domenica 2 agosto 2020

Ungheria, la Venere di Egerszeg

Ungheria, la Venere di Egerszeg (Foto: Gyorgy Varga)
Gli archeologi del Museo Gocsej, in Ungheria, durante i lavori di costruzione di una pista automobilistica, hanno trovato frammenti di un idolo di 6500 anni fa, una statua in argilla raffigurante una figura femminile artisticamente dettagliata, riferibile alla cultura Lengyel, una cultura del Neolitico europeo, stanziata sul medio Danubio e nell'Europa centrale.
La figura è stata battezzata Venere di Egerszeg. Dal 2017 il personale del Museo ha costantemente monitorato i lavori di sterro relativi alla pista automobilista. Nella parte orientale dell'area, sopra il torrente Nagypàli, sono state rinvenute le tracce di un grande insediamento della cultura Lengyel, risalente al V millennio a.C.
La Venere di Egerszeg è stata scoperta a luglio. Particolarità dell'idolo è la meticolosa elaborazione. Finora sono state rinvenute pochissime figurine in argilla appartenenti alla cultura Lengyel. Prima della Venere di Egerszeg sono emersi, nel medesimo luogo, diversi oggetti connessi ad un'attività di culto. Si tratta di frammenti di ceramica, strumenti in pietra e frammenti di argilla dipinta in giallo, rosso e bianco riferibili ad idoli probabilmente spezzati intenzionalmente. Si pensa che questo rito particolare possa essere stato correlato alla natura e alla fertilità dei terreni agricoli.

Fonte:
hungarytoday.hu

Egitto, importanti scoperte nel deserto di Abydos

Egitto, parte del ritrovamento nel deserto di Abydos
(Foto: ahram.org.eg)
Una squadra di archeologi egiziani, guidati da Mohammed Abd al-Badea, ha documentato prove di attività umana dall'antichità a tempi più vicini a noi su un'area di otto chilometri quadrati nel deserto ad ovest della città di Abydos, individuando, così, molte misteriose aperture poste in alto su una formazione rocciosa all'interno della valle sacra a sud del cimitero reale di Umm al-Qaab.
Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha affermato che da un primo esame queste aperture sembrano essere degli ingressi a delle camere scavate nella roccia, la cui valenza era di natura sacra. Alcune aperture conducono ad una camera, altre portano a gruppi di due, tre e cinque camere. I gruppi di ambienti sono interconnessi tra loro da strette porte tagliate nella parete rocciosa. Le camere superano raramente i 120 centimetri di altezza e non sono decorate. La maggior parte presenta elementi scavati nella roccia, quali nicchie, panchine o canali scavati nel pavimento. Accanto alla maggior parte delle aperture ci sono delle prese per le mani.
Le camere sono state ricavate su spazi posti sopra profondi pozzi verticali che seguono tunnel nei quali scorre dell'acqua, ma ora sono quasi completamente ostruiti dai detriti. Non ci sono prove di sepolture, all'interno di queste camere e non sembrano siano servite come tali. Un singolo graffito in una delle camere restituisce il nome di Khuusu-n-Hor, di sua madre Amenirdis e di sua nonna Nes-Hor. Questi nomi, così come la ceramica ritrovata all'interno e intorno all'ambiente, suggeriscono che il complesso risale, con molta probabilità, al periodo tolemaico (332-330 a.C.). L'unica decorazione è costituita da due piccole ma insolite figure tagliate a bassorilievo su un lato di un punto di accesso.

