Il relitto di Porto Cesareo |
E' stato ritrovato, nell'Area Marina Protetta di Porto Cesareo (Le), un relitto di una nave di cui dovrà, ora, essere stabilita l'epoca. Il progetto di ricerca è stato coordinato dalla Prof.ssa Rita Auriemma, del Dipartimento Beni Culturali dell'Università del Salento, e dal Prof. Giuseppe Mastronuzzi, del Dipartimento di Geologia dell'Università di Bari.
Si tratterebbe di un'imbarcazione che probabilmente trasportava alimenti oppure di una barca di supporto dei traffici marittimi. Il relitto giaceva ad appena due metri di profondità e le prime analisi hanno escluso che possa trattarsi di una nave romana, propendendo per una datazione più tarda. L'imbarcazione rientra nella categoria dei "relitti spiaggiati" e, purtroppo, non sono di aiuto i frammenti di ceramica ritrovati attorno a quanto rimane dello scafo, giudicati non pertinenti il relitto.
I geologi, comunque, hanno stabilito che la superficie marina si è innalzata, a partire dall'epoca romana fino ad oggi, di due metri. Nuove informazioni saranno certamente a disposizione dopo l'analisi dei sedimenti che occupano e inglobano il relitto.
La zona del leccese era da tempo interessata da diversi ritrovamenti marittimi. E' noto da tempo il relitto di una navis lapidaria che trasportava delle monumentali colonne in marmo cipollino dall'Eubea, naufragata nei pressi di Torre Chianca e datata al II-III secolo d.C.; è stata anche individuata una struttura sommersa pertinente l'insediamento dell'Età del Bronzo a Scalo di Fumo e all'isolotto antistante. Per non parlare, poi, dei rinvenimenti isolati di anfore, ancore e materiali ceramici.
Si tratterebbe di un'imbarcazione che probabilmente trasportava alimenti oppure di una barca di supporto dei traffici marittimi. Il relitto giaceva ad appena due metri di profondità e le prime analisi hanno escluso che possa trattarsi di una nave romana, propendendo per una datazione più tarda. L'imbarcazione rientra nella categoria dei "relitti spiaggiati" e, purtroppo, non sono di aiuto i frammenti di ceramica ritrovati attorno a quanto rimane dello scafo, giudicati non pertinenti il relitto.
I geologi, comunque, hanno stabilito che la superficie marina si è innalzata, a partire dall'epoca romana fino ad oggi, di due metri. Nuove informazioni saranno certamente a disposizione dopo l'analisi dei sedimenti che occupano e inglobano il relitto.
La zona del leccese era da tempo interessata da diversi ritrovamenti marittimi. E' noto da tempo il relitto di una navis lapidaria che trasportava delle monumentali colonne in marmo cipollino dall'Eubea, naufragata nei pressi di Torre Chianca e datata al II-III secolo d.C.; è stata anche individuata una struttura sommersa pertinente l'insediamento dell'Età del Bronzo a Scalo di Fumo e all'isolotto antistante. Per non parlare, poi, dei rinvenimenti isolati di anfore, ancore e materiali ceramici.
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