sabato 9 dicembre 2023

Iraq, i templi gemelli e Alessandro Magno

Iraq, ricostruzione del tempio ellenistico di Girsu
(The Girsu Project and artefacs-berli.de)

In Iraq gli archeologi hanno portato alla luce due templi gemelli, costruiti uno sopra l'altro. Il tempio più recente risale al IV secolo a.C. e potrebbe avere un qualche collegamento con la figura di Alessandro Magno.
All'interno di questo tempio è stato rinvenuto un mattone cotto recante un'iscrizione aramaica e greca che fa riferimento a "il donatore di due fratelli", un possibile riferimento al re macedone che conquistò gran parte del mondo conosciuto durante i suoi 13 anni di regno, dal 336 al 323 a.C.
Gli archeologi del British Museum di Londra hanno scoperto il tempio più antico mentre stavano conducendo scavi a Girsu, una città sumera conosciuta ora come Tello, nel sudest dell'Iraq. Gli scavi fanno parte di un progetto in corso noto come The Girsu Project, che si concentra sulla conoscenza dell'antica storia della città.
Resti del più antico tempio sumero sono stati trovati sepolti nello stesso identico punto di quello più recente, dedicato al dio greco Ercole ed al suo corrispondente sumero, il dio-eroe Ningirsu, noto anche come Ninurta. I ricercatori ritengono che il fatto che un tempio sia stato costruito nello stesso sito nel quale sorgeva un tempio di 1500 anni prima, non sia una coincidenza. Probabilmente questo luogo doveva avere un preciso significato per il popolo della Mesopotamia. Inoltre questa usanza dimostra che gli abitanti di Babilonia, nel IV secolo a.C., avevano una vasta conoscenza della loro storia.
Durante l'esplorazione del sito dove sorgeva il doppio tempio, gli archeologi hanno scoperto anche una dracma d'argento, un'antica moneta greca, sepolta sotto un altare o ai resti di un santuario, unitamente al mattone con l'iscrizione della dedicazione di uno dei templi gemelli.
Iraq, il mattone con l'iscrizione del nome
Adadnadinakhe (Foto: livescience.com)
L'iscrizione è molto interessante in quanto menziona un enigmatico nome babilonese scritto in greco e in aramaico: Adadnadinakhe, che significa "Adad, il donatore di fratelli", che venne chiaramente scelto come titolo cerimoniale a causa del suo tono arcaicizzante e dalla connotazioni simboliche. Tutte le prove stanno ad indicare che il nome era estremamente raro.
L'iscrizione è anche un cenno a Zeus, spesso simboleggiato da un fulmine e da un'aquila. Entrambi questi simboli si trovano sulla dracma d'argento, coniata a Babilonia "sotto l'autorità di Alessandro Magno", che mostra, su un lato, Ercole in un ritratto giovanile e ben rasato, che ricorda fortemente le rappresentazioni convenzionali di Alessandro e dall'altro lato Zeus.
Zeus, infatti, aveva riconosciuto Alessandro quale suo figlio attraverso l'oracolo di Ammon, in Egitto e divenne letteralmente "il donatore di fratelli" in quanto stabilì un legale fraterno tra Alessandro ed Ercole. Gli archeologi non sono ancora certi che Alessandro abbia visitato il sito. Avrebbe potuto averne l'opportunità o durante il suo soggiorno a Babilonia, oppure facendo una deviazione sulla strada per Susa. Quel che è certo è che Alessandro fu in grado di pagare i suoi soldati dopo aver preso Babilonia e questo sta a significare che aveva il controllo della ricchezza della regione e che, probabilmente, utilizzò l'argento babilonese per coniare le numerose monete che sono state rinvenute in città.
Sono state trovate anche delle offerte costituite da figurine in argilla rappresentati soldati. Sono originarie di diversi luoghi del mondo ellenistico, in molti casi potrebbero essere state portate al tempio da visitatori. Tra le figurine si riconoscono cavalieri macedoni a cavallo con forti similitudini con Alessandro ma che potrebbero anche essere associati ad un culto dell'eroismo guerriero.

Fonte:
livescience.com







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