Il rilievo di Mitra trovato a Tor Cervara (Foto: ilmessaggero.it) |
Il grande rilievo raffigurante il dio Mitra torna ad essere completo. Anche l'ultimo pezzo mancante è stato recuperato. Si completa così il ciclopico puzzle millenario, protagonista di una delle vicende più complesse di un tesoro salvato dalle mire del mercato clandestino. Si tratta per l'esattezza del 59° tassello del grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos (Mitra che uccide il toro) raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio, opera databile al II-III secolo d.C., uno dei più significativi e preziosi tra quelli conservati nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano. E' stato il generale Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) a restituire i pezzi a Daniela Porro, direttore del Museo Nazionale Romano. Tutto è cominciato in Sardegna nel mese di febbraio di quest'anno, da un controllo ad un negozio di antiquariato del cagliaritano, durante il quale i carabinieri del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico, sono stati quindi sequestrati.
La Soprintendenza archeologica di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C. Da ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, l'attenzione di un militare si è concentrata sull'immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l'assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una volta consegnati i reperti ai Laboratori di restauro del Museo Nazionale Romano, si è potuta compiere la cosiddetta "prova provata", ovverosia la verifica dell'effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dei reperti, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell'Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione. Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro.
La storia del grande rilievo di Mitra prende le mosse nel 1964, quando a Roma, in località Tor Cervara (sulla via Tiburtina), durante un'operazione di bonifica da residuati bellici, furono portati alla luce 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostruito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell'animale.
Nel 1965 il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano, dove fu collocato nelle "Grandi Aule" delle Terme di Diocleziano. Successivamente, accordi culturali tra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), hanno consentito di comprovare l'ipotesi - avanzata da uno studioso già alla fine degli anni '80 del secolo scorso - secondo cui un frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo di Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano.
La Soprintendenza archeologica di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C. Da ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, l'attenzione di un militare si è concentrata sull'immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l'assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una volta consegnati i reperti ai Laboratori di restauro del Museo Nazionale Romano, si è potuta compiere la cosiddetta "prova provata", ovverosia la verifica dell'effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dei reperti, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell'Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione. Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro.
La storia del grande rilievo di Mitra prende le mosse nel 1964, quando a Roma, in località Tor Cervara (sulla via Tiburtina), durante un'operazione di bonifica da residuati bellici, furono portati alla luce 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostruito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell'animale.
Nel 1965 il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano, dove fu collocato nelle "Grandi Aule" delle Terme di Diocleziano. Successivamente, accordi culturali tra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), hanno consentito di comprovare l'ipotesi - avanzata da uno studioso già alla fine degli anni '80 del secolo scorso - secondo cui un frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo di Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano.
Fonte:
ilmessaggero.it
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