giovedì 12 novembre 2009

Patria dimenticata di un imperatore


Italica era il nome di una città della regione spagnola chiamata Betica. Divenne municipium nel I secolo a.C. e, al tempo di Adriano, si chiamò Colonia Aelia Augusta. Presso gli scavi archeologici dell'antica città si possono trovare case e strade, un grande anfiteatro, le terme romane, sculture, mosaici, malgrado il riutilizzo massiccio dei materiali effettuato dagli arabi prima e dai cristiani poi per edifici della città di Siviglia.
La città antica corrispondeva all'attuale abitato di Santiponce. Possedeva un foro con un tempio dedicato ad Augusto. Dal momento che Italica era il luogo di nascita di Adriano, fu quest'imperatore ad edificare la nova urbs, che coincide con il sito archeologico, circondata da mura, con un foro più grande, il tempio dedicato a Traiano e le grandi terme. Il Traianeo, in particolare, si rifà alla biblioteca di Adriano a Roma che, a sua volta, traeva ispirazione dalla biblioteca di Atene. Le colonne di questo complesso erano in marmo colorato, i capitelli erano bianchi, particolarità dell'architettura romana che, solitamente, predilegeva il capitello colorato sulla colonna bianca.
Le vie della città si intersecavano con armonia e regolarità, disegnando insulae perpendicolari. Tra le dimore aristocratiche di un certo peso, vi era la cosiddetta Casa dell'Esedra, che possedeva, appunto, un'esedra semicircolare al termine di un lungo cortile. L'edificio copre un'area di 4000 metri quadrati, pari alla superficie dell'intera insula. Ma anche la Casa degli Uccelli non è da meno. Essa deve il suo nome ad uno splendido mosaico raffigurante Orfeo circondato da uccelli di 32 specie differenti. La Casa del Planetario, invece, possiede un mosaico in cui sono rappresentati gli dèi dai quali prendono nome i giorni della settimana.
Ma l'edificio più importante di questa antica cittadina iberica resta il Traianeum, un grande recinto adibito al culto degli imperatori Traiano ed Adriano. Questo edificio, con tutta probabilità, fu voluto da Adriano per omaggiare il suo predecessore. Il complesso è formato da un portico estremamente vasto (il portico interno ha marmo di Luni e cipollino) nel quale si accedeva attraverso il lato corto meridionale da una terrazza con scale laterali, posta sul cardo maximus.
Il tempio, che si ispirava a quello di Mars Ultor nel foro di Augusto, è un ottastilo corinzio, con colonne scalanate di 9,20 metri di altezza, con un'unica cella. Tra il tempio ed il portico si trovavano due file di cinque statue ciascuna, delle quali sono pervenuti a noi solo frammenti. Da questi pochi resti è possibile dedurre che le statue fossero enormi.
Le maestranze che lavorarono al complesso non erano tutte altamente professionali: alcuni frammenti, infatti, risulta realizzati da mani differenti ed in modo piuttosto frettoloso.

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