venerdì 30 ottobre 2009

L'antica residenza di Minerva Medica


Le indagini archeologiche nella villa urbana rustica di Montegibbio di Sassuolo hanno restituito reperti importanti per tracciare meglio la storia di questo insediamento. Sono state individuate tracce di insediamenti più antichi, nel corso degli anni, che vanno dal I secolo a.C. fino al I secolo d.C..
Nella zona a nord del perimetro esterno della villa sono emersi muri in ciottoli squadrati, riferibili ad una costruzione precedente, edificata al di sopra di un crollo, costituito da grandi blocchi di pietra squadrata che sono inerenti una costruzione monumentale più antica.
Gli elementi in pietra, forse, sono riferibili ad un santuario dedicato a Minerva, tanto più che è stata ritrovata un'iscrizione su una coppa in ceramica: "...MINER SUM", vale a dire "sono dedicato a Minerva". Il santuario risulta piuttosto antico, la datazione è ancora al vaglio degli archeologi, ed i blocchi della sua costruzione furono in parte riutilizzate in altri edifici.
L'esistenza di un tempio è connessa, quasi certamente, alle acque salutari che le fonti riportano esistenti nei pressi del sito archeologico. Si tratta di fonti salate, polle di petrolio e vulcani di fango. Divinità dai mille compiti, secondo Publio Ovidio Nasone, protettrice di medicina e dottori, con il termine di Minerva Medica, la dea Minerva ed i culti che le erano propri sono attestati nella zona, collegati ad antichi riti salutari e tradizioni indigene. A qualche decina di chilometri da Montegibbio, ad esempio, in prossimità dei vulcani di fango di Nirano, è stata rinvenuta una piccola ara votiva di epoca imperiale dedicata a Minerva. Gli archeologi, a questo punto, sono stimolati a scavare lungo la fascia collinare della provincia di Modena, che potrebbe restituire interessanti reperti.
L'insediamento di Montegibbio ha continuato a vivere fino al V-VI secolo d.C.. E' stato rinvenuto un pozzo di forma ellittica, databile alla piena età imperiale, costruito con pietre squadrate ed una grande pietra di copertura. Il pozzo aveva originariamente una struttura circolare e fu quasi certamente deformato in un ovale da un profondo movimento della terra, forse un terremoto.
Sono state ritrovate anche tre monete (assi) di epoca repubblicana, con una prua di nave sul verso e Giano bifronte sul recto e due piattelli in ceramica a vernice nera databili tra il II ed il I secolo a.C.. Le fasi successive dell'insediamento sono state confermate dal rinvenimento di varie monete (nummi tardo-antichi, assi, sesterzi di I secolo d.C.) e di pregevole vasellame tra cui piatti in terra sigillata italica e coppette a pareti sottili.

1 commento:

ducario ha detto...

questione interessante, anche alla luce della (purtroppo) confermata sismicità della zona: gli studi sono proseguiti? o sono in fase di stallo?
Giorgio Fumagalli da MIlano

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