sabato 19 marzo 2011

Venere torna a Morgantina


La Venere di Morgantina torna nella sua terra d'origine dopo un esilio di 30 anni. A scolpirla fu, forse, un discepolo di Fidia. Ha passato tutti questi anni nel Paul Getty Museum di Malibù. La direzione del museo ha deciso di restituire la preziosa statua, realizzata tra il 425 e il 400 a.C., scolpita su ogni lato, a significare la sua posizione cenrale nell'agorà dell'antica Morgantina. I tombaroli che la ritrovarono, divisero il reperto in tre pezzi e la immisero sul mercato clandestino delle antichità che dalla Francia portava in Svizzera, dove venne acquistata da Renzo Canavesi e rivenduta a Robin Symes, mediatore inglese di antiche opere d'arte.
Il 5 marzo 2001 il Tribunale di Enna ha condannato a due anni di reclusione senza benefici di legge e al pagamento di 40 miliardi di lire il ricettatore della Venere, Renzo Canavesi.
La statua è alta 2,20 metri e fu scolpita quando Morgantina era stata assegnata a Kamarina dopo gli accordi di Gela del 424 a.C.. Il materiale in cui fu scolpita è il marmo per il viso e le parti del corpo nude. Il drappeggio è in tufo calcareo siciliano. Per molti archeologi essa rappresenta la dea Persefone o sua madre Demetra, a causa di una certa somiglianza con una piccola statua di terracotta esposta nel Museo di Aidone. La dea Persefone, tra l'altro, era molto venerata a Morgantina, al punto di essere rappresentata anche sulle monete coniate dalla zecca locale.

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