domenica 17 novembre 2013

Sorprese dal terreno in provincia di Avellino

Una delle cosiddette Grotte dei Briganti in
Contrada Migliano (Av)
Casuale scoperta archeologica in Campania, contrada Migliano, in provincia di Avellino. Grazie all'erosione e allo sprofondamento del terreno agricolo è stata rivelata una cavità che pare non essere di origine naturale.
In questa zona erano già note le cosiddette "Grotte dei Briganti", ne erano state contate almeno sette. Il nuovo ritrovamento è stato segnalato da Paolo Cusano, professionista del luogo ma, soprattutto, estremamente attivo nella salvaguardia e nella valorizzazione del territorio. L'altezza di queste cavità è mediamente di sei metri e un diametro di cinque. La loro conformazione è a tumulo o a imbuto rovesciato. All'interno presentano tracce di muratura, testimonianza che queste grotte erano state create dall'uomo nella locale arenaria. A supportare questa tesi vi sono resti pavimentali e buchi nelle pareti che, probabilmente, servivano ad inserire travi di sostegno.
Gli studiosi non sono concordi sull'origine e sulle finalità di queste grotte artificiali. Alcuni pensano che si tratti di ricoveri per antichi gruppi umani, dal momento che sono stati trovati, all'interno delle cavità, elementi in pietra, forse utensili, di origine paleolitica e cocci di terracotta risalenti ad epoche successive (sannitiche e romane). Secondo altri ricercatori, invece, queste cavità sarebbero dei luoghi di sepoltura antecedenti all'invasione degli Osci e dei Sanniti. Ma quest'ipotesi non è stata suffragata dal ritrovamento di reperti quali corredi funerari o resti umani.
Molto probabilmente queste grotte sono state utilizzate, durante il dominio romano, come cisterne per la conservazione dell'acqua piovana o sorgiva, utilizzata per l'approvvigionamento idrico. Quest'ipotesi è avvalorata dalla scoperta, in loco, di resti di ville rustiche di epoca romana. Almeno una di queste ville è menzionata in documenti storici. Del resto la contrada Migliano era anticamente attraversata da vie di una certa importanza, che avevano, come riferimento del loro percorso, il torrente Calaggio. Tra queste vie sicuramente è da menzionare la via Aurelia Aeclanensis e la via Herculea. Del passaggio di questi percorsi viari rimane un cippo miliare della fine del II secolo d.C., trovato proprio in questa località.
La via Herculea collegava il Sannio alla Lucania e fu realizzata verso la fine del III secolo d.C.. A realizzarla fu Massimiano Erculio, cesare ed augusto durante la Tetrarchia. L'andamento di questo percorso viario non è stato, ad oggi, ancora del tutto rintracciato. Durante le persecuzioni cristiane, la via metteva in collegamento, attraverso una fitta rete di viuzze, le comunità più marginali, le aree urbane più piccole, le contrade ed i borghi sperduti, convogliandoli tutte sulla via Romea.

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