sabato 17 settembre 2011

Il fascino antico delle conchiglie

Murex Globosus
Distribuzione e commercio delle conchiglie marine iniziarono nel Paleolitico Medio, al tempo dell'uomo di Neanderthal. Conchiglie di molluschi del genere Cypraea venivano indossati dai cacciatori di mammuth del Paleolitico Superiore nelle pianure dell'Ucraina. Le conchiglie erano state raccolte a 600 chilometri di distanza, sulle coste della Crimea o, forse, in località ancora più lontane.
Altre minuscole conchiglie di gasteropodi erano utilizzate dai cacciatori nel Mesolitico, accompagnate da denti animali e perline d'osso, che creavano sontuosi ornamenti funebri per i sepolti di alto rango. Conchiglie marine forate vennero ritrovate nelle sepolture dei Balzi Rossi, in Liguria e in altre tombe coeve tra le quali quella della cosiddetta Signora di Ostuni, in Puglia.
La conchiglia divenne il simbolo del lusso e della distinzione sociale. Ma nel Mediterraneo, in età neolitica, le conchiglie vennero anche utilizzate per imprimere delle decorazioni su anfore per liquidi e in Cina gli agricoltori ricavavano proprio dalle conchiglie dei grandi molluschi i falcetti utilizzati nel loro lavoro.
Le conchiglie continuarono a rivestire un ruolo di primo piano anche durante l'Età del Bronzo. Se ne utilizzarono di diversi tipi ed i loro gusci, o i resti di questi ultimi, sono stati ritrovati in diversi siti in Egitto, in Asia centrale, in Arabia e in India. Gli antichi Egizi le chiamavano "pietre del margine dell'acqua" oppure "pietre della spiaggia". Sin dal Predinastico, nel IV millennio a.C., gli Egizi creavano ornamenti con le strutture tubolari della Tubipora, un corallo violaceo del Mar Rosso. Le conchiglie diventavano bracciali, anelli, amulenti, grani di collane. Nel Medio Regno pettorali di madreperla con il nome del faraone venivano indossati come insegne militari. Le conchiglie di Cypraea erano indossate dalle donne come amuleti contro i pericoli del parto.
Nei centri urbani della Mesopotamia, dell'Iran, nei paesi delle coste del golfo, si lavorava la madreperla ottenuta dalla Pinctada Margaritifera che donavano pezzi di intarsio per gli strumenti musicali, per i pannelli a mosaico, per piccole sculture e ornamenti. Tracce di questa conchiglia si trovano nei pannelli intarsiati di Ur, nel cuore di Sumer, a Ebla. La spirale della Fasciolaria trapezium serviva per creare lampade a olio e piccoli contenitori per cosmetici, trovate nelle sepolture dei notabili dell'epoca. Il cuore della conchiglia piriforma della Turbinella pyrum forniva agli Indiani del III millennio a.C. la materia prima per bracciali e recipienti rituali per libagioni. Da questa conchiglia si ottenevano, anche, dei cilindri da spedire in Mesopotamia per essere trasformati in sigilli preziosi.
Durante l'Età del Ferro le popolazioni preromane dell'Adriatico utilizzano, in modo ancora non del tutto chiaro, le conchiglie rosate del Pectunculus, forate naturalmente e artificialmente. Nelle tombe degli aristocratici Piceni le grandi conchiglie di Cypraea provenienti dai mari d'Oriente, venivano lavorate a formare pendenti incastonati nel bronzo.
Uno dei prodotti marini più importanti e ricercati era la porpora, il colorante in assoluto più prezioso, simbolo di regalità. Questo colore, contrariamente a quanto ancora si pensa, era un violetto carico e cupo, molto simile al nero. Si otteneva da una secrezione dei molluschi mediterranei Murex trunculus e Murex brandaris. Il Murex è un gasteropode la cui conchiglia è riconoscibile da un gambo o sifone allungato e dalle corte spine sulla spira. Ogni mollusco produceva una piccolissima quantità di colorante e bisognava raccoglierne e trattarne enormi cumuli per ottenere le quantità richieste.

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