Agrigento, archeologi allo scavo del teatro antico (Foto: Marco Merola) |
Dopo secoli di abbandono, il teatro ellenistico di Agrigento riemerge dalla terra di Sicilia. Malgrado abbia dovuto subire pesanti spoliazioni nel corso dei secoli per costruire la città che oggi conosciamo, il teatro ha mantenuto il suo aspetto originale, ma nessuno, finora, era riuscito a trovarlo. L'ultimo ad averci provato è stato il veronese Pirro Marconi, nel 1920. Marconi, tuttavia, ha commesso un errore imperdonabile di interpretazione che lo ha messo sulla strada sbagliata.
Nel 2016, dopo settimane di indagini basate sulle analisi strumentali, risultati, ipotesi ed osservazioni, gli archeologi hanno concluso con ragionevole certezza che un anonimo banco calcarenitico distante poche centinaia di metri dal Tempio della Concordia, (icona assoluta della Valle dei Templi), in realtà celasse l'antico teatro, del quale si faceva fatica a individuare la struttura. L'unica fonte scritta sull'argomento risale alla metà del '500.
Il frate domenicano Tommaso Fazello che aveva redatto il primo libro "stampato" sulla storia della Sicilia, dopo aver visitato Agrigento riservò solo poche parole al teatro: "Ne riconosco a malapena le fondamenta", scrisse. Segno che a quell'epoca erano già stati asportati molti blocchi di pietra per costruire la città nuova.
Tra la fine del 2017 ed i primi mesi del 2018 gli archeologi sono riusciti ad identificare la summa cavea e i sedili per gli spettatori, costruiti sul fianco di una collina. La struttura ha subito una ristrutturazione piuttosto importante nel tardo III secolo a.C., quando l'antica Akragas divenne l'Agrigentum romana. Il teatro esisteva già da un secolo e solo dopo la conquista romana venne allargato fino ad avere un diametro di 95 metri.
Lo scavo del teatro ha restituito, quasi ogni giorno, resti importantissimi. Sono stati trovati depositi di manufatti: vasi di uso quotidiano, un piccolo vaso con beccuccio, un guttus (una sorta di biberon), maschere, gioielli, effigi, tutti affidati immediatamente alle mani della restauratrice Marilanda Rizzo Pinna. Ora gli scavi sono fermi e riprenderanno nel 2019 con lo scopo di portare alla luce l'orchestra del teatro.
Il teatro non è l'unica sorpresa della campagna di scavo conclusa di recente. Gli archeologi sono, infatti, intervenuti anche nella IV insula del quartiere ellenistico-romano, parte di una vasta distesa di edifici che erano stati già portati alla luce nel 1950. Sono state anche scavate le terme urbane risalenti all'epoca di Costantino (IV secolo d.C.).
L'esistenza del teatro di Agrigento è riportata da Frontino, erudito romano della fine del I secolo d.C. che, nella sua opera "Stratagemata", narra l'espediente di Alcibiade che, per impadronirsi della città durante la spedizione ateniese in Sicilia, radunò nel teatro tutti i cittadini di Agrigento. Anche se l'episodio, in realtà, si svolse a Catania, resta la testimonianza dell'esistenza di un teatro ad Akragas. Il teatro venne interrato progressivamente dopo l'età rinascimentale ed è stato ricercato in più luoghi a partire dal '700, soprattutto nel versante opposto rispetto a quello dove si trova realmente.
Il teatro era un edificio per spettacoli pubblici che poteva essere utilizzato anche per riunire la cittadinanza. Il suo primo impianto è di età ellenistica (III secolo a.C.) e trova confronti in differenti teatri costruiti in Sicilia nello stesso periodo. Ulteriori modifiche sono state apportate nelle epoche successive fino all'età tardoantica quando, forse, la sua funzione venne totalmente stravolta con il probabile impianto di attività produttive.
Del teatro è stata scavata solo una piccola parte, la zona superiore delle gradinate e gli angoli della scena. Tutta l'area centrale del teatro è ancora sotto terra. Tra i ritrovamenti si annoverano maschere teatrali in terracotta, statuette ed oggetti votivi che testimoniano l'esistenza di un luogo di culto vicino al teatro, come era normale nell'antichità. Negli strati superiori, di età tardoantica, si sono rinvenute anche scorie di ferro con tegole "pettinate", caratteristiche del periodo, indice dell'impianto di piccoli luoghi di produzione quando cessò la funzione per spettacoli del teatro.
Nel 2016, dopo settimane di indagini basate sulle analisi strumentali, risultati, ipotesi ed osservazioni, gli archeologi hanno concluso con ragionevole certezza che un anonimo banco calcarenitico distante poche centinaia di metri dal Tempio della Concordia, (icona assoluta della Valle dei Templi), in realtà celasse l'antico teatro, del quale si faceva fatica a individuare la struttura. L'unica fonte scritta sull'argomento risale alla metà del '500.
Agrigento, maschera di Gorgone trovata nella zona del teatro (Foto: Marco Merola) |
Tra la fine del 2017 ed i primi mesi del 2018 gli archeologi sono riusciti ad identificare la summa cavea e i sedili per gli spettatori, costruiti sul fianco di una collina. La struttura ha subito una ristrutturazione piuttosto importante nel tardo III secolo a.C., quando l'antica Akragas divenne l'Agrigentum romana. Il teatro esisteva già da un secolo e solo dopo la conquista romana venne allargato fino ad avere un diametro di 95 metri.
Agrigento, reperti in ceramica dalla zona del teatro (Foto: Giuseppe Cavaleri) |
Il teatro non è l'unica sorpresa della campagna di scavo conclusa di recente. Gli archeologi sono, infatti, intervenuti anche nella IV insula del quartiere ellenistico-romano, parte di una vasta distesa di edifici che erano stati già portati alla luce nel 1950. Sono state anche scavate le terme urbane risalenti all'epoca di Costantino (IV secolo d.C.).
Agrigento, frammento di un'iscrizione dedicatoria (Foto: Marco Merola) |
Il teatro era un edificio per spettacoli pubblici che poteva essere utilizzato anche per riunire la cittadinanza. Il suo primo impianto è di età ellenistica (III secolo a.C.) e trova confronti in differenti teatri costruiti in Sicilia nello stesso periodo. Ulteriori modifiche sono state apportate nelle epoche successive fino all'età tardoantica quando, forse, la sua funzione venne totalmente stravolta con il probabile impianto di attività produttive.
Del teatro è stata scavata solo una piccola parte, la zona superiore delle gradinate e gli angoli della scena. Tutta l'area centrale del teatro è ancora sotto terra. Tra i ritrovamenti si annoverano maschere teatrali in terracotta, statuette ed oggetti votivi che testimoniano l'esistenza di un luogo di culto vicino al teatro, come era normale nell'antichità. Negli strati superiori, di età tardoantica, si sono rinvenute anche scorie di ferro con tegole "pettinate", caratteristiche del periodo, indice dell'impianto di piccoli luoghi di produzione quando cessò la funzione per spettacoli del teatro.
Fonti:
nationalgeographic.it
treccani.it
nationalgeographic.it
treccani.it
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