![]() |
Jesolo, antiche sepolture analizzate dalla Ca' Foscari (Foto: Ca' Foscari) |
Indagare le vestigia del passato attraverso l'archeologia ci può portare a scoprire non solo preziosi manufatti, edifici sepolti, oggetti che ci aiutano a ricostruire la vita quotidiana, ma ci può anche aprire una finestra di conoscenza su quali fossero le condizioni di vita e le patologie di cui soffrivano i nostri antenati.
E' questo il caso di uno scheletro molto particolare, afflitto da una grave e rara patologia chiamata osteocondromi multipli, rinvenuto in un cimitero altomedioevale del sito archeologico del Monastero di San Mauro a Jesolo. Si tratta del caso più grave di osteocondromi multipli mai registrato nella documentazione paleopatologica internazionale. Lo scheletro in esame è il primo caso proveniente da un contesto archeologico italiano.
Gli osteocondromi multipli sono una patologia su base genetica della cartilagine di accrescimento. Nessun caso finora registrato presenta un numero così elevato di osteocondromi e condrosarcomi, cioè l'evoluzione maligna della patologia
L'individuo in corso di studio, un maschio di oltre 40 anni, ha sviluppato tutte le possibili caratteristiche della patologia, come lo sviluppo di una serie di deformità ortopediche, che includono bassa statura decisamente sproporzionata rispetto alla statura media maschile di riferimento, disuguaglianza della lunghezza delle ossa, deformità dell'avambraccio.
Un punto focale della ricerca è l'alta mortalità nei primi anni di vita. Un test demografico applicato al campione in esame rivela una comunità in condizioni di salute decisamente precarie e basse aspettative di vita. Sebbene la mortalità infantile possa essere considerata in linea con ciò che ci si aspetta dalle comunità antiche, lo studio paleopatologico ha rivelato evidenti tracce di anemia in altissime percentuali. L'analisi di alcune caratteristiche generali correlate alla presenza di casi di "cranio a spazzola" fanno ipotizzare la presenza di anemia mediterranea nella comunità umana di San Mauro.
Sebbene sicuramente presente, sia per la diffusione della zanzara anofele del litorale, sia per la presenza di importanti vie consolari di transito, la malaria, nel territorio veneto lagunare si mantenne a livelli di bassa endemia fino al declino dell'Impero Romano, grazie a tutta una serie di lavori di bonifica idraulica. La zona in cui è ubicato il sito di San Mauro, tra alto e basso medioevo, sarà stata certamente infestata dalla malaria. La talassemia, in tutte le sue forme, è una naturale risposta evolutiva delle comunità umane che convivono con la zanzara del genere Anopheles, la quale diffonde il Plasmodio, causa della malaria.
La grande novità è costituita dal cambiamento della dieta tra alto e basso medioevo. Si passa, infatti, da una comunità più antica con una dieta di sostentamento basata per lo più sui prodotti marini, ad una con una dieta più varia e arricchita con prodotti provenienti dall'entroterra. Questo testimonia, forse, una maggiore mobilità degli individui, ma soprattutto una più attiva rete di scambi con l'entroterra, dunque un cambiamento socio-economico di grande importanza per l'intera area lagunare.
E' questo il caso di uno scheletro molto particolare, afflitto da una grave e rara patologia chiamata osteocondromi multipli, rinvenuto in un cimitero altomedioevale del sito archeologico del Monastero di San Mauro a Jesolo. Si tratta del caso più grave di osteocondromi multipli mai registrato nella documentazione paleopatologica internazionale. Lo scheletro in esame è il primo caso proveniente da un contesto archeologico italiano.
Gli osteocondromi multipli sono una patologia su base genetica della cartilagine di accrescimento. Nessun caso finora registrato presenta un numero così elevato di osteocondromi e condrosarcomi, cioè l'evoluzione maligna della patologia
L'individuo in corso di studio, un maschio di oltre 40 anni, ha sviluppato tutte le possibili caratteristiche della patologia, come lo sviluppo di una serie di deformità ortopediche, che includono bassa statura decisamente sproporzionata rispetto alla statura media maschile di riferimento, disuguaglianza della lunghezza delle ossa, deformità dell'avambraccio.
Un punto focale della ricerca è l'alta mortalità nei primi anni di vita. Un test demografico applicato al campione in esame rivela una comunità in condizioni di salute decisamente precarie e basse aspettative di vita. Sebbene la mortalità infantile possa essere considerata in linea con ciò che ci si aspetta dalle comunità antiche, lo studio paleopatologico ha rivelato evidenti tracce di anemia in altissime percentuali. L'analisi di alcune caratteristiche generali correlate alla presenza di casi di "cranio a spazzola" fanno ipotizzare la presenza di anemia mediterranea nella comunità umana di San Mauro.
Sebbene sicuramente presente, sia per la diffusione della zanzara anofele del litorale, sia per la presenza di importanti vie consolari di transito, la malaria, nel territorio veneto lagunare si mantenne a livelli di bassa endemia fino al declino dell'Impero Romano, grazie a tutta una serie di lavori di bonifica idraulica. La zona in cui è ubicato il sito di San Mauro, tra alto e basso medioevo, sarà stata certamente infestata dalla malaria. La talassemia, in tutte le sue forme, è una naturale risposta evolutiva delle comunità umane che convivono con la zanzara del genere Anopheles, la quale diffonde il Plasmodio, causa della malaria.
La grande novità è costituita dal cambiamento della dieta tra alto e basso medioevo. Si passa, infatti, da una comunità più antica con una dieta di sostentamento basata per lo più sui prodotti marini, ad una con una dieta più varia e arricchita con prodotti provenienti dall'entroterra. Questo testimonia, forse, una maggiore mobilità degli individui, ma soprattutto una più attiva rete di scambi con l'entroterra, dunque un cambiamento socio-economico di grande importanza per l'intera area lagunare.
Fonte:
Università Ca' Foscari
Università Ca' Foscari
Nessun commento:
Posta un commento