venerdì 1 gennaio 2010

Un anno di meraviglie e di scoperte


Per "celebrare" l'anno passato, una piccola rassegna delle scoperte che il 2009 ci ha regalato.

Cominciamo con Roma dove, sul Palatino, è stata individuata la famosa "coenatio rotunda", definita come la "sala da pranzo di Nerone", che notte e giorno girava su stessa simulando il movimento della terra. La più famosa sala da pranzo del mondo si trova all'interno di quella che è chiamata Vigna Barberini ed è emersa durante lavori di consolidamento dell'area. Per il momento si parla dell'individuazione di due piloni e degli incassi che, riempiti di una sostanza particolare, erano utilizzati proprio per il movimento rotatorio della famosa stanza.

Sempre Roma è al centro della seconda scoperta importante del 2009. Gli scavi che si stanno effettuando per la realizzazione della linea C della metropolitana hanno fatto emergere, in piazza Venezia, le trasformazioni subite nel tempo da un complesso edilizio che gravitava sull'antica via Lata (oggi via del Corso). Sono emerse piccole fornaci circolari che venivano utilizzate per produrre metallo ed oggetti minuti in lega. Sono emersi diversi livelli pavimentali, ciascuno dei quali con il suo focolare per la cottura dei cibi e si è appurato che il dissesto subito da queste strutture è stato causato da un violento terremoto verificatosi intorno alla metà del IX secolo. Tracce evidenti del potente sisma sono state ritrovate tra via Cesare Battisti, piazza Venezia e piazza Madonna di Loreto.

A poca distanza da piazza Venezia, sotto il palazzo attualmente sede della Provincia (Palazzo Valentini), sono state individuate strutture che riguardano domus e piccole terme che coprono un'area complessiva di 1800 metri quadri, nascosta fino al 2004 e riemersa con i lavori di ristrutturazione del palazzo. Gli scavi hanno restituito sculture di grandi dimensioni, edifici a carattere residenziale di lusso, con pavimenti in mosaico (fino a 500 mila tessere policrome in pietra fatte giungere da ogni angolo dell'impero!), un patrimonio che risale al II-IV secolo d.C e che identifica un grande complesso poco lontano dalla Colonna Traiana, composto da due grandi siti: due domus romane, abitate, vista la grandiosità e la ricchezza degli ambienti e del complesso termale che le componeva, probabilmente da senatori o dignitari di rango elevato; le "piccole Terme di Traiano", una vera e propria struttura termale con vasche per acqua calda e fredda, una sauna, il classico apparato per il riscaldamento dell'acqua (sunspensurae e tubuli fictiles lungo le pareti).

Rieti, invece, ha restituito una bellissima villa romana che, si pensa, era la residenza dell'imperatore Vespasiano, di cui si è celebrato, nel 2009, il bimillenario della nascita. Accanto ad un antico cimitero e ad una chiesetta di origini medioevali, è emerso il perimetro di una villa con sale da ricevimento, terme e colonnati. Il pavimento della sala principale è da mille ed una notte, ancora visibile in tutto il suo splendore, composti da intarsi di marmi policromi, provenienti dal nordafrica, da cave che non è stato possibile individuare. Poco distante, poi, è emersa l'antica Falacrinae, per merito di una antica pietra con iscrizione romana del periodo repubblicano, ritrovata più di dieci anni fa da un contadino e custodita nella sua cantina.

A Firenze, invece, è emersa l'antica Florentia, la città romana che fu modello di quella medioevale e rinascimentale. Sono tornati alla luce resti di monumenti, teatri (come quello romano, sotto Palazzo Vecchio) e templi (come quello dedicato ad Iside, custodito sotto il tribunale di piazza San Firenze e del quale sono stati ritrovati resti di colonne intarsiate e pezzi di frontone). Il tempio di Iside, in particolare, è stato scoperto mentre si effettuavano gli scavi per creare l'impianto antincendio vicino l'ascensore del tribunale. Lo scavo è profondo circa 4 metri, largo due e mezzo e lungo 5 metri. Sono stati recuperati frammenti di decorazione marmorea di capitelli, colonne, basamenti e rivestimenti. Questo tempio era stato realizzato subito fuori la parte romana di Firenze.

