domenica 2 ottobre 2016

Trovate le terme romane di Agrigentum

I resti individuati negli scavi ad Agrigentum (Fonte: archeosicilia.blogspot.it)
Fino a poche settimane fa gli archeologi si stupivano che una fiorente città come Agrigentum, in età romana non fosse dotata di impianti termali. Un gruppo di archeologi, in una campagna di scavo nel quartiere ellenistico-romano dell'antica Agrigentum, non lontano dal Museo Archeologico "Griffo", hanno individuato i resti di terme all'interno di un'abitazione. Una spa di quartiere, secondo le prime indagini.
"Tutto è iniziato con un progetto di scavo destinato a riportare alla luce un contesto residenziale - dice Maria Concetta Parello, archeologa e capo dello staff tecnico-scientifico della Valle dei Templi di Agrigento - ma, appena iniziato a lavorare, sono spuntati i resti di una lunga struttura  muraria che ci hanno imposto un cambio di rotta nell'indagine archeologica: ci appariva chiaro che il muro circondasse un ambiente ben preciso su cui, dunque, ci siamo concentrati eliminando gli strati successivi che nei secolo lo avevano manomesso fino a trovare tre vani di un complesso termale: il primo noto ad Agrigentum". Una sorpresa archeologica di grande valenza che colma la vacatio relativa appunto agli edifici termali nell'ambito di una città a lungo abitata come l'Agrigentum romana. Da qui la decisione di cambiare lo scopo dello scavo archeologico per meglio capire il ritrovamento, che ha già restituito materiali vari, attestando come sia stato abitato fino al VII-VIII secolo d.C.
I vani finora scoperti sono realizzati tutti in conci di tufo ben squadrati con grande accuratezza tecnica. Un primo è a forma di rettangolo allungato, con un pavimento in cocciopesto e i resti di una vasca rotonda, probabilmente usata per i bagni con acqua bollente, il calidarium romano; il vano si innesta sul secondo ambiente absidato da cui si accedeva al praefurnium: un grande forno che serviva a produrre aria calda per alimentare un sistema di riscaldamento sotterraneo inventato in età greca e perfezionato dai Romani, chiamato ipocausto. Questa tecnica consisteva nel far circolare l'aria calda prodotta dal forno all'interno di cavità ricavate con piccoli pilastri nel pavimento e nelle pareti: un sistema di riscaldamento usato per le terme e le ville dell'antica Roma. E sono proprio i resti di questi pilastri, chiamati suspensurae, ad essere stati rinvenuti nell'ultima sala delle terme di Agrigentum: rialzavano il pavimento creando uno spazio al di sotto del piano calpestabile che, con il vapore prodotto dal forno, rendeva caldo l'ambiente.
Gli archeologi della Valle dei Templi hanno trovato anche i resti di un altro praefurnium ma le indagini sono appena partite. "Le dimensioni dei singoli ambienti - dice Maria Concetta Parello - ci fanno pensare che debba essere un piccolo complesso termale inserito regolarmente nella maglia urbana di Agrigentum. Un impianto termale simile a quello ritrovato a Tindari, perfettamente inserito nell'urbanistica della città; o ancora, nel vicino nord Africa, simili alle Terme di Oceano e alle Terme della Regio VIII rinvenute nella città di Sabratha. Insomma, queste terme erano di quartiere: a servizio di un'importante area residenziale, collocata al centro della città antica e in prossimità di un'area pubblica. Nulla possiamo dire, ad oggi, circa il momento della sua costruzione poiché i dati anagrafici ricavati in questa campagna di scavo si fermano ai livelli di abbandono e rioccupazione avvenuti dopo l'età romana e gli obiettivi della nostra ricerca saranno il completamento dello scavo e il suo studio".
Un altro aspetto su cui si concentreranno gli archeologi della Valle dei Templi sarà quello dell'approvvigionamento idrico delle terme: si proverà, infatti, a riportare alla luce il sistema idrico con cui veniva assicurata l'acqua all'impianto.

Fonte:
archeosicilia.blogspot.it

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