venerdì 5 ottobre 2018

Pompei delle meraviglie, nuovi, eccezionali ritrovamenti

Pompei, il larario appena scoperto
(Foto: Corriere del Mezzogiorno)
Un grande larario vegliato da beneauguranti serpenti, un pavone che fa capolino nel verde, fiere dorate che si battono contro un cinghiale nero come i mali del mondo. E poi ancora cieli baluginanti di cinguettanti uccellini, un pozzo, una vasca colorata, il ritratto di un uomo-cane. Riaffiora l'ultimo tesoro di Pompei: un giardino incantato, "una stanza meravigliosa ed enigmatica da studiare a fondo", spiega il direttore del Parco Archeologico, Massimo Osanna.
Il bel larario, tra i più eleganti emersi a Pompei, è pertinente ad un ambiente di una casa già in parte scavata agli inizi del Novecento, con accesso dal vicolo di Lucrezio Frontone. Al centro di una parete con paesaggi idilliaci e una lussureggiante natura con piante e uccelli, si trova l'edicola sacra con ai lati dipinte le figure di Lari protettori della casa e, al di sotto, due grandi serpenti "agatodemoni" (demone buono), simbolo di prosperità e buon auspicio.
In un continuo gioco tra illusione e realtà si mescolano e confondono nell'ambiente, piante dipinte con quelle vere che dovevano crescere rigogliose nell'aiuola sottostante il larario, mentre un pavone dipinto sembra calpestare il terreno del giardino. Al pari, l'ara dipinta al centro dei due serpenti, con le offerte (la pigna e le uova), trova corrispondenza in un'arula (piccolo altare) in pietra ritrovata nel giardinetto e sulla quale ancora insistono tracce di bruciato delle offerte che servivano ad onorare le divinità domestiche, a garanzia del benessere e della prosperità di tutta la famiglia. Sulla parete opposta, invece, una scena di caccia su fondo rosso con diversi animali di colore chiaro che circondano un cinghiale nero, sembra alludere simbolicamente alla vittoria delle forze del bene sul male.
Pompei, uno degli affreschi emersi dal recente scavo
(Foto: quotidiano.net)
Si trattava di una stanza adibita al culto, ancora tuttavia da definire nella disposizione degli spazi, considerata la presenza insolita di alcuni elementi come la vasca bordata dal giardinetto, posta al centro dell'ambiente e lo spazio soppalcato che chiude uno dei lati, ancora interamente da scavare. "Questi straordinari ritrovamenti che continuano a regalare grandi emozioni, rientrano nel più vasto intervento di manutenzione, quello della messa in sicurezza dei fronti di scavo - dichiara il Direttore Generale Massimo Osanna - che sta interessando i circa 3 km di fronti che delimitano l'area non scavata di Pompei. Un intervento fondamentale in una delle aree più a rischio del sito, mai prima trattata complessivamente e che oggi, grazie all'operazione di riprofilamento dei fronti, che ha lo scopo di ridurre la pressione del terreno sulle aree già scavate, ci sta anche consentendo di portare alla luce ambienti intatti con splendide decorazioni".
Ancora un mistero resta, invece, chi fosse il proprietario di questa casa, che si trova a pochi metri da un'altra ricca abitazione, quella di Marco Lucio Frontone, e che certo doveva essere grande e decisamente opulenta, come dimostrano i numerosi ambienti scavati nell'Ottocento, oggi purtroppo spogliati di tutto, le mura glabre ridotte a scheletri muti dello sfarzo che fu. "Forse un ricco commerciante, senz'altro una personalità raffinata e colta", ipotizza Osanna. Certamente un uomo in grado di pagare le migliori maestranze e di commissionare per il suo giardino pitture che non avevano uguali nelle altre domus della città, pure in quel periodo della vita di Pompei, l'ultimo, nel quale l'Oriente era decisamente di moda e nelle case più ricche era tutto un tripudio di frutti e di animali esotici.

Fonte:
Corriere del Mezzogiorno
gazzettadiparma.it

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