sabato 5 settembre 2015

Capolavori antichi ritrovati

La museruola di bronzo recuperata a Brescia
(Foto: famedisud.it)
Già a partire dall'Ottocento la città di Crotone era stata funestata da scavi clandestini, favoriti dalla generale noncuranza per la salvaguardia del Patrimonio comune. A volte capita che quanto è stato illegalmente sottratto venga, anche a distanza di decenni, restituito allo Stato e ai cittadini.
Sta per rientrare in Calabria un bronzo di epoca classica, una museruola per cavallo che fungeva da offerta votiva nel santuario di Hera collocato nell'attuale Vigna Nuova, alla periferia di Kroton. Ad Hera era stato dedicato anche il tempio più noto del promontorio Lacinio. Nel santuario di Vigna Nuova sono state rinvenute decine di catene in ferro spesso aperte a colpi di maglio, che giustificano l'epiteto di "liberatrice" conferito alla divinità greca.
I ceppi in ferro associano i santuari di Hera krotoniati ai maggiori santuari dedicati alla divinità femminile sposa e sorella di Zeus: ad essa, infatti, era uso offrire gli strumenti simbolo della schiavitù una volta che quest'ultima era stata annullata. La museruola di Vigna Nuova venne trovata sul finire degli anni '70 del secolo scorso. Gli scavatori clandestini la estrassero dal terreno dove si trova l'unico edificio finora riportato alla luce, un tempio o deposito per le offerte.
Moneta di Kroton raffigurante Heracle infante che uccide i serpenti
(Foto: famedisud.it)
Oggi si sa che questo reperto bronzeo, probabilmente sfoggiato durante parate ed eventi speciali dell'antichità, era finito nella collezione privata di un appassionato di manufatti antichi legati all'equitazione, il quale, in occasione della mostra "Cavallo. Storia Arte Artigianato", allestita a Travagliato (Brescia) aveva consentito che il reperto venisse esposto al pubblico. Naturalmente questa occasione ha permesso alle forze dell'ordine, su segnalazione dell'archeologa Maria D'Andrea, che aveva riconosciuto il reperto attraverso delle foto comparse sul web, di denunciare la presenza della museruola nella sede della mostra.
Del resto il reperto presenta un'iconografia piuttosto inconsueta: una delle due composizioni che la ornano raffigura Eracle fanciullo che strozza i serpenti inviati da Hera per ucciderlo. L'altra composizione consta di due opliti affrontati.
L'iconografia dell'Herkliskos Drakonopnigon era molto nota nell'antichità, ma a noi, purtroppo, restano solo due testimonianze di epoca romana. Vi è anche una serie di emissioni monetali di area egea (fine V - primi inizi IV secolo a.C.) che trovano riscontri in Magna Grecia solo nella monetazione di Kroton e di Taranto. Questi argenti si ispirano, forse, ad una celebre pittura di Zeusi di Eraclea, che lavorò anche nel santuario di Hera Lacinia. 

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