giovedì 22 giugno 2017

Etiopia, la città dei giganti

Parte di una moschea del XII secolo, comprendente un mihrab.
(Foto: Tim Insoll, University of Exeter)
Un team di ricercatori internazionali sotto la supervisione degli archeologi dell'Università di Exter ha scoperto una città antica e dimenticata in Etiopia, una città che, un tempo, si pensava abitata dai giganti. La scoperta getta nuova luce sulle origini del commercio internazionale e sull'espansione dell'Islam tra il X e gli inizi del XV secolo.
Gli archeologi, scavando ad Harlaa, nell'Etiopia orientale, hanno scoperto una moschea del XII secolo unitamente a testimonianze di sepolture e santuari islamici. Tra i reperti recuperati vi sono frammenti di vasi in vetro, cristalli di rocca, perline, gusci e ceramiche dal Madagascar, Maldive, Yemen e Cina. Sono state rinvenute anche monete in bronzo e argento di provenienza egiziana e risalenti al XIII secolo.
Resti di alcune delle 300 sepolture trovate nel
sito di Haarla (Foto: Tim Insoll, University
of Exeter)
La leggenda che vuole la città abitata da giganti è nata in seguito a sporadici ritrovamenti di monete e grosse pietre da costruzione da parte di agricoltori locali. Tuttora alcune persone ritengono che i defunti rinvenuti nelle tombe siano i figli dei giganti. I ricercatori hanno lavorato in questo sito per oltre due anni, prima di pervenire alle prime scoperte. il Professor Timothy Insoll ha affermato che le nuove scoperte rivoluzionano la comprensione del commercio in questa parte dimenticata dell'Etiopia e dimostra che questa zona era il centro commerciale della regione.
I reperti trovati mostrano l'alto livello raggiunto dai gioiellieri dell'epoca, che hanno creato pezzi eccezionali in argento, bronzo, pietre semipreziose e perle di vetro. Costoro utilizzavano tecnologie apprese dai loro colleghi dell'India e questo è una prova ulteriore del flusso intenso del commercio e anche dell'emigrazione dall'India ad Haarla. Questa zona dell'Europa ospitava, quasi certamente, una comunità molto composita. Le materie prime per la creazione dei gioielli venivano fatti arrivare attraverso il Mar Rosso, dalla costa dell'Africa Orientale ed anche dall'India.
La ricerca in Etiopia è finanziata dal Consiglio Europeo della Ricerca e dalla Fondazione Svizzera Max Van Berchem. Molti reperti raccolti dagli archeologi saranno esposti in un centro a disposizione delle popolazioni locali, nella speranza che possano, in tal mondo, anche arricchire materialmente la popolazione.

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