Un tempio romano, invece, è emerso all'interno del Parco Naturale della Maremma, in provincia di Grosseto. Il tempio è stato datato al IV secolo d.C. e consiste in una struttura rettangolare di 11,5 metri per 6,5 in "opus testaceum" (muro di mattoni che riveste un vespaio di pietra), successivamente rivestito da lastre marmoree. Sono state anche ritrovate 50 monete e molti reperti ceramici originari di tutto il bacino del Mediterraneo, in particolare dall'area africana, a testimonianza come la foce del fiume Ombrone, in epoca romana, fosse un importante porto per lo scambio delle merci provenienti dal Mediterraneo e dirette verso Roselle, Siena e l'ager Cosanus.

A Vico Equense, in provincia di Napoli, sono state, invece, ritrovate due statue funerarie dedicate ad una coppia di sposi, mentre si scavava una necropoli. Le statue sono in tufo stuccate, opera di maestranze locali, e risalgono al I secolo d.C.. La necropoli ha restituito anche diverse tombe disposte su terrazzamenti naturali. Nel settore sud sono emerse tombe a cappuccina del III-I secolo a.C.. Il settore nord, invece, sembra essere stato occupato tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C., fino al 79 d.C., data dell'eruzione del Vesuvio. E' stato, inoltre, individuato il tracciato di un antico asse viario costruito con breccioline calcaree di origine alluvionale. Ma sono emerse anche teste maschili e femminili, busti panneggiati, frammenti di altorilievi dove, con buona probabilità, sorgevano terme e domus prospicienti il mare. I reperti rinvenuti riguardano zoccolature, cornici, colonne, lastre di rivestimento, lastre pavimentali, capitelli, antefisse, una testa ritratto di imperatore, teste ideali e private maschili e femminili, altorilievi, statue equestri. Oltre alla testa dell'imperatore Tito sono emerse altre due teste maschili. Due delle teste femminili sono, forse, pertinenti ad un'amazzone del II secolo d.C. e ad un'imperatrice di età giulio-claudia tarda. E' stata anche ritrovata un'antefissa del II secolo, quattro torsi tra i quali una statua femminile pannegiata, la statua di un togato, un altorilievo con due figure ed il frammento di un cavallo.

A Palermo i sommozzatori dei Carabinieri hanno estratto dal mare di Gela preziosi reperti di epoca romana, greco-ellenistica e bizantina, riconducibili, forse, ad un antico naufragio.

Anche a Perugia sono stati effettuati ritrovamenti, quello dei resti di una strada basolata di epoca romana, restituita alla vista durante i lavori condotti dal Comune. Il tratto di strada è piuttosto frammentario e danneggiato ai lati ed al centro a causa del passaggio di cunicoli e fognature costruiti in epoca posteriore. La porzione di strada è larga un metro e lunga 4,50 metri, costruita con basoli di calcare, mostra i segni dei passaggi dei carri. In epoca etrusca il percorso si dirigeva verso Porta S. Ercolano, percorreva Corso Cavour, costeggiava la necropoli del Frontone e raggiungeva Orvieto. Lo stesso tracciato è interessato dalla via regale di età medioevale.

Anche a Pompei si continua a scavare, e con profitto. I recenti scavi, infatti, hanno condotto al ritrovamento di una cella vinaria con un primo filare di dolia, ambienti rustici con manti di tegole ancora integri, di pertinenza del primo piano della Villa a fianco della via Superior, nonchè una porzione del grande portico meridionale della residenza ancora sepolta. La Villa risale al II secolo a.C. ed è stata soggetta a costanti modificazioni fino all'eruzione del 79 d.C..

A Potenza coppe, vasi, brocche ed anfore sono il risultato della campagna di scavi estiva condotta nella città romana di Grumentum. Tra i reperti si annovera una splendida coppa attribuita al vasaio aretino Tigrane, decorata a bassorilievo con satiri, menadi e tripodi. Cumuli di intonaci affrescati di molti colori sono, inoltre, in attesa di un lungo lavoro di ricostruzione. La colonia romana è stata datata all'epoca del primo triumvirato, ad una legge agraria di Giulio Cesare del 59 a.C..

A Mondragone, in provincia di Caserta, si è riportato alla luce un antico fronte battesimale medioevale, del peso di circa 350 chili, durante gli scavi sulla Rocca Montis Dragonis.

Nelle catacombe di Santa Tecla, sulla via Ostiense, è stata ritrovata, invece, l'immagine più antica dell'apostolo Paolo. La scoperta è stata fatta durante i restauri effettuati nella catacomba dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

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