domenica 22 gennaio 2017

La Fonte di Giuturna nel Foro Romano

La Fonte di Giuturna (Foto: thehistorytemple.com)
Nel 2015 sono tornate visibili al pubblico sette grandi sculture legate al contesto della Fonte di Giuturna (Lacus Iuturniae), una delle più importanti dell'antichità, le cui acque erano considerate salutari.
Tra le statue esposte, il gruppo dei Dioscuri trovato in pezzi nella vasca della Fonte di Giuturna (segno che le sculture furono, forse, spezzate intenzionalmente) e in seguito ricomposto. Il gruppo, una copia dallo stile arcaicizzante di epoca ellenistica, è databile tra la fine del II secolo e l'inizio del I secolo a.C. e, insieme alle altre sculture è stato trovato a poca distanza dal Tempio di Romolo.
Il puteale in marmo, anch'esso rinvenuto con le sculture, riporta due iscrizioni che ricordano il magistrato Marcus Barbatius Pollio (I secolo a.C.), che lo dedicò a Giuturna, la ninfa con la quale i Romani personificarono la fonte d'acqua. La leggenda vuole che i Dioscuri siano apparsi ai Romani per guidarli contro i Latini nella battaglia al Lago Regillo (499 a.C.) per la difesa di Roma. Furono poi visti abbeverare i loro cavalli alla fonte di Giuturna e annunciare la vittoria in città. Sul bordo del bacino è stato trovato un calco di un un cippo marmoreo di età traianea, che rappresenta i Dioscuri a rilievo, i loro genitori Giove e Leda e la ninfa Giuturna.
Il gruppo dei Dioscuri in mostra (Foto: eventiculturalimagazine.com)
La sorgente, che scaturiva ai piedi del Palatino, tra il Tempio di Vesta e quello dei Castori (come i Romani chiamavano i Dioscuri, privilegiando il nome di uno dei gemelli, Castore), fu individuata dagli scavi di Giacomo Boni nel 1900. Più tardi, negli anni '80, è stata oggetto di studio da parte dell'Istitutum Romanum Finlandiae.
Il luogo in cui sorgeva la Fonte di Giuturna è individuabile grazie al bacino con al centro il calco dell'ara. Un'edicola sacra, probabilmente il tempietto dedicato a Giuturna, sorella del re Turno, e l'edificio in mattoni della Statio Aquarum (l'ufficio degli acquedotti), che in origine doveva essere decorato da numerose sculture, completano il sito della fonte più importante a Roma.
Sono state identificate diverse fasi di costruzione, grazie ai materiali ed alle tecniche impiegate: opera reticolata alla fine del II e inizi del I secolo a.C., tufo dell'Aniene all'inizio dell'Impero. Probabilmente i restauri della fonte sono contemporanei a quelli del Tempio dei Dioscuri, ipotesi confermata dal ritrovamento dei pezzi delle statue dedicate ai gemelli divini, che in origine avrebbero occupato uno spazio sul piedistallo centrale della fonte.
Si narra che Giuturna sarebbe stata amata da Giove, che la trasformò in una fonte di eterna giovinezza, dove Giunone si bagnava riacquistando la sua giovane freschezza. In onore della ninfa si celebravano, a Roma, gli Iuturnaria per scongiurare la siccità. La fonte era tra i numerosi santuari dedicati alle divinità acquatiche, dove gli ammalati si recavano per avere beneficio dalle acque medicamentose.



Fonti:
liberamente adattato da:
Adnkronos.com
archeologia viva settembre/ottobre 2015
thehistorytemple.it

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