Fonte:
ahram.org.eg

Slovacchia, scoperto il muro di un antico cimitero

Slovacchi, gli scavi del muro cimiteriale nel parco di Zvolen
(Foto: Robert Malcek)
Il restauro del parco di Stur, nel centro di Zvolen, una città della Slovacchia centrale, ha rivelato preziosi reperti archeologi. Sono state scoperte, infatti, le basi del muro di un cimitero ed un pozzo. La ricerca archeologica condotta nei pressi di una vicina chiesa otto anni fa, ha rivelato che il parco nasconde altri antichi segreti. I resti dell'antico cimitero sono stati rinvenuti a circa 60 centimetri dal livello del terreno e vicino alla strada che divide il parco dalla chiesa. Il muro ha una forma ellittica e circondava la chiesa di Sant'Elisabetta, risalente al XIII secolo.
"Il muro scoperto doveva separare il mondo dei morti dal mondo dei vivi, era un confine tra la vita sacra e quella laica", ha detto l'archeologo Jàn Beljak. Il muro era scomparso nel 1811. Per un certo periodo di tempo ci fu una recinzione di legno intorno alla chiesa. La piccola comunità della cittadina non aveva abbastanza risorse finanziarie per fortificare l'intera città e fu, probabilmente, questo il motivo per cui venne fortificata solamente la chiesa.
Il pozzo in pietra, invece, rimane occultato sotto il pavimento, ancora ben conservato e funzionante. La superficie dell'acqua si trova a circa due metri dall'imboccatura del pozzo, il cui diametro è di due metri. In passato, quando i marciapiedi del parco erano coperti di asfalto, il pozzo era occultato da una lastra di cemento. Il pozzo era uno dei tanti manufatti pubblici destinati all'approvvigionamento idrico della popolazione.

Fonte:
spectator.sme.sk

Parigi, trovato il luogo di sepoltura di Luigi XVI e Maria Antonietta?

Parigi, la Chapelle Expiatoire (Foto: Elsa Hardy/Gamma-Rapho/Getty)
I ricercatori francesi ritengono che i resti di almeno 500 persone ghigliottinate durante la rivoluzione francese possano essere stati seppelliti sotto le fondamenta di un edificio parigino. Questa scoperta contraddirebbe il racconto storico che vorrebbe che i corpi di alcuni giustiziati famosi, quali l'amante di Luigi XVI, Madame du Barry, Olympe de Gouges e Maximilien Robespierre, siano stati trasferiti nelle catacombe esistenti al di sotto della città. I ricercatori devono, ora, esaminare le pareti e le fondamenta della Chapelle Expiatoire, un monumento posto vicino ai Grands Boulevards dedicato a Luigi XVI e a Maria Antonietta, dopo la scoperta di alcuni resti ossei.
Aymeric Peniguet de Stouts, amministratore della cappella, si è improvvisato detective storico dopo aver notato delle curiose anomalie nelle pareti tra le colonne della cappella inferiore. Per non danneggiare le fondamenta dell'edificio, le autorità francesi hanno chiamato un archeologo che si è servito di una telecamera particolare inserita tra le mura della cappella. Nel suo rapporto, l'archeologo Philippe Charlier ha confermato i sospetti di Peniguet de Stouts sull'esistenza, nella cappella inferiore, di quattro ossari consistenti in scatole di legno, pieni, con tutta probabilità, di ossa umane frammiste a terriccio.
La scoperta potrebbe rivelarsi importantissima per svelare il mistero su quello che è realmente accaduto ai resti dei nobili ghigliottinati durante la rivoluzione. La Chapelle Expiatoire venne costruita all'inizio del XIX secolo là dove esisteva l'antico cimitero della Madeleine, non lontano da Place de la Révolution, ora Place de la Concorde, dove un tempo era installata una ghigliottina. Il cimitero venne chiuso nel 1794, quando si esaurì lo spazio per le sepolture.
Quando Luigi XVIII divenne re, nel 1814, ordinò che i resti di suo fratello Luigi XVI e di Maria Antonietta fossero rimossi e sepolti nella basilica di Saint-Denis e commissionò la Chapelle Expiratoire in loro memoria. Gli ordini reali erano che nessun lembo di terra saturo dei resti delle vittime della rivoluzione sarebbe stato asportato dal luogo. Gli storici, però, hanno sempre creduto che i resti delle 500 vittime aristocratiche della rivoluzione, nonché dello stesso Robespierre, fossero stati trasferiti in un altro cimitero.
Peniguet de Stoutz ha ora richiesto ulteriori ricerche nella Chapelle Expiatoire che, finora, era considerato solo un monumento in memoria della famiglia reale ma che ora si è manifestato essere una vera e propria necropoli di quanti furono ghigliottinati durante la rivoluzione.

