sabato 1 aprile 2023

Passo Corese, scoperte le tracce di un santuario dedicato ad Ercole

Passo Corese, gli ex voto ritrovati
(Foto: Soprintendenza ABAP per l'area
metropolitana di Roma e la provincia di Rieti)

Ancora scoperte archeologiche a Passo Corese. Dalla fitta rete dei cunicoli di drenaggio e raccolta delle acque in corso di scavo, nel distretto ASI di Passo Corese (Fara in Sabina, in provincia di Rieti), continuano ad affiorare sorprese, come è stato annunciato dalla Soprintendenza ABAP per l'area metropolitana di Roma e la Provincia di Rieti.
Nei dintorni doveva esistere in età antica un santuario dedicato ad Ercole, i cui ex voto, in gran parte fittili anatomici e rappresentazioni stereotipate dei fedeli, oltre ad uno scarico di vasellame votivo con molti segni riferibili al patrono di pastorizia e commerci, dovettero essere gettati, desacralizzati, nelle cavità idrauliche caratteristiche di quel distretto agricolo dei dintorni di Cures. In esso importanti trasformazioni dovettero avvenire con la compiuta romanizzazione intervenuta tra la Media e la Tarda Repubblica (III-II secolo a.C.), epoca cui risalgono anche i materiali legati a questo culto, legato indubbiamente ai percorsi che collegavano la Valle del Tevere con la Sabina interna che si staccavano dalla Salaria e dalle sue diramazioni tiberine proprio nella zona dell'attuale centro di Passo Corese.
Lo scorso anno è stata scoperta una sorta di piattaforma in cocciopesto, limitata sul lato lungo orientale da allineamenti di lastre in calcare e probabili fondazioni murarie in tufo. L'ambiente, che risulta danneggiato sull'altro lato dalle arature, doveva essere ripartito in almeno due navate per mezzo di sostegni lignei poggiati su elementi lapidei di recupero. Questo dato, come la presenza di un dolio interrato nei pressi del lastricato sul lato lungo, conferma la funzione utilitaria dell'edificio, il cui alzato, evidentemente in materiale deperibile, risulta completamente mancante.
La mancanza di crolli rilevanti delle coperture indizia come anche esse fossero in materiali deperibili, a meno di non pensare ad uno smontaggio volto al recupero delle tegole all'atto dell'abbandono. In mancanza di dati stratigrafici probanti e data la recentissima conclusione dello scavo si può solo ipotizzare una datazione in piena età imperiale. Dopo l'abbandono dell'edificio vi furono ammassati materiali di risulta tra i quali spiccano due statue funerarie, una virile, l'altra muliebre, riferibili ad uno o più sepolcri della prima età imperiale esistente lungo la viabilità ripercorsa dall'attuale SR 313 Ternana. Le due statue sono state esposte presso il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina.

Fonte:
stilearte.it




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