lunedì 11 agosto 2014

Continuano gli scavi italiani in Iraq

Il sito archeologico di Abu Tbeirah, in Iraq
Nell'antica città di Abu Tbeirah sta operando una missione archeologica italiana dell'Università La Sapienza di Roma. Il sito è praticamente intatto e sta restituendo un quadro archeologico estremamente interessante.
Della missione archeologica italiana fanno parate Francesca Alhaique, archeozoologa dell'Università della Tuscia (Viterbo), Franco D'Agostino, docente di Assiorologia dell'Università di Roma e direttore degli scavi, Licia Romano, vice direttore e field-director della missione ad Abu Tbeirah, Mary Anne Tafuri, antropologa del Dipartimento di Biologia Ambientale dell'Università di Roma.
Abu Tbeirah si estende su un tell di 43 ettari, divisa in due da un antico canale di cui sono visibili ancora le tracce. La città era tributaria di Ur, più celebre insediamento della bassa Mesopotamia, a cui era collegata per mezzo di un canale. Ur è famosa per essere considerata la patria di Abramo, il luogo dal quale il patriarca ebraico iniziò la sua peregrinazione verso Canaan.
L'ultima campagna di scavo ha meglio definito l'ambito cronologico e culturale di Abu Tbeirah. Gli archeologi parlano del III millennio a.C., nel momento di passaggio tra il Protodinastico III e l'epoca sargonica (2400-2150 a.C.). In questo periodo un sovrano semitico, Sargon (2335-2279 a.C.), partendo da Akkad riuscì a conquistare la bassa Mesopotamia, dove erano di stanza i Sumeri. Il suo impero dinastico durò circa due secoli.
Abu Tbeirah terminò la sua storia intorno al XXII secolo a.C.

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