giovedì 15 agosto 2019

Gerusalemme, conferme archeologiche della conquista babilonese

Gerusalemme, punta di freccia di tipo scita
(Foto: Mt Zion Archaeological Expedition/Virginia Withers)
I ricercatori dell'Università del North Carolina che stanno scavando un sito sul Monte Sion, a Gerusalemme, hanno annunciato un'altra importante scoperta della stagione di scavo 2019, la chiara evidenza della conquista babilonese della città nel 587-586 a.C.
Si tratta di un deposito di cenere in cui giacevano punte di freccia risalenti al periodo della conquista babilonese di Gerusalemme, unitamente a cocci di Età del Ferro, lucerne e gioielli in oro e argento. Ci sono anche segni di una significativa struttura dell'Età del Ferro ma queste deve essere ancora scavata, poiché si trova ad uno strato inferiore del terreno.
Gli archeologi ritengono che il deposito appena rinvenuto possa essere datato all'evento specifico della conquista a causa di una combinazione unica di manufatti e materiali con evidenti tracce di un assedio, di legno bruciato e cenere, di punte di lancia del tipo scita in bronzo e ferro e punte di freccia proprie di quel periodo storico. "Sappiamo dove era l'antica linea fortificata - ha detto Shimon Gibson, codirettore del Progetto Archeologico sul Monte Sion - così sappiamo che siamo all'interno della città. Sappiamo che si tratta del quartiere sudoccidentale di quest'ultima, siamo nell'Età del Ferro (VIII secolo a.C.), quando l'area urbana era estesa dalla zona dove ora si trova la Città di Davide a sudest fino alla collina occidentale dove stiamo scavando".
Gerusalemme, gioiello in oro e argento risalente alla distruzione babilonese
della città (Foto: 
Mt Zion Archaeological Expedition/Virginia Withers)
I depositi di cenere non sono prove inconfutabili dell'attacco babilonese in se stessi, ma lo sono se contestualizzati con gli altri materiali ritrovati. "Per gli archeologi uno strato di cenere può significare molte cose diverse", ha detto Gibson. "Potrebbero essere depositi cinerei rimossi dai forni; o potrebbe essere un incendio localizzato di immondizia. Tuttavia in questo caso la combinazione di uno strato di cenere pieno di artefatti con oggetti ornamentali molto particolari e punte di freccia, indica devastazione e distruzione. Nessuno abbandona gioielli d'oro e nessuno mette delle punte di freccia insieme all'immondizia. Le punte di freccia sono relative a frecce scite e sono state trovate in altri siti archeologici dove si sono verificati conflitti nel VII e VI secolo a.C. Questi siti sono molto noti fuori dal territorio israeliano e le punte di freccia sono note per essere utilizzate dai guerrieri babilonesi".
Anche le lucerne ritrovate, in argilla, sono tipiche del periodo della conquista babilonese. "Mi piace pensare che stiamo scavando all'interno di una delle case menzionate nel II Libro dei Re 25, 9", ha detto Gibson. "Questo luogo sarebbe stato in una posizione ideale, situata com'è vicino alla vetta occidentale della città, con una buona visuale che domina il Tempio di Salomone e del monte Moria a nordest. Siamo sufficientemente sicuri di trovare molto più della città dell'Età del Ferro nelle prossime stagioni di lavoro".
Il pezzo di gioielli più importante appena ritrovato è una nappa o orecchino, con una parte superiore d'oro a forma di campana. Al di sotto una parte in argento a forma di grappolo. Si tratta di un ritrovamento unico, chiaro segno della ricchezza degli abitanti della città all'epoca dell'assedio.
La conquista di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor fu feroce e spietata, comportò la distruzione e l'incendio della città, unitamente al saccheggio e allo smantellamento del Tempio di Salomone. Il governatore locale del Regno di Giuda, Zedekiah, tentò di fuggire dalla città ma venne catturato con il suo seguito e portato in cattività a Babilonia.
Il sito di scavo è all'interno del parco Sovev Homot, amministrato dalla Israel Nature and Parks Authority. Altri notevoli resti dell'antica città sono stati scoperti durante la stagione 2019. Tra questi centine a volta del tempo di Erode il Grande, una strada bizantina che era la continuazione verso sudovest della città principale, strada conosciuta come cardo maximus, ed un fossato di difesa che correva davanti alle fortificazioni e che doveva arginare l'attacco crociato del 1099.

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