecia meridionale e la Turchia meridionale. Nelle immediate vicinanze del sito dell'eruzione sono state trovate abbondanti prove di quest'ultima ma scarse prove del verificarsi di uno tsunami. Gli tsunami, infatti, tendono a riportare detriti e corpi in mare, piuttosto che lasciare traccia di sé sulla terra. Per questo motivo i resti delle vittime dello tsunami di Thera non sono stati mai trovati, non un solo corpo, almeno fino ad oggi.
I resti del giovane sono stati rinvenuti in un sito di scavo noto come Cesme-Baglararasi, lungo un litorale della Turchia occidentale. Il sito di scavo ha restituito, inoltre, manufatti della tarda Età del Bronzo per diversi anni, ma solo di recenti sono state rinvenute tracce di uno tsunami: strati di cenere e detriti che non sono finiti in mare a causa della presenza di un muro di contenimento.
Oltre ai resti del giovane, i ricercatori hanno rinvenuto anche i resti di un cane. I ricercatori hanno anche mostrato che l'area è stata colpita da diversi tsunami legati all'eruzione di Thera. La datazione al radiocarbonio dei materiali che circondano i resti, ha restituito una data non anteriore al 1612 a.C. Pareti danneggiate, macerie, sedimenti e ceneri sono la prova di tsunami multipli. Sono state rinvenuti anche i resti di fosse deformi, probabilmente scavate da persone in cerca delle vittime dell'evento naturale.
I resti del giovane sono stati trovati praticamente spinti contro un muro di contenimento, posizionato in modo simile a quelli delle vittime di tsunami moderni.

Fonte:
phys.org 

Slovacchia, trovati frammenti di un diploma militare romano

Slovacchia, scavi nel campo militare dell'antica Gerulata
(Foto: Museo della città di Bratislava)

Gli archeologi hanno riportato alla luce, in Slovacchia, una serie di rari reperti appartenenti all'antica città di Gerulata che, un tempo, sorgeva dove ora vi è uno dei quartieri della città di Bratislava.
Tra i reperti recuperati vi sono monete, fibbie, bruciatori, finimenti per cavalli, vetro, oggetti in ferro e ceramiche del III secolo d.C. ed anche un pettine del II secolo d.C., che attesta il contatto tra gli antichi abitanti di Gerulata con le tribù germaniche.
Un tempo sorgeva, in questo luogo di scavo, un accampamento ed un insediamento militare romano. Qui si sta scavando da due anni. I ricercatori hanno esplorato un canale in muratura di epoca romana. Si tratta, con tutta probabilità, di un collegamento fognario. Sono state anche rinvenute delle ossa di animali quali ossa di mucca, di cane, di uccelli e di pesce.
Gli archeologi si sono anche occupati di un fossato medioevale, profondo più di tre metri e largo otto. Si tratta di un'opera risalente al XV o XVI secolo, che ricalcava il percorso di una strada campestre ancora esistente negli anni '60 del secolo scorso.
Il punto culminante della ricerca è stata la scoperta di un frammento di un diploma militare romano. Si tratta di una copia ufficiale di un decreto emesso dall'imperatore, che concedeva privilegi ai soldati dell'esercito romano che andavano in pensione e serviva come prova personale dello status del soldato e dei diritti che gli erano concessi. Ad oggi nel mondo sono stati rinvenuti circa un migliaio di diplomi di questo tipo, ma solo due - compreso quello scoperto di recente - provengono dal campo di Gerulata a Bratislava.

Fonte:
spectator.sme.sk


Israele, trovati reperti in fondo al mare davanti a Cesarea

Israele, anello in oro con gemma incisa con la figura
del buon pastore (Foto: Israel Antiquities Authority)

Gli archeologi israeliani hanno scoperto i resti di due naufragi al largo della costa mediterranea, che hanno restituito un tesoro di centinaia di monete d'argento sia romane che medioevali.
Il ritrovamento è stato fatto nei pressi della costa dell'antica città di Cesarea e sono stati datati ai periodi romano e mamelucco, da 1700 a 600 anni fa. Le monete d'argento e di bronzo romane risalgono alla metà del III secolo d.C.
Tra gli altri reperti recuperati nel sito vi sono figurine fittili, ceramiche e manufatti metallici che un tempo appartenevano a delle navi, quali chiodi ed un'ancora di ferro piuttosto malridotta.
Tra i reperti degni di nota vi è un anello d'oro romano la cui gemma, di colore verde, è stata incisa con la figura di un pastore che reca sulle sue spalle una pecora. Si pensa che la nave romana dalla quale è stato estratto il reperto, provenisse dall'Italia, in base ai manufatti che essa recava.

Fonte:
theguardian.com

Egitto, trovati interessanti ostraca a Sor

Egitto, ostrakon rinvenuto a Sohag
(Foto: english.ahram.org.eg)

A Sohag, nell'Alto Egitto è stata trovata, da una missione tedesco-egiziana, una cache con ben 13.000 ostraca. Si tratta di una scoperta molto importante perché fa luce sull'economia e sul commercio di Atribis. I testi rivelano le transazioni finanziarie degli abitanti della zona, che hanno acquistato e venduto provviste quali grano e pane.
Christian Latis, capo della missione archeologica tedesca, ha spiegato che ora gli archeologi stanno studiando gli ostraca per trarre da essi maggiori informazioni sulle attività degli antichi abitanti della zona. Latis pensa che i testi riportati sui cocci d'argilla potrebbero indicare l'area dove sorgeva, in tempi antichi, una scuola per l'insegnamento della scrittura demotica, ieratica, geroglifica e greca. Sono stati rinvenuti anche ostraca di epoca romana e bizantina.
Atribis era una delle città più importanti dei nove nomi dell'antico Egitto. Si trova sulla riva occidentale del Nilo, a sudovest della città di Sohag.

Fonte:
english.ahram.org.eg

Grecia, scoperta una sepoltura nobile nell'antica capitale della Macedonia

Vergina, la tomba appena rinvenuta (Foto: allthatsinteresting.com) La costruzione di un nuovo sistema fognario nell'antica città macedon...