Il sito dell'antica Argilos (Foto: Jacques Perreault, Université de Montréal) |
Che tipo di strutture residenziali, commerciali e politiche possedevano le colonie greche situate sulla costa nordoccidentale del Mar Egeo 2700 anni fa? Quale linguaggio era maggiormente diffuso all'indomani della fusione dei Greci con le popolazioni della Tracia?
Uno scavo greco-canadese, in corso sull'isola di Argilos, la più antica delle quattro colonie (le altre sono Sani, Akanthos e Stageira) situate nella regione della Macedonia e fondate da coloni provenienti da Andros, nel 655 a.C.. Le ricerche sono iniziate nel 1992 e il team di ricerca, guidato da Zisis Bonias e Jacques Perreault è ora in grado di mettere insieme le prime, importanti, informazioni sulla graduale ellenizzazione della colonia, sulle sue attività commerciali ed artistiche nel lasso temporale che va dal VI al V secolo a.C. fino alla scomparsa della colonia nel III secolo a.C., a causa dell'intervento di Atene.
Argilos presentava case e strade nel tradizionale stile egeo, aveva un sistema di drenaggio dell'acqua piovana ed un edificio che ha attraversato i secoli, che in epoca classica era servito come frantoio. Recenti ritrovamenti hanno rivelato tracce di dialetto ionico ed una varietà di differenti lingue e dialetti utilizzati comunemente ad Argilos.
Incisioni, simboli ed epigrafi sulla superficie degli oggetti in argilla utilizzati nel commercio o nella vita domestica, non solo identificano il nome della città ma possono anche fornire utilissime informazioni sull'evoluzione della scrittura nella Grecia del nord e su diversi aspetti della vita in questi luoghi nel periodo che va dal VII al III secolo a.C.. Sono state riconosciute poche parole di senso compiuto, dalle quali si è arguita la presenza di una sorta di registro dei quantitativi e di pagamenti memorizzati sull'argilla, nonché invocazioni, nomi ed un'epigrafe non greca, probabilmente una dichiarazione d'amore, nella quale si afferma che un certo Astiagus è brutto mentre un certo Epigene è bello.
I risultati sono stati esaminati da Yannis Tzifopoulos, professore di filosofia greca e di epigrafia all'Università Aristotele di Salonicco, che ha affermato che queste frasi sono una variante del dialetto ionico. Alcuni dei reperti sembrano suggerire che i coloni provenienti da Andros abbiano utilizzato l'alfabeto dell'isola di Argilos, anche se i ricercatori non sono ancora sicuri che quest'ultima sia, poi, assurta a lingua ufficiale della colonia.
Il sito dell'antica Argilos si estende su una superficie di 15 ettari sulla collina di Palaiokastro, nei pressi del delta del fiume Strimone, un luogo strategico, dove si trovavano molte ricchezze naturali, non ultime oro e argento. L'influenza di Argilos sul panorama egeo venne meno con la crescita delle vicina città di Anfipoli, al punto che nel III secolo a.C. Argilos era praticamente deserta. Non fu mai ricostruita integralmente, nemmeno quando fu conquistata da Filippo II di Macedonia nel 357 a.C.. La città antica conserva, in cima alla collina, una villa costruita per una delle influenti famiglie di un generale dell'esercito macedone, meraviglioso esempio di architettura ellenistica. Argilos conserva anche resti di un frantoio con una macina in pietra.
Fonte:
archaeologynewsnetwork.blogspot.it
Uno scavo greco-canadese, in corso sull'isola di Argilos, la più antica delle quattro colonie (le altre sono Sani, Akanthos e Stageira) situate nella regione della Macedonia e fondate da coloni provenienti da Andros, nel 655 a.C.. Le ricerche sono iniziate nel 1992 e il team di ricerca, guidato da Zisis Bonias e Jacques Perreault è ora in grado di mettere insieme le prime, importanti, informazioni sulla graduale ellenizzazione della colonia, sulle sue attività commerciali ed artistiche nel lasso temporale che va dal VI al V secolo a.C. fino alla scomparsa della colonia nel III secolo a.C., a causa dell'intervento di Atene.
Argilos presentava case e strade nel tradizionale stile egeo, aveva un sistema di drenaggio dell'acqua piovana ed un edificio che ha attraversato i secoli, che in epoca classica era servito come frantoio. Recenti ritrovamenti hanno rivelato tracce di dialetto ionico ed una varietà di differenti lingue e dialetti utilizzati comunemente ad Argilos.
Incisioni, simboli ed epigrafi sulla superficie degli oggetti in argilla utilizzati nel commercio o nella vita domestica, non solo identificano il nome della città ma possono anche fornire utilissime informazioni sull'evoluzione della scrittura nella Grecia del nord e su diversi aspetti della vita in questi luoghi nel periodo che va dal VII al III secolo a.C.. Sono state riconosciute poche parole di senso compiuto, dalle quali si è arguita la presenza di una sorta di registro dei quantitativi e di pagamenti memorizzati sull'argilla, nonché invocazioni, nomi ed un'epigrafe non greca, probabilmente una dichiarazione d'amore, nella quale si afferma che un certo Astiagus è brutto mentre un certo Epigene è bello.
Un portico con i relativi magazzini scavati di recente nell'antica città di Argilos (Foto: Jacques Perreault, Université de Montréal) |
Il sito dell'antica Argilos si estende su una superficie di 15 ettari sulla collina di Palaiokastro, nei pressi del delta del fiume Strimone, un luogo strategico, dove si trovavano molte ricchezze naturali, non ultime oro e argento. L'influenza di Argilos sul panorama egeo venne meno con la crescita delle vicina città di Anfipoli, al punto che nel III secolo a.C. Argilos era praticamente deserta. Non fu mai ricostruita integralmente, nemmeno quando fu conquistata da Filippo II di Macedonia nel 357 a.C.. La città antica conserva, in cima alla collina, una villa costruita per una delle influenti famiglie di un generale dell'esercito macedone, meraviglioso esempio di architettura ellenistica. Argilos conserva anche resti di un frantoio con una macina in pietra.
Fonte:
archaeologynewsnetwork.blogspot.it
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