domenica 1 luglio 2012

Il misterioso zodiaco di Dendera

Lo Zodiaco di Dendera
Uno dei tesori più antichi e famosi custoditi nel Museo del Louvre a Parigi è lo Zodiaco di Dendera, antico di 2060 anni. Fu tolto da una cappella dedicata ad Osiride nel Tempio di Hathor a Dendera nel 1820 e spedito a Parigi. Lo Zodiaco è stato ricavato in bassorilievo ed è stato oggetto di dispute feroci, che sono andate oltre la scienza, nella Francia napoleonica prima ed in quella della Restaurazione poi.
Anche oggi lo Zodiaco di Dendera continua a provocare reazioni contrastanti. E' considerato la prima rappresentazione storica delle dodici costellazioni dello zodiaco classico, anche se gli egittologi insistono che si tratta di una rappresentazione astratta, senza alcun riferimento all'attuale zodiaco astrologico, si tratterebbe, piuttosto, della rappresentazione astronomica del cielo così come la vedevano gli Egizi del 50 d.C.
Lo Zodiaco di Dendera è stato ricavato da una lastra di arenaria posta sul soffitto del Tempio di Hathor ed Iside a Dendera. Qui si celebravano i misteri della resurrezione di Osiride. Lo Zodiaco mostra la volta del cielo, rappresentato come un disco, sorretta da quattro figure femminili assistite da divinità con la testa di falco. Attorno al disco, 36 decani simboleggiano i 360 giorni dell'anno egizio. Le costellazioni rappresentate sono grosso modo quelle che conosciamo oggi: l'ariete, il toro, lo scorpione e il capricorno sono del tutto simili ai segni zodiacali moderni. Altri segni, invece, sono rappresentati con un'iconografia tipicamente egiziana, come l'acquario, rappresentato come Hapy, il dio della piena del Nilo.
Tempio di Hathor a Dendera
Nello Zodiaco di Dendera sono rappresentati anche i pianeti conosciuti dagli antichi Egizi: Venere è dietro il segno dell'acquario, Giove è vicino al segno del cancro, Marte è posto sopra al segno del capricorno.
Nel 1802 l'artista, scrittore ed archeologo Vivant Denon, in seguito nominato primo direttore del Louvre, visitò Dendera e vide lo Zodiaco. Tornato in Francia, pubblicò le sue riproduzioni del soffitto. Immediatamente alcuni ricercatori sostennero che si trattava di un'opera antica di diverse migliaia di anni, che dimostrava come Greci e Romani fossero dei neofiti, se confrontati con gli Egizi. Affermazioni piuttosto audaci se si pensa che è questo il periodo in cui si riteneva, secondo una cronologia ricavata dalla Bibbia, che il mondo non era più antico di 4000 anni. I conservatori, all'opposto, ritenevano che lo Zodiaco era databile ad un'epoca molto più recente.
Nel 1820 il collezionista di antichità francese Sebastien Saulnier, con il permesso del governatore egiziano Mohamed Alì Pasha, decise di rimuovere lo Zodiaco di Dendera e di spedirlo in Francia. Così, muratori armati di seghe, martinetti e persino polvere da sparo, estrassero, in modo estremamente primitivo ed assolutamente non professionale, lo Zodiaco dal soffitto del tempio, lo caricarono su un'imbarcazione sul Nilo per poi farlo arrivare a Parigi. Nel 1822 il prezioso reperto fu installato nella Bibliotheque Nationale da Luigi XVIII, che lo aveva acquistato da Saulnier per una somma stratosferica.
Dendera, capitelli hathorici
Durante la Rivoluzione Francese, lo Zodiaco di Dendera fu usato dagli intellettuali d'oltralpe per screditare la religione cristiana. Si aprì, pertanto, un furioso dibattito tra le opposte fazioni finché Jean-François Champollion, che era riuscito a trovare la chiave di lettura dei geroglifici grazie alla Stele di Rosetta, intervenne a risolvere il mistero dello Zodiaco. Champollion datò lo Zodiaco di Dendera al periodo della dominazione greco-romana dell'Egitto, intorno al I secolo a.C., confermando, con questo, quello che avevano sempre sostenuto i cristiani, vale a dire la relativa "giovinezza" della cultura egizia. Arrivò a questa datazione poiché era riuscito a decifrare i nomi degli imperatori romani Tiberio, Nerone, Claudio e Domiziano.
Joseph Fourier, che aveva esaminato lo Zodiaco nel 1800, lo aveva, invece, datato al 2500 a.C., basandosi sulla situazione astronomica che vi era rappresentata. Recenti studi hanno dato ragione, in parte, al Fourier: lo Zodiaco di Dendera riproduce abbastanza fedelmente gli zodiaci mesopotamici risalenti al III millennio a.C.
Il Tempio di Hathor, in cui si trovava lo Zodiaco, presenta un complesso problema di datazione. Gli ortodossi affermano che fu costruito ufficialmente in epoca romana, ma Auguste Mariette, alla metà del XIX secolo, scoprì fondazioni del tempio profonde ben 7 metri, mentre la quasi totalità dei templi egizi (Luxor, Karnak ed altri) è praticamente poggiata sulla superficie spianata del terreno. Queste fondazioni portano a credere che i lavori di epoca tolemaica siano consistiti nel restauro di un tempio preesistente e molto più antico.
Dendera, particolare di uno zodiaco
posto in verticale nella sala ipostila
Nel 1975 François Daumas scoprì un'iscrizione sulla parete esterna ovest del naos del Tempio di Hathor a Dendera. Questa iscrizione attesta che la cerimonia di fondazione del tempio ("tendere la corda") avvenne il 14° giorno del mese di Epiphi del 27° anno di regno di Tolomeo XII Néos Dionysos Aulète (80-51 a.C.) e che i lavori si conclusero nel nono anno di Augusto. La costruzione iniziò, dunque, il 16 luglio del 54 a.C., giorno della levata elica di Sirio, ed i lavori di conclusero tra la fine di agosto del 21 a.C. e lo stesso periodo dell'anno successivo. Il tempio della nascita di Iside, edificato da Augusto su un precedente tempio tolemaico, costruito a sua volta su un tempio ancora precedente, e posto immediatamente a ridosso del tempio originale, ha lo stesso orientamento del Tempio di Hathor, pur se ruotato di poco rispetto al tempio più antico.
Nel 1919 lo Zodiaco fu trasportato dalla Bibliothèque Nationale al Louvre, continuando a dividere gli studiosi sul significato di ciò che vi era rappresentato. Qualche anno fa Zahi Hawass chiese la restituzione all'Egitto, tra gli altri, dello Zodiaco di Dendera, arrivando ad interrompere qualsiasi rapporto di cooperazione con la Francia al netto rifiuto alla restituzione opposto da quest'ultima.

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