domenica 31 ottobre 2021

Puglia, tesori greci nel mare di Otranto

 
Puglia, anfore dal golfo di Otranto
(Foto: Ministero della Cultura)
Un relitto che trasportava, nel VII secolo a.C., ceramiche greche, scoperto nel 2019 nell'Italia meridionale, getta nuova luce proprio sulla Magna Grecia. L'imbarcazione giaceva a 780 metri di profondità nel golfo di Otranto.
Il carico della nave comprendeva ventidue anfore in ceramica, recuperate con l'aiuto di un sommergibile Remotely Operated Vehicle, dotato delle ultime tecnologie per l'esplorazione subacquea.
Le anfore e gli altri reperti sono state avvistate per la prima volta nel 2018, durante le operazioni per la posa di un gasdotto che porta gas naturale dall'Azerbaigian all'Italia.
Le ventidue anfore rinvenute comprendono tre anfore di tipo corinzio A, dieci skyphoi corinzi, quattro idrie corinzie, tre oinochoai e una brocca in ceramica grossolana di tipo corinzio molto comune. Il carico straordinariamente intatto "mette in luce le prime fasi dell'insediamento greco antico nell'Italia meridionale, grazie anche al notevole stato di conservazione. Ci permette di capire cosa trasportavano i Greci", ha detto la Dottoressa Barbara Davidde, responsabile dello scavo.
Le anfore contenevano non solo cibo, come le olive, per esempio, ma anche vino, considerato un bene di pregio. I reperti saranno sottoposti ad analisi sia archeometriche che archeologiche e poi a restauro. Potrebbero essere ancora presenti, nel sedimento che riempie molte delle anfore, residui organici e vegetali. Una delle anfore conteneva, addirittura, numerosi ossi di olivo.
Tra tutti gli oggetti quello, forse, più interessante è un pithos, una grande giara in coccio con tutto il suo contenuto costituito da skyphoi impilati al suo interno in pile orizzontali ordinate. Almeno 25 di queste piccole coppe erano intatte, altre in frammenti, che si stanno ancora ripulendo e studiando.

Fonti:
Patrimonio Subacqueo
gazzettadelsud.it

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