Il mare antistante il Lazio non cessa di riservare sorprese. La direttrice del nucleo di archeologia subacquea della Soprintendenza del Lazio, Annalisa Zarattini, ha scoperto ben sei relitti di navi romane tra il maggio ed il luglio 2010.
Il fondale antistante l'isola di Ventotene aveva già restituito 5 relitti di navi romane, nel 2008. I relitti ritrovati lo scorso anno nei fondali pontini sono lunghi tra i 18 e i 20 metri e sono carichi di anfore. L'epoca di appartenenza è piuttosto varia: dal I secolo a.C. al IV secolo d.C., due di essi provengono dalla Spagna e quattro dall'Africa, lo si è dedotto studiando le anfore recuperate. Queste ultime servivano per il trasporto di olio, vino e conserve di frutta. Nell'antichità Ventotene era un punto noto per i naviganti, vi era un porto e si poteva caricare l'acqua potabile.
Nelle acque antistanti Civitavecchia, invece, a circa 600 metri di profondità, nel maggio 2010 è stato individuato e riconosciuto un relitto romano di epoca augustea, databile, quindi, tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., contenente numerosi dolia, vasi di forma sferica caricati al centro della nave, utilizzati per il trasporto del vino. Si trattava di una sorta di chiatta con chiglia poco profonda. Dai bolli impressi sui dolia è stato possibile ricostruire un traffico di vino dalla Campania verso la Gallia e la Spagna, lungo rotte che non si allontanavano molto dalla costa.
Il fondale antistante l'isola di Ventotene aveva già restituito 5 relitti di navi romane, nel 2008. I relitti ritrovati lo scorso anno nei fondali pontini sono lunghi tra i 18 e i 20 metri e sono carichi di anfore. L'epoca di appartenenza è piuttosto varia: dal I secolo a.C. al IV secolo d.C., due di essi provengono dalla Spagna e quattro dall'Africa, lo si è dedotto studiando le anfore recuperate. Queste ultime servivano per il trasporto di olio, vino e conserve di frutta. Nell'antichità Ventotene era un punto noto per i naviganti, vi era un porto e si poteva caricare l'acqua potabile.
Nelle acque antistanti Civitavecchia, invece, a circa 600 metri di profondità, nel maggio 2010 è stato individuato e riconosciuto un relitto romano di epoca augustea, databile, quindi, tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., contenente numerosi dolia, vasi di forma sferica caricati al centro della nave, utilizzati per il trasporto del vino. Si trattava di una sorta di chiatta con chiglia poco profonda. Dai bolli impressi sui dolia è stato possibile ricostruire un traffico di vino dalla Campania verso la Gallia e la Spagna, lungo rotte che non si allontanavano molto dalla costa.
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