giovedì 30 giugno 2011

I tesori di Batrawy

Il vasellame ritrovato nel palazzo di Batrawy
In maggio e giugno 2011 sono proseguite le operazioni di scavo del palazzo che costituiva il cuore dell'antica città di Batrawy, nella Giordania settentrionale, della Missione Archeologica in Palestina e Giordania dell'Università di Roma "La Sapienza".
Gli scavi hanno prodotto ottimi risultati, con il ritrovamento di numerosi reperti conservati in modo eccellente nello strato di distruzione che pose fine alle fortune della città cananea nel 2300 a.C.. La città, precedentemente allo scavo italiano praticamente sconosciuta, fu scoperta dagli archeologi italiani nel 2004. Era il principale centro urbano del Wadi az-Zarqa, il fiume più orientale del Levante, ai margini del deserto siro-arabico, nel III millennio a.C. e controllova le vie carovaniere verso la Siria, l'Arabia e la Mesopotamia, nonchè il guado che consentiva di scendere a ovest della Valle del Giordano, in Palestina fino al Mediterraneo e al Mar Rosso.
Quest'anno, nel palazzo, si sono avuti interessanti ritrovamenti. E' stato completato lo scavo della grande sala a pilastri che possiede due ingressi monumentali con gradini in mattoni crudi e quattro pilastri. All'interno sono stati ritrovati venti grandi pithoi e numerosissimi vasi e quattro asce di rame rinvenute nel 2010 ed ora esposte al Museo Nazionale di Amman. In quest'ultima campagna di scavo sono stati ritrovati due vasi decorati con figure applicate: uno con un grande e sinuoso serpente, l'altro diviso in metope nelle quali erano rappresentati, l'uno di fronte all'altro, un serpente e uno scorpione, elementi senza confronto nel panorama levantino coevo rappresentanti, forse, un aspetto del culto dei Cananei.
La sala a pilastri era fiancheggiata da una seconda sala ugualmente a pilastri, apparentemente di maggiori dimensioni, e da un magazzino. In quest'ultimo, in cui ci sono imponenti resti di ballatoi e scaffali lignei carbonizzati, sono stati ritrovate una ventina di giare di diversa forma e fattura ed un tornio in basalto simile ad un altro rinvenuto nel 2010.
Le scoperte più inattese si sono avute nella sala adiacente. Qui vi era un pavimento su due livelli, ricavato da un sapiente livellamento della roccia della collina. In questa sala sono stati ritrovate giare e vasellame di medie e piccole dimensioni in uno strato di crollo con travi carbonizzate, mattoni, ceneri e reperti. Al centro di una parete, poi, vi era un sedile in pietra, mentre sul lato sud un grande pithos era murato in una nicchia. I ritrovamenti più significativi sono stati quelli di una giara piena di 584 perle e vaghi di collana in corniola, osso, cristallo di rocca e rame, con alcune perle infilate in sottilissimi fili di rame, una quinta ascia di rame, due falcetti di legno con lame in selce affilate ed una grande brocca in ceramica rossa lustrata ed un rarissimo vaso di importazione forse egiziana.

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