Uno dei cippi di Alba Fucens |
Eracle, o Ercole come lo chiamavano i Romani, era molto adorato nella colonia romana di Alba Fucens, fondata nel 302 a.C..
Eracle era considerato il protettore dei commerci, dell'agricoltura e della pastorizia che erano ampiamente praticati ad Alba Fucens. Gli scavi hanno permesso il recupero e il seguente restauro di una statua di Ercole, custodita attualmente nel Museo Nazionale di Chieti. Oltre alla statua sono tornati alla luce due cippi con iscrizioni dedicate alla divinità di origini greche.
Il ritrovamento, in particolare, delle due stele è considerato importantissimo, dal momento che una delle due iscrizioni ritrovate è sicuramente la più antica pertinente il culto di Eracle. I due cippi hanno forma piramidale e sono alti 12 i 9 centimetri. Il loro ritrovamento è stato del tutto fortuito. Sono stati due archeologi belgi a scoprirli nell'area del tempio di Eracle.
Autrici delle iscrizioni dei cippi sono due donne, Varia e Catia, che hanno dedicato i cippi al proprio marito. Il marito di Catia, (N)onio(s), proveniva dal Sannio. "Le iscrizioni - ha spiegato Marco Bonocore, latinista e direttore della sezione archivi della Biblioteca vaticana. - sono in latino arcaico. Pertanto le si può far risalire al II secolo a.C. a una fase, cioè, più antica rispetto alla costruzione del santuario di Ercole ad Alba, datata ai primi decenni del I secolo. Abbiamo la conferma che nel II secolo a.C. vi fu una massiccia immigrazione di socii italici verso la colonia latina di Alba. Il nostro personaggio (Nonius), dunque, potrebbe essere un abitante del Sannio, che è venuto a stabilirsi ad Alba".
I cippi sono attualmente custoditi nel castello di Celano, in attesa che sia pronto il Museo di Alba, dove verranno trasferiti. Alba Fucens ha restituito 380 iscrizioni latine. Le iscrizioni sacre non recano spesso il nome della divinità alla quale sono dedicate. Nelle due rinvenute recentemente, oltre il nome di Eracle (Ercle) c'è anche quello delle autrici della dedica.
Eracle era considerato il protettore dei commerci, dell'agricoltura e della pastorizia che erano ampiamente praticati ad Alba Fucens. Gli scavi hanno permesso il recupero e il seguente restauro di una statua di Ercole, custodita attualmente nel Museo Nazionale di Chieti. Oltre alla statua sono tornati alla luce due cippi con iscrizioni dedicate alla divinità di origini greche.
Il ritrovamento, in particolare, delle due stele è considerato importantissimo, dal momento che una delle due iscrizioni ritrovate è sicuramente la più antica pertinente il culto di Eracle. I due cippi hanno forma piramidale e sono alti 12 i 9 centimetri. Il loro ritrovamento è stato del tutto fortuito. Sono stati due archeologi belgi a scoprirli nell'area del tempio di Eracle.
Autrici delle iscrizioni dei cippi sono due donne, Varia e Catia, che hanno dedicato i cippi al proprio marito. Il marito di Catia, (N)onio(s), proveniva dal Sannio. "Le iscrizioni - ha spiegato Marco Bonocore, latinista e direttore della sezione archivi della Biblioteca vaticana. - sono in latino arcaico. Pertanto le si può far risalire al II secolo a.C. a una fase, cioè, più antica rispetto alla costruzione del santuario di Ercole ad Alba, datata ai primi decenni del I secolo. Abbiamo la conferma che nel II secolo a.C. vi fu una massiccia immigrazione di socii italici verso la colonia latina di Alba. Il nostro personaggio (Nonius), dunque, potrebbe essere un abitante del Sannio, che è venuto a stabilirsi ad Alba".
I cippi sono attualmente custoditi nel castello di Celano, in attesa che sia pronto il Museo di Alba, dove verranno trasferiti. Alba Fucens ha restituito 380 iscrizioni latine. Le iscrizioni sacre non recano spesso il nome della divinità alla quale sono dedicate. Nelle due rinvenute recentemente, oltre il nome di Eracle (Ercle) c'è anche quello delle autrici della dedica.
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