La vasca costruita ai margini del villaggio terramaricolo di Noceto |
Nel 2004, in località Torretta di Noceto, è stata individuata e riportata alla luce una grande vasca rivestita in legno, opera di alta ingegneria e carpenteria dell'Età del Bronzo, il cui significato è collegato alla sfera del sacro. La vasca mostra un eccezionale stato di conservazione, se si considera che risale a 3500 anni fa, e fu costruita ai margini di un villaggio terramaricolo che è andato distrutto nel XIX secolo. La cavità che la ospita è ampia circa 22 x 13 metri e profonda almeno 4. All'interno è stato delineato un perimetro rettangolare di 12 metri x 7 per mezzo di 24 pali di 3 metri di altezza infissi verticalmente nel terreno a distanze regolari l'uno dall'altro. Questi pali erano, poi, bloccati sia alla base che alla sommità, da un reticolo di travi disposte ortogonalmente e diagonalmente.
La sedimentazione che ha colmato la vasca è indice del fatto che è stata permanentemente colma d'acqua e, con il tempo, di terra erosa dai margini. All'interno sono stati ritrovati un centinaio di vasi interi o ricomponibili che hanno permesso la datazione del tutto al XV-inizi XIV secolo a.C., 25 vasetti miniaturistici, sette figurine fittili di animali, resti di fauna, cestini e numerosi frammenti di strumenti in legno tra i quali quattro aratri. I vasi giacevano con l'imboccatura in alto e in qualche caso impilati uno sull'altro. Non sono, pertanto, caduti, ma collocati volutamente in quel modo. Questo ha portato gli studiosi a pensare che lo spazio artificiale deputato a bacino fosse destinato a raccogliere offerte votive, quali, appunto, vasi, figurine fittili e attrezzi agricoli.
Il ritrovamento del prezioso reperto è dovuto alla segnalazione, nel 2004, di un cittadino di Noceto durante i lavori di un cantiere edile. La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna è intervenuta immediatamente ed ha promosso da subito delle campagne di scavo che hanno permesso il ritrovamento di una notevole serie di materiali archeologici e scientifici pressocchè inediti.
L'acqua è uno degli elementi naturali più frequentemente connessi ai rituali dell'Età del Bronzo europea. Ha un significato simbolico molto potente, forse anche più significati simbolici, uno dei quali è sicuramente quello che la vuole transito tra la vita e la morte, tra la vita degli uomini e quella nel mondo ultraterreno.
(Fonte: archeobologna.beniculturali.it)
La sedimentazione che ha colmato la vasca è indice del fatto che è stata permanentemente colma d'acqua e, con il tempo, di terra erosa dai margini. All'interno sono stati ritrovati un centinaio di vasi interi o ricomponibili che hanno permesso la datazione del tutto al XV-inizi XIV secolo a.C., 25 vasetti miniaturistici, sette figurine fittili di animali, resti di fauna, cestini e numerosi frammenti di strumenti in legno tra i quali quattro aratri. I vasi giacevano con l'imboccatura in alto e in qualche caso impilati uno sull'altro. Non sono, pertanto, caduti, ma collocati volutamente in quel modo. Questo ha portato gli studiosi a pensare che lo spazio artificiale deputato a bacino fosse destinato a raccogliere offerte votive, quali, appunto, vasi, figurine fittili e attrezzi agricoli.
Il ritrovamento del prezioso reperto è dovuto alla segnalazione, nel 2004, di un cittadino di Noceto durante i lavori di un cantiere edile. La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna è intervenuta immediatamente ed ha promosso da subito delle campagne di scavo che hanno permesso il ritrovamento di una notevole serie di materiali archeologici e scientifici pressocchè inediti.
L'acqua è uno degli elementi naturali più frequentemente connessi ai rituali dell'Età del Bronzo europea. Ha un significato simbolico molto potente, forse anche più significati simbolici, uno dei quali è sicuramente quello che la vuole transito tra la vita e la morte, tra la vita degli uomini e quella nel mondo ultraterreno.
(Fonte: archeobologna.beniculturali.it)
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