Fonte:
theguardian.com

Israele, serpenti e lucertole come pasti natufiani?

Israele, vertebre di serpente rinvenute in un sito natufiano
(Foto: Roee Shafir)
Gli archeologi hanno scoperto, in Israele, che le persone vissute 15000 anni fa solevano, forse, mangiare, in talune occasioni, serpenti e lucertole. Scavi precedenti in Palestina, Libano, Siria e Giordania hanno riportato alla luce migliaia di ossa appartenenti a lucertole e serpenti. Non è, però, ancora certo se questi animali fossero oggetto di pasti o le loro ossa siano state lasciate da altri predatori.
Le comunità che vivevano in questi paesi erano chiamate Natufiani. Si trattava principalmente di cacciatori e sono considerati la prima società non nomade. Le comunità semisedentarie natufiane furono, probabilmente, precorritrici delle popolazioni agricole.
Nel sito di el-Wad sono stati raccolti quasi 3.000 resti, per lo più vertebre, appartenenti per la maggior parte ad una lucertola europea, il Dolichophis jugularis, ad un serpente, il Malpolon Insignitur e alla vipera comune, la Daboia Palaestinae. Gli archeologi hanno esaminato le ossa cercando segni rivelatori della macellazione e della consumazione degli animali. Rilevare questi segni è, in verità, piuttosto difficile, considerando anche l'erosione dovuta al tempo. Le ricerche hanno comunque permesso di constatare come gli agenti atmosferici hanno cambiato lo status delle ossa.
Queste ricerche permetteranno di raccogliere preziosi indizi sulle abitudini alimentari della cultura natufiana del Levante nella delicata transizione da una società di cacciatori ad una società di agricoltori.

Fonte:
livescience.com

Islanda, trovate due antiche longhouse vichinghe

Islanda, la longhouse più antica trovata sull'isola
(Foto: Bjarni Einarsson)
Un antico insediamento vichingo è stato rinvenuto in Islanda. Risalirebbe a decenni prima che i Vichinghi si insediassero ufficialmente sull'isola. Si pensa che l'antica longhouse fosse un insediamento estivo costruito nell'800 d.C.
Le longhouse erano grandi case di legno, lunghe fino a 75 metri e large sei. Erano coperte di erba e paglia ed utilizzate come abitazioni comuni in tutte le terre norrene durante l'era vichinga. Queste case erano divise in stanze e potevano essere abitate da diverse famiglie. Al centro c'erano dei focolari in pietra e gli animali potevano esservi ricoverati in caso di temperature rigide.
Queste longhouse sono state trovate a Stoo, vicino al villaggio e al fiordo di Stoovarfjordur, nell'est dell'Islanda. La struttura più recente risale all'874 d.C. circa e contiene uno dei più preziosi accumuli di perle ornamentali, di argento e monete antiche mai trovate in Scandinavia. Tra i reperti vi sono monete d'argento romane e mediorientali, perle di vetro decorative, anelli, pesi ed un piccolo frammento d'oro. Gli abitanti probabilmente acquistarono questi beni scambiandoli con risorse locali quali le pelli e la carne di balene e foche, che furono apprezzate in tutta la Scandinavia vichinga.
Al di sotto della struttura più recente ne è stata trovata un'altra più antica. Analisi chimiche suggeriscono che questa longhouse venne costruita molto tempo prima che fosse costruito un insediamento stabile sull'isola. Forse si trattava di un campo stagionale, occupato solo in estate o forse in autunno dai lavoratori stagionali.

Fonte:
livescience.com

Antichi rituali di sacrifici umani: l'incaprettamento femminile

Francia, le sepolture neolitiche rinvenute in grotta (Foto: stilearte.it) Uno studio, pubblicato da Science advances , ha portato alla luce ...