martedì 26 luglio 2011

Tracce dell'etrusca Viterbo

Viterbo, Colle del Duomo
Nella seconda metà del '400 il domenicano viterbese Giovanni Nanni, conosciuto meglio con il soprannone latinizzato di Annio, nei suoi Commentari, contribuì alla nascita del mito etrusco, servendosi spesso di testi apocrifi.
Annio attribuiva la fondazione della città di Viterbo a Noè, che avrebbe costruito quattro castelli: Fanum, Arbanum, Vetulonia e Longula (la Tetrapoli viterbese, il cui acrostico FAVL compare nello stemma cittadino).
Le teorie di Ennio popolarono la fantasia di molti per diverso tempo, fin quasi al XIX secolo. Quel che è certo è che c'è un paleonimo latino, Sorrina Nova, attestato da alcune iscrizioni dell'età di Augusto ritrovate in territorio viterbese. Dal nome latino si può risalire al toponimo etrusco che suona come Surina o Surna. Il nome derivava da una divinità di nome Suri, di carattere ctonio, legata alle diverse manifestazioni termali della zona. A Suri era dedicato anche un culto oracolare, attestato da una lastrina in bronzo fuso con incisa un'iscrizione che riporta il nome della divinità ed un aggettivo che ne descrive i poteri. La lastrina risale, presumibilmente, al IV-III secolo a.C. ed oggi è custodia nel Museo di Villa Giulia a Roma.
La città di Surina sorgeva su un colle, il Colle del Duomo, dove, nel Medioevo, furono edificati la Cattedrale di San Lorenzo e il Palazzo dei Papi. Qui, in epoca arcaica, vi era già un insediamento etrusco, un'arce in tufo in tutto e per tutto simile ad un'acropoli.
Nel 1933 i lavori di abbassamento del piano della piazza del Duomo permisero di scoprire tratti di muro in peperino che, con tutta probabilità, appartenevano ad una cinta difensiva. Altri rinvenimenti occasionali confermarono le ipotesi che il cuore di Viterbo medioevale aveva ospitato un centro etrusco. A quest'ultimo, con un continuum temporale senza particolari interruzioni, era seguito il centro romano, attestato dai resti di un antico ponte in opera quadrata riferibile al II secolo a.C., visibile presso l'attuale Ponte del Duomo.
Alcuni cronisti viterbesi riportano, poi, la tradizione di un Castrum Herculis, localizzato sul Colle del Duomo, forse riferimento ad un antico luogo di culto dedicato a Ercole, che gli Etruschi assimilavano al dio Suri. Una notizia, riportata negli Acta Martyrum, a proposito del sacerdote Valentino e del diacono Ilario, patroni della città, riferisce che ai due fu ordinato di sacrificare al dio Ercole che, nel IV secolo d.C., aveva ancora un tempio in città.
Le necropoli attestate sul Colle del Duomo hanno rivelato una frequentazione ininterrotta dall'età arcaica fino a quella imperiale. I corredi recuperati indicano un periodo di vitalità del centro tra il IV e il III secolo a.C., caratterizzato da un costante rapporto con Tarquinia, a cui Surina era legata politicamente.
Tra le famiglie gentilizie di Surina è attestata la presenza dei Cilna, il cui ramo principale era originario di Arezzo e dal quale, in epoca augustea, discese Mecenate.
Sorina Nova divenne municipium nell'87 a.C. ed entrò a far parte della tribù Stellatina. Dalle iscrizioni si sa che possedeva un macellum (mercato) e delle terme.

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