lunedì 5 agosto 2013

I Micenei - parte seconda

Guerriero miceneo, particolare da un vaso
rinvenuto a Micene (XII secolo a.C.)
Nel periodo miceneo antico (1650-1300 a.C.), l'esercito era dotato di lunghe lance dette enkhos e di spade. L'abbigliamento del guerriero consisteva unicamente in un gonnellino in stoffa oppure in un perizoma. I guerrieri si muovevano a piedi nudi e per pararsi dai colpi avversari ricorrevano ad un grande scudo (sakos) che copriva il corpo dal collo agli stinchi e di un elmo.
Proprio lo scudo era l'elemento caratteristico del soldato di fanteria pesante. E' stato appurato che questo elemento essenziale del soldato miceneo era fatto in vimini, fissati a un telaio di legno e ricoperto da uno o più strati di pelle bovina. Gli scudi erano solitamente portati a tracolla per mezzo di una cinghia, il telamon, che passava diagonalmente sulla spalla sinistra. Lo scudo era un'ottima difesa contro i colpi di spada o di giavellotto, le frecce e i tiri di frombola, ma non consentiva molta libertà nei movimenti. Per tutto il periodo antico lo scudo del soldato miceneo fu caratterizzato dalla presenza di un umbone centrale con carattere offensivo, e dalla superficie ricurva.
Una delle armi utilizzate dal soldato miceneo era la lancia, un'asta di legno di circa 3,5 metri di lunghezza, con una punta di bronzo. Esempi di questo tipo di lancia sono stati trovati a Sesklo, Leukas, Asine e Micene. La lama era prevalentemente stretta e foliata, con una robusta costolatura mediana. La punta veniva fissata all'asta con una fascia di metallo e con alcuni chiodi conficcati nell'immanicatura. Pare che questo modello di lancia fosse di origine cretese. Diverse lance lunghe e pesanti furono trovate interrate nelle tombe a fossa di Micene.
Spada micenea rinvenuta nella tomba di un principe
miceneo ad Atene
L'elmo era un altro complemento dell'armatura micenea. Solitamente era composto, almeno nel primo periodo, di zanne di cinghiale che servivano a garantire alla testa, non protetta dallo scudo, sufficienti garanzie di protezione. Le zanne di cinghiale erano tagliate con precisione per tutta la loro lunghezza e formavano placche oblunghe e forate agli angoli. La cresta dell'elmo era sormontata da un piuma o terminava con un pomello e alcuni elmi avevano un paracollo e un paraguance. Questo tipo di elmo è stato descritto anche da Omero, anche se non era più utilizzato ai suoi tempi, ed anch'esso aveva le sue origini a Creta. Una testa d'ascia bipenne in bronzo, proveniente da Cnosso, reca incisa, su entrambi i lati, la figura di un elmo di zanne di cinghiale. L'ascia è stata datata ad un periodo compreso tra il 1700 e il 1450 a.C. circa. Ne fu rinvenuto un esemplare a Micene che risalirebbe al 1550 a.C. Altri tipi di elmi erano: quello conico in lamina di bronzo, rinvenuto nella sepoltura di un guerriero a Cnosso. Questo tipo di elmo presenta dei forellini che servivano per fissare un rivestimento interno in feltro o pelle. Parti di elmi analoghi sono state rinvenute a Rodi e Cipro; quello presente su un vaso creto-miceneo proveniente da Isopata, presso Cnosso. L'elmo, in questo caso, presenta sei bande concentriche, forse strisce di cuoio o imbottiture spesse cucite insieme ad intervalli.
La spada, pakana, è stata ritrovata in diversi esemplari nelle tombe a fossa che custodivano i resti di guerrieri micenei. Nel corso degli anni la spada subì notevoli influssi dal contatto con le popolazioni del Medio Oriente.
Elmo miceneo con zanne di cinghiale
Nel 1300 a.C. furono introdotti diversi cambiamenti nelle armi dell'esercito miceneo. Le lance si accorciarono fino ad una lunghezza di 150-180 centimetri, consentendo al combattente di brandirle con una mano sola. Furono introdotti due tipi di scudo totalmente nuovi: lo scudo rotondo (aspis) e lo scudo a mezzaluna capovolta (pelta). Questi scudi erano fatti di vimini e pelle e venivano retti con il braccio sinistro, come è raffigurato negli affreschi di Micene, Tirinto e Pilo. Questi scudi, più piccoli dei loro "antenati", richiedevano la protezione del corpo del soldato con un'armatura. I guerrieri cominciano ad utilizzare gonnellini di pelle che arrivano a metà coscia, rinforzati da dischetti di bronzo e i corsaletti in cuoio, anch'esso rinforzato con placche rotonde di rame o di bronzo.
Il periodo tardo vede comparire gli schinieri di metallo in dotazione alla fanteria (1200 a.C. circa). Gli schinieri in bronzo, con la loro estrema sottigliezza (2 millimetri appena di spessore) non consentivano una efficace protezione. Furono prodotti altri tipi di elmi, che andarono ad aggiungersi a quello composto da zanne di cinghiale, come l'elmo cornuto e l'elmo a punte di riccio, dei quali, però, non è sopravvissuto alcun esemplare. Probabilmente erano fatti di cuoio duro. L'elmo cornuto, noto esclusivamente dalle raffigurazioni, presentava due protuberanze sul davanti e sul retro per proteggere la fronte, la nuca e le tempie.

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