sabato 12 dicembre 2020

Cipro, sorprese dal sottosuolo...

Cipro, vasi rinvenuti nello scavo (Foto: P. Fischer)
Gli archeologi dell'Università di Goteborg hanno rinvenuto, durante gli scavi a Cipro, nella città di Hala Sultan Tekke, fosse comuni ed un gran numero di oggetti a riprova dell'intenso commercio di una città dell'Età del Bronzo, quasi 3500 anni fa. I reperti più impressionanti sono un vaso utilizzato come oggetto rituale nei riti funebri, un sigillo con caratteri cuneiformi che sono ora in fase di traduzione ed uno scarabeo risalente all'epoca di Nefertiti.
La pandemia di coronavirus ha reso difficile effettuare scavi archeologici all'estero, ma per un breve periodo, nell'autunno 2020, la spedizione archeologica svedese a Cipro ha avuto l'opportunità di continuare gli scavi in una grande città dell'Età del Bronzo. Nel 2017 era stata condotta un'indagine radar su larga scala che aveva rilevato, sotto la superficie del terreno, in un'area ad est della città, dei passaggi che conducevano alle camere sepolcrali. Gli indizi sulla presenza di diverse sepolture si sono susseguiti dal 2017 fino al 2020.
Cipro, resti di una donna rinvenuta nella prima sepoltura
(Foto: P. Fischer)
La prima sepoltura trovata è composta da due camere. Finora sono stati rinvenuti 52 scheletri umani ed una gran quantità di corredi funebri. Tra questi del vasellame risalente al 1350 a.C., proveniente dalla Grecia, con scene dipinte di carri da guerra trainati da cavalli e con guerrieri armati di spade.
Sono stati prelevati, inoltre, dagli scheletri, campioni di DNA e sono stati analizzati gli isotopi dello stronzio. Queste analisi raccontano le origini e la parentela degli individui. L'analisi dello stronzio nei denti, invece, indica l'origine ed i vari trasferimenti fatti da questi individui.
Sono state trovate anche diverse tonnellate di scorie di rame, a dimostrazione di una produzione su larga scala del minerale. Questa produzione ha esposto gli abitanti all'azione di sostanze dannose per la salute umana, quali piombo e arsenico, presenti nel rame. Le analisi di campioni del suolo prelevati attorno alla parte superiore degli scheletri indicano che questi individui hanno sofferto, durante la loro vita, per la presenza di parassiti. Il tasso di mortalità, tra i bambini ed i giovani, era allora molto alto: una persona che riusciva a raggiungere i 40 anni era considerata anziana.
Cipro, sigillo babilonese (Foto: P. Fischer)
La seconda tomba, scavata nel 2020, conteneva moltissimi reperti, molti dei quali importati da aree corrispondenti all'odierna Grecia, da Creta, Turchia, Siria, Libano, Israele, Palestina ed Egitto. Quest'anno gli archeologi hanno scavato una nuova struttura, molto diversa da quella di una sepoltura. Si tratta di una struttura costituita da una cupola interrata rivestita internamente da uno spesso strato di sostanza simile al gesso, che serviva per renderla più stabile. Lo spazio era accessibile dalla superficie tramite un passaggio. Tra i reperti trovati vi è un vaso alto circa 40 centimetri che veniva utilizzato nei rituali funebri. Si tratta di un reperto unico nel suo genere, la cui superficie è ricoperta da intricati motivi dipinti in un colore rosso-marrone ed è impreziosita dall'applicazione di grandi anelli e da una testa d'ariete.
Il materiale che costituisce il vaso nonché le raffigurazioni sulla sua superficie indicano che venne importato dalla Grecia intorno al 1350 a.C. Probabilmente la struttura che si sta scavando e che ospitava il prezioso reperto era qualcosa di più di una semplice sepoltura. Gli archeologi pensano che si trattasse di un luogo di culto dove venivano celebrati rituali correlati alla morte.
Cipro, il vaso proveniente dalla Grecia
(Foto: Teresa Burge)
Sia la prima che la seconda struttura vennero utilizzate per un paio di secoli, dal 1500 al 1300 a.C. circa. Questo significa che per ogni rituale od ogni sepoltura, questi spazi venivano aperti e poi sigillati di nuovo. Una prima stima approssimativa per quanto riguarda la prima sepoltura, porta a credere che vi siano stati sepolti gli individui appartenenti a ben 10 generazioni. Si trattava di individui appartenenti ad una famiglia molto ricca, probabilmente parte della classe dirigente della città.
Tra i ritrovamenti più importanti ed unici vi è un sigillo di ematite, una pietra grigio-nera, proveniente dall'impero babilonese. Il sigillo è datato ad un periodo compreso tra il 1800 ed il 1600 a.C. e presenta sofisticate incisioni di divinità, esseri umani e animali. Ci sono anche tre linee di caratteri cuneiformi nei quali è stato riconosciuto, al momento, il nome di un re. Tra gli altri reperti vi è un ornamento d'oro a forma di loto intarsiato con pietre preziose e maiolica, di origine egiziana, oltre a numerosi altri gioielli in argento, bronzo ed oro. Dall'Egitto proviene anche uno scarabeo con un'iscrizione geroglifica che recita: "Tutto bene. Tutti vivono", un saluto dal regno di Nefertiti e di suo marito Akhenaton (1350 a.C.).
Questi ritrovamenti riflettono il ruolo chiave che Cipro, e in particolare Hala Sultan Tekke, hanno svolto come punto nevralgico commerciale nel sistema economico del Mediterraneo. La ricchezza della città si basava sulle esportazioni di rame e tessuti. Sono stati riconosciuti inconfondibili legami culturali ed economici tra la città ed una vasta area geografica che va dalla Sardegna all'Afghanistan e dalla Turchia all'Egitto.
L'antica città si estende per circa 50 ettari e si trova sulla riva del lago salato di Larnaca, vicino all'aeroporto. Era, anticamente, il porto della città durante l'Età del Bronzo. Successivamente il sollevamento isostatico separò il porto dal mare e potrebbe essere stata la causa dell'abbandono della città intorno al 1150 a.C.

Fonte:
University of Gothenburg

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