Sardegna, le Domus de Janas appena scoperte (Foto: finestresullarte.info) |
In Sardegna sono state scoperte, all'interno del Complesso archeologico di Sant'Andrea Priu, nel territorio di Bonorva, tre nuove Domus de Janas. Con queste tombe sale a venti il numero totale degli ipogei finora conosciuti, Gli scavi si sono concentrati su un pianoro che si estende vicino alla roccia conosciuta come il Campanile o Toro.
L'area compresa tra la Tomba XII e la Tomba XIII, nota anche come Tomba del Focolare, mostrava segni compatibili con la presenza di un altro sepolcro. Le indagini archeologiche, pertanto, hanno permesso di individuare e portare alla luce tre nuove tombe: la XVIII, la XIX e la XX, disposte a ventaglio rispetto alla Tomba del Focolare.
La Tomba XVIII, la prima ad emergere durante lo scavo, presenta un dromos. Tra i reperti rinvenuti vi sono picconi, un'accetta in pietra verde, una fusaiola e frammenti di ