mercoledì 23 giugno 2010

Il ritorno delle urne


I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Sassari hanno sequestrato, nei giorni scorsi, nove urne litiche di epoca romana. Le urne sono pertinenti a sepolture ad incinerazione tipiche della Sardegna centro settentrionale. Il periodo al quale i reperti si riferiscono è comunemente noto agli studiosi come "periodo romano" ed inizia con la fine della prima guerra punica (264-241 a.C.) per terminare con il dominio dei Vandali (460-467 d.C.).
Le urne sarebbero state sottratte alla nota necropoli di San Leonardo, in territorio di Viddalba (Ss). Con esse un abitante della bassa Gallura aveva abbellito il giardino della sua villa.
Oltre alle urne, nella stessa operazione, i Carabinieri hanno sequestrato alcune monete di epoca romana. Il valore dei reperti recuperati si aggira attorno agli 80.000 euro.
La piana di Viddalba, attraversata dal fiume Coghinas che, in antico, era sicuramente navigabile, fu abitata sin dalla prima Età del Bronzo (XVIII secolo a.C.) da popolazioni nuragiche che si stanziarono in preferenza lungo la sponda destra del fiume.
In località San Leonardo, in particolare, sui resti dell'antico abitato nuragico, presso l'omonima chiesetta, si instaurò, tra la fine del III secolo a.C. e gli inizi del IV secolo d.C., una vasta necropoli romana i cui corredi e stele funerarie sono l'attrazione principale del Museo Civico Archeologico.
Il sito, denominato, in un accordo del 1173 tra il procuratore dell'opera di S. Maria di Pisa ed i vescovo di Civita (odierna Olbia), Villa Alba, riprese vigore durante il Medioevo grazie ad un nuovo fiorire del suo porto fluviale.

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