lunedì 8 marzo 2021

Malta, scoperte interessanti sulla dieta mediterranea

Da uno studio maltese effettuato in base al ritrovamento di alcuni reperti preistorici, gli studiosi hanno ricavato che gli uomini dell'epoca erano probabilmente molto appassionati di porridge, avevano ideato un modo per fare il formaggio ed utilizzavano un sistema per immagazzinare i prodotti del raccolto.
Lo studio ha esaminato i residui rinvenuti all'interno di resti di ceramica recuperati nel sito preistorico di Il-Qlejgha tal-Bahrija ed ha rivelato alcune abitudini alimentari dei maltesi vissuti tra il 2500 ed il 700 a.C. Lo studio, condotto da Davide Tanasi, dell'Institute for Advanced Study of Culture and Environment dell'University of South Florida, fa parte del Mediterranean Diet Archaeology Project.
Sono stati analizzati diversi tipi di ceramica per determinare le funzioni tradizionali di questi vasi e tentare di ricostruire le abitudini alimentari, le pratiche di lavorazione del cibo e le strategie economiche legate all'agricoltura della comunità indigena maltese. Le analisi hanno rivelato che i contenitori rinvenuti nel sito contenevano una miscela di latte bovino e cereali, una sorta di porridge preistorico. La maggior parte dei contenitori in cui era conservato, contiene tracce di proteine compatibili con il grano, altri contenitori hanno restituito altre tracce di proteine, ad indicare che i contenitori erano stati utilizzati per la conservazione dell'orzo.
I maltesi di Il-Qlejgha tal-Bahrija usavano allevare bovini per ottenerne del latte. La presenza di grandi giare di stoccaggio, in cui venivano conservati i cereali, suggerisce che vi era un sistema di raccolta e ridistribuzione delle eccedenze agricole, pratica già osservata in precedenza in alcune località della Sicilia. Questo suggerisce che la comunità maltese si stava orientando da un sistema economico egalitario ad uno più gerarchico, nel quale una figura autoritaria aveva il compito di raccogliere le derrate alimentari per redistribuirle equamente. Anche alcuni contenitori in ceramica, precedentemente interpretati come bruciatori di incenso, simili, nella forma, a cesti di vimini, contenevano in realtà particelle di latte bovino. Questo sembra suggerire che il recipiente sia stato utilizzato per una sorta di produzione in serie di formaggio, praticamente si tratterebbe di un contenitore molto simile ai cestini a graticcio utilizzati per la ricotta.
Le analisi scientifiche sono state condotte presso il Laboratorio di spettrometria di massa organica del Dipartimento di Scienze Chimiche dell'Università di Catania in collaborazione con l'Institut de Chimie Radicalaire dell'Aix-Marseille Université (Francia).
A differenza dei lipidi antichi, le proteine sono soggette ad una maggiore degradazione nel corso del tempo. I campioni raccolti sopravvivono solo grazie alla natura porosa della terracotta che, quindi, aiuta a preservarli nel tempo.

Fonte: timesofmalta.com
Foto: Contenitori in terracotta che hanno restituito tracce di latte bovino - timesofmalta.com

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