In antico si chiamava Volcei, oggi ha il nome di Buccino ed è un ridente paesino nel salernitano, lungo la valle del fiume Tanagro, affluente del Sele. Il terremoto che sconvolse l'Irpinia nel 1980 ha indotto la popolazione ad abbandonare la metà dell'abitato ed ora emergono le case costruite nel Settecento.
L'uomo lasciò, da queste parti, orme del suo passaggio già nel III millennio a.C.. Nella necropoli di Sant'Antonio, a sette chilometri da Buccino, ha restituito armi in selce ed in rame e ceramiche. A partire dal IV secolo a.C., la collina di Buccino cominciò ad essere stabilmente abitata. Ne sono venute in luce le necropoli, che mostrano una comunità ben organizzata e piuttosto fiorente che deve molto della sua prosperità alla vicinanza con la città di Poseidonia, quella che i Romani chiameranno Paestum.
Nel IV secolo a.C. compaiono, a Volcei, monili e vasellame che provengono proprio dalla città magnogreca di Poseidonia. Proprio nello stesso periodo si afferma, nella città, un'importante famiglia aristocratica. Nell'area sono stati trovate delle terrazze legate al culto dell'acqua e delle sale da banchetto delle quali è tuttora ammirabile il bel mosaico pavimentale, che raffigura dei delfini intorno ad una stella a sei punte.
La polis di Volcei viene fondata alla fine del IV secolo a.C.. E' protetta da mura rinforzate da torri quadrate, al centro delle quali c'era, con tutta probabilità, un bouleterion, un edificio in cui si riunivano i maggiorenti in assemblea.
Un secolo più tardi, Tito Livio racconta che i Volceientes, con gli Hirpini ed i Lucani, si arresero al console Quinto Fulvio consegnandogli i presidi cartaginesi. L'unica punizione, aggiunge lo storico, fu un rimprovero verbale, anche se i fatti sul campo mostrano segni di distruzione ed abbandono del sito (III secolo a.C.). Nel II secolo a.C. alcuni edifici pubblici vennero restaurati, tra questi il macellum, il mercato pubblico. Le tracce di queste riedificazioni sono visibili nel centro storico di Buccino ed al museo. Si può visitare il caesareum, tempio in cui si tributava il culto dell'imperatore e che è attualmente conservato sotto il piano stradale. Nel 178 d.C., l'imperatore Commodo sposò, in prime nozze, Bruzia Crispina, figlia del senatore di origine volceiana Lucio Fulvio Gaio Bruzio Presente.
Ma anche il terremoto ha la sua parte, nella storia di Volcei. Ancor prima di quello del 1980, un terremoto violento cambiò il volto della città, nel I secolo d.C.. Il centro andò progressivamente spopolandosi finquando non venne installato, sul luogo dell'antico abitato, una torre normanna, nel XII secolo. In epoca medioevale Buccino fu feudo dei Lamagna
Il Museo archeologico nazionale di Volcei è intitolato a Marcello Gigante ed occupa l'ex convento degli Eremitani. I reperti più notevoli sono le ceramiche a decorazione geometrica ed i corredi funebri di cavalieri e guerrieri. Si possono ammirare anche gli oggetti provenienti da una particolare tomba, risalente alla fine del IV secolo a.C., chiamata la tomba della "Signora degli Ori". Si trattava di una donna di circa 25 anni, sepolta con oggetti femminili ma anche maschili, come il corredo da banchetto ed alcuni strumenti da palestra (un unguentario e lo strigile in argento). Il pezzo forte, però, è la sala del banchetto, che ricostruisce un ambiente rinvenuto nell'area sacra della necropoli di Santo Stefano. Il pavimento a mosaico della sala, originale e rimontato in loco, è il simbolo che illustra degnamente il culto dei morti all'interno di una famiglia aristocratica del IV secolo a.C. in un paese dell'entroterra magnogreco.
L'uomo lasciò, da queste parti, orme del suo passaggio già nel III millennio a.C.. Nella necropoli di Sant'Antonio, a sette chilometri da Buccino, ha restituito armi in selce ed in rame e ceramiche. A partire dal IV secolo a.C., la collina di Buccino cominciò ad essere stabilmente abitata. Ne sono venute in luce le necropoli, che mostrano una comunità ben organizzata e piuttosto fiorente che deve molto della sua prosperità alla vicinanza con la città di Poseidonia, quella che i Romani chiameranno Paestum.
Nel IV secolo a.C. compaiono, a Volcei, monili e vasellame che provengono proprio dalla città magnogreca di Poseidonia. Proprio nello stesso periodo si afferma, nella città, un'importante famiglia aristocratica. Nell'area sono stati trovate delle terrazze legate al culto dell'acqua e delle sale da banchetto delle quali è tuttora ammirabile il bel mosaico pavimentale, che raffigura dei delfini intorno ad una stella a sei punte.
La polis di Volcei viene fondata alla fine del IV secolo a.C.. E' protetta da mura rinforzate da torri quadrate, al centro delle quali c'era, con tutta probabilità, un bouleterion, un edificio in cui si riunivano i maggiorenti in assemblea.
Un secolo più tardi, Tito Livio racconta che i Volceientes, con gli Hirpini ed i Lucani, si arresero al console Quinto Fulvio consegnandogli i presidi cartaginesi. L'unica punizione, aggiunge lo storico, fu un rimprovero verbale, anche se i fatti sul campo mostrano segni di distruzione ed abbandono del sito (III secolo a.C.). Nel II secolo a.C. alcuni edifici pubblici vennero restaurati, tra questi il macellum, il mercato pubblico. Le tracce di queste riedificazioni sono visibili nel centro storico di Buccino ed al museo. Si può visitare il caesareum, tempio in cui si tributava il culto dell'imperatore e che è attualmente conservato sotto il piano stradale. Nel 178 d.C., l'imperatore Commodo sposò, in prime nozze, Bruzia Crispina, figlia del senatore di origine volceiana Lucio Fulvio Gaio Bruzio Presente.
Ma anche il terremoto ha la sua parte, nella storia di Volcei. Ancor prima di quello del 1980, un terremoto violento cambiò il volto della città, nel I secolo d.C.. Il centro andò progressivamente spopolandosi finquando non venne installato, sul luogo dell'antico abitato, una torre normanna, nel XII secolo. In epoca medioevale Buccino fu feudo dei Lamagna
Il Museo archeologico nazionale di Volcei è intitolato a Marcello Gigante ed occupa l'ex convento degli Eremitani. I reperti più notevoli sono le ceramiche a decorazione geometrica ed i corredi funebri di cavalieri e guerrieri. Si possono ammirare anche gli oggetti provenienti da una particolare tomba, risalente alla fine del IV secolo a.C., chiamata la tomba della "Signora degli Ori". Si trattava di una donna di circa 25 anni, sepolta con oggetti femminili ma anche maschili, come il corredo da banchetto ed alcuni strumenti da palestra (un unguentario e lo strigile in argento). Il pezzo forte, però, è la sala del banchetto, che ricostruisce un ambiente rinvenuto nell'area sacra della necropoli di Santo Stefano. Il pavimento a mosaico della sala, originale e rimontato in loco, è il simbolo che illustra degnamente il culto dei morti all'interno di una famiglia aristocratica del IV secolo a.C. in un paese dell'entroterra magnogreco.
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