sabato 20 ottobre 2018

Scoperta una nuova tomba dipinta a Cuma

Uno degli affreschi della tomba scoperta a Cuma
(Foto: E. Lupoli, Jean Bérard Centre)
La città di Cuma, grande due volte la città di Pompei, si trova a 25 chilometri da Napoli, di fronte l'isola d'Ischia, nel parco archeologico dei Monti Flegrei. Gli antichi storici consideravano Cuma la più antica colonia greca del mondo occidentale. Venne fondata nell'VIII secolo a.C. dai greci di Eubea, crebbe rapidamente e prosperò nel corso del tempo.
Negli ultimi anni i ricercatori francesi si sono concentrati su un'area dove sono stati rinvenuti un santuario greco, tracce di strade e una necropoli pluristratificata. Nel corso del II secolo a.C. il paesaggio funerario davanti alla Porta Mediana è caratterizzato dalla presenza di diverse tombe a camera di tipo ipogeo, con volte a botte e facciata monumentale, costruite in blocchi di tufo. L'accesso alle tombe avveniva attraverso un lungo corridoio scavato nella terra (dromos), mentre la porta della camera funeraria  era chiusa da un grande blocco di pietra. I monumenti erano destinati ad accogliere inumazioni plurime, deposte in cassoni o su letti funerari. La tipologia architettonica e i corredi funerari dimostrano l'elevato status sociale dei defunti.
Quest'anno i ricercatori francesi hanno scoperto una nuova tomba riferibile alla stessa tipologia architettonica ma dall'eccezionale decorazione figurata: sulla lunetta in corrispondenza dell'ingresso della camera funeraria, sono ancora visibili, infatti, una figura maschile nuda che sorregge nella mano destra una brocca in argento (oinochoe) e nella sinistra un calice. Ai lati del personaggio sono rappresentati un tavolino (trapeza) e alcuni vasi di grandi dimensioni tra i quali un cratere a calice su supporto, una situla e un'anfora su treppiede. Sulle pareti laterali s'intravedono, verosimilmente, scene di paesaggio. La decorazione è delimitata nella parte alta da un fregio floreale. L'intradosso alla volta è giallo, mentre le pareti al di sotto della cornice e i tre letti funerari sono dipinti di rosso. La qualità delle pitture è eccezionale.
Purtroppo la tomba è stata più volte visitata e pochi sono gli elementi dei corredi recuperati, anche se sufficienti a confermare la datazione. I temi rappresentati sulle pareti della tomba, poco consueti per questo periodo cronologico, offrono nuovi e importanti spunti di riflessione per delineare e ricostruire l'evoluzione artistica della pittura parietale cumana.
E' dal 2001 che Priscilla Munzi, ricercatrice del Centre Jean Bérard (Cnrs - Ecole Française de Rome) e Jean-Pierre Brun, professore del Collège de France, lavorano con la loro équipe per riportare alla luce l'antica necropoli cumana.

Fonti:
heritagedaily.com
adnkronos.com

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