mercoledì 5 aprile 2017

Alla ricerca della terza nave di Caligola

Il recupero delle navi nel 1930 (Foto: Nautica Report)
Ripartono le ricerche della terza nave di Caligola nel lago di Nemi, piccolo paese dei Castelli Romani alle porte di Roma. Sarà una "caccia al tesoro" molto particolare perché vedrà l'ausilio di strumentazioni di alta tecnologia fornite dall'Arpacal - Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Calabria. L'Arpa Calabria ha infatti tra le sue strumentazioni alcuni macchinari che sono molto rari in Italia al punto che è stata l'Arma dei Carabinieri, in occasione di un sopralluogo alla ricerca di condotte depurative marine sotterranee in Calabria, a chiedere la collaborazione dell'Arpacal per questo speciale progetto archeologico di valenza internazionale.
La terza nave dell'imperatore Caligola, infatti, è uno dei gialli ancora irrisolti dalla comunità scientifica internazionale. Ad immergersi in questi giorni saranno la squadra sub Castelli Romani Underwater Team e la sezione sub dell'Arma dei Carabinieri, la Guardia Costiera. Si partirà dal centro pesca di Carlo Catarci che ha messo a disposizione l'area e le strutture per la ricerca.
Le ricerche, che andranno avanti fino al prossimo 12 aprile, sono state ufficialmente avviate a giugno del 2016, quando l'amministrazione guidata dal sindaco Alberto Bertucci ha deciso di sostenere l'ipotesi dell'esistenza di una terza imbarcazione, lunga oltre 70 metri e che si troverebbe ancora sul fondale del bacino lacustre. Questa ipotesi è stata avanzata dall'architetto di Genzano Giuliano Di Benedetti. Quest'ultimo è l'uomo che per primo ha portato al primo cittadino "prove" storiche che Caligola fece costruire ben tre navi sul lago di Nemi, anche se finora si ha prova dell'esistenza di due immense imbarcazioni recuperate durante il ventennio fascista e poi andate distrutte da un incendio durante la seconda guerra mondiale.
A Nemi c'è un Museo che conserva delle riproduzioni delle navi, pannelli illustrativi, il materiale scampato all'incendio e reperti del Tempio di Diana. Negli anni '30, attraverso un'opera di alta ingegneria idraulica per l'epoca, il lago di Nemi venne parzialmente prosciugato per consentire il recupero delle prime due navi romane risalenti all'epoca dell'imperatore Caligola. Grazie a questo rinvenimento, si evidenziò quanto l'ingegneria navale romana fosse all'avanguardia. Oggi Giuliano Di Benedetti è in grado di indicare dove si trova la terza nave grazie allo studio di testimonianze storiche e di pubblicazioni risalenti al '500.
 
Fonte:
Il Messaggero


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