sabato 18 agosto 2012

Il cammello e i Romani

Il cammello era un animale comune nell'impero romano, anche nelle provincie più lontane come la Francia settentrionale e il Belgio. Resti di cammelli sono stati frequentemente ritrovati nelle vicinanze di importanti strade romane, utilizzate sia da civili che da militari.
Ma non sono solo i resti a "parlare" di questo animale, anche negli scritti e nelle immagini di epoca romana la figura del cammello pare essere familiare. Furono usati come animali da sella e da soma per i militari e per trasportare le merci; la carne e il latte di cammello integravano la dieta dei Romani. I cammelli furono "esportati" anche nelle province settentrionali dell'impero, come in Belgio, dove sono state trovate otto ossa dell'animale in un sito archeologico noto come Orolauno vicus.
Finora non si sapeva molto su quali specie - cammelli o dromedari - fossero stati introdotti nelle province settentrionali romane, né quando e per cosa siano stati utilizzati. L'archeozoologo Fabienne Pigière ha esaminato le ossa di questo animale ritrovate in un campo ed ha inventariato tutti i reperti riconducibili al cammello. Lo studio indica che le ossa ritrovate a Orolauno vicus, attuale Arlan, in Belgio, appartengono ad un dromedario di epoca tardo romana. Reperti provenienti da ben 22 siti archeologici mostrano che entrambi gli animali, sia il dromedario che il cammello, erano comuni nelle province settentrionali dell'impero romano. I resti dei cammelli e dei dromedari sono stati trovati anche in ambienti civili, come ville e città

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