Faruk Hosni, ministro della cultura egiziana, ha dato l'annuncio di una nuova, eccezionale scoperta nella piana di Giza, nuove tombe.
A condurre gli scavi è stato Zahi Hawass e proprio il noto archeologo egiziano ha affermato che queste sepolture risalgono alla IV Dinastia (2575-2467 a.C.) ed hanno ospitato i corpi di coloro che hanno lavorato alle grandi piramidi di Cheope e Chefren. Questi operai non erano tratti, poi, molto male, come risulta dalle evidenze archeologiche. Mangiavano carne con regolarità, lavoravano in turni di tre mesi ed avevano il diritto di essere sepolti accanto ai monumenti che stavano costruendo. Le tombe, inoltre, dimostrerebbero come gli operai fossero tutt'altro che schiavi, ma persone pagate in cambio della loro prestazione d'opera.
La più importante delle sepolture apparteneva ad un certo Idu. Ha una pianta rettangolare, una forma conica ed un rivestimento esterno in mattoni di fango ricoperto di gesso bianco. Nella zona in cui sono stati seppelliti, poi, sono presenti anche diversi pozzi rituali, rivestiti in calcare bianco.
La parte superiore della tomba di Idu è simile a quella delle tombe scoperte vicine alla piramide di Snefru a Dahshur. Sul lato occidentale di questa sepoltura sono state riportate alla luce una serie di tombe appartenenti ad una dozzina di lavoratori nonchè resti di bare. Un'altra tomba ritrovata, anch'essa a forma rettangolare, costruita con mattoni di fango, presenta diversi condotti funebri, ciascuno dei quali "ospita" uno scheletro.
Sia le evidenze archeologiche che le testimonianze storiche hanno permesso di appurare che le famiglie dell'Alto Egitto e del Delta del Nilo mandavano, in media, 21 bufali e 23 pecore nella piana di Giza per poter sfamare i lavoratori impiegati nella costruzione delle grandi piramidi. Era questo il loro modo di partecipare ad un progetto straordinario che coinvolgeva tutto il paese.
Hawass ha stimato che il numero degli operai impiegati alla costruzione delle piramidi di Giza non superava i 10.000.
A condurre gli scavi è stato Zahi Hawass e proprio il noto archeologo egiziano ha affermato che queste sepolture risalgono alla IV Dinastia (2575-2467 a.C.) ed hanno ospitato i corpi di coloro che hanno lavorato alle grandi piramidi di Cheope e Chefren. Questi operai non erano tratti, poi, molto male, come risulta dalle evidenze archeologiche. Mangiavano carne con regolarità, lavoravano in turni di tre mesi ed avevano il diritto di essere sepolti accanto ai monumenti che stavano costruendo. Le tombe, inoltre, dimostrerebbero come gli operai fossero tutt'altro che schiavi, ma persone pagate in cambio della loro prestazione d'opera.
La più importante delle sepolture apparteneva ad un certo Idu. Ha una pianta rettangolare, una forma conica ed un rivestimento esterno in mattoni di fango ricoperto di gesso bianco. Nella zona in cui sono stati seppelliti, poi, sono presenti anche diversi pozzi rituali, rivestiti in calcare bianco.
La parte superiore della tomba di Idu è simile a quella delle tombe scoperte vicine alla piramide di Snefru a Dahshur. Sul lato occidentale di questa sepoltura sono state riportate alla luce una serie di tombe appartenenti ad una dozzina di lavoratori nonchè resti di bare. Un'altra tomba ritrovata, anch'essa a forma rettangolare, costruita con mattoni di fango, presenta diversi condotti funebri, ciascuno dei quali "ospita" uno scheletro.
Sia le evidenze archeologiche che le testimonianze storiche hanno permesso di appurare che le famiglie dell'Alto Egitto e del Delta del Nilo mandavano, in media, 21 bufali e 23 pecore nella piana di Giza per poter sfamare i lavoratori impiegati nella costruzione delle grandi piramidi. Era questo il loro modo di partecipare ad un progetto straordinario che coinvolgeva tutto il paese.
Hawass ha stimato che il numero degli operai impiegati alla costruzione delle piramidi di Giza non superava i 10.000.
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