sabato 29 dicembre 2012

Finziade, città dimenticata

Scavi nella Casa 1 di Finziade
Nel 1998 l'archeologa Graziella Fiorentini scoprì, all'interno del vano 7 della Casa I dell'antica città di Finziade, nel territorio di Licata, tra Agrigento e Gela, un gruppo di gioielli in oro e oltre 400 monete d'argento di fine III secolo a.C.
Diodoro Siculo, nativo di Agyrion, odierna Agira, in provincia di Enna, nella sua Historia universalis narra come fu fondata Finziade. La città trae nome, secondo lo storico, dal nome del tiranno di Agrigento Finzia, che la fondò trapiantandovi i cittadini di Gela, costretti all'emigrazione a causa dell'abbattimento delle mura e delle abitazioni della loro città.
Finziade fu l'ultima fondazione greca in Sicilia, risalente al 282 a.C.. Fu al centro di una polemica sull'identificazione del luogo dove sorgeva. La città fu edificata sul Monte Sant'Angelo, 134 metri sul livello del mare, in posizione dominante sulla foce del Salso (nome attuale dell'antico Himera). Per molto tempo gli archeologi rinvennero solo materiali isolati, quali monete e una lunga iscrizione che fu ritrovata nel 1660, datata all'epoca romana, tra il II e il I secolo a.C.
La Soprintendenza, coadiuvata dall'Associazione Archeologica Licatese, ha ritrovato ed esplorato diversi settori dell'abitato dell'antica città e della sua necropoli. Finziade aveva un impianto urbanistico impostato su terrazzamenti e improntato al principio della regolarità degli isolati abitativi e delle strade, che si incrociavano ad angolo retto.
Licata, area archeologica di Finziade
Le case dell'antica città avevano tutte un piccolo cortile centrale che serviva a far entrare la luce e a raccogliere l'acqua piovana. I tetti avevano falde inclinate verso l'interno e convogliavano l'acqua in cisterne scavate nella roccia. Bagno e cucina erano solitamente contigui. La casa più interessante è quella denominata Casa 1. Le pareti ricavate nella roccia presentavano ancora i rivestimenti in intonaco dipinto con cornici modanate in stucco. Inoltre, a differenza delle altre case, la Casa 1 presenta un portico a pilastri davanti ai vani retrostanti e persino un piano superiore con altre stanze. La stanza centrale della casa era accessibile dal cortile e presenta pareti interamente intonacate, con zoccolo dipinto di rosso. In un angolo è stato ritrovato, ancora al suo posto, un altare in argilla cruda. Sulla parete retrostante si trova una nicchia che conteneva le figurine delle Cariatidi rappresentate nell'atto di sorreggere tre arcate e ritrovate crollate al suolo.
Il sakkos rinvenuto a Finziade
Nel 1998, mentre si continuava lo scavo della Casa 1, a circa 30 centimetri dal livello pavimentale, si rinvennero 443 monete d'argento, che furono battezzate "tesoretto di Finziade". Probabilmente le monete furono nascoste dal proprietario della casa in un apposito vano del piano superiore della stessa, custodite in un contenitore di stoffa o di pelle andato perduto. Le monete risalgono agli anni della seconda guerra punica. Anche i gioielli ritrovati nella medesima casa, forgiati, forse, ad Alessandria d'Egitto, risalgono allo stesso periodo.
La distruzione della Casa 1 è stata datata, dagli archeologi, al 40 o 30 a.C. e questo ha fatto pensare che i successivi occupanti dell'abitazione ignorassero l'esistenza del tesoretto. Quest'ultimo comprendeva, oltre a monili d'oro, 162 sesterzi, 278 quinari, 2 denari, tutti in argento e 4 monete in bronzo. Si tratta di una delle prime testimonianze dell'introduzione del denarius, nuova moneta di Roma dal 215 a.C..
Il bracciale ritrovate a Finziade
Per quel che riguarda i gioielli, l'uso dei monili in oro per ornamento personale si documenta, in Italia meridionale e in Sicilia, sin dal VII secolo a.C.. I monili di Finziade comprendono quattro mezze armille che si riferiscono a una coppia di bracciali, un bracciale a verga, un anello con castone in granato e un sakkos con medaglione centrale collegato a una catena mobile entro la quale si raccoglievano i capelli. Quest'ultimo è un elemento piuttosto raro e, insieme agli altri, è di provenienza egiziana, dalle botteghe più rinomate di Alessandria d'Egitto.
Le monete ritrovate nella casa di Finziade sono ritenute, dagli archeologi, essere la paga di un soldato congedato, mentre i gioielli erano, forse, una parte dell'ingente bottino che i soldati di Marcello razziarono durante il sacco di Siracusa. Tito Livio narra che Marcello inseguì le truppe cartaginesi scontrandosi con esse nei pressi del fiume Himera e sconfiggendole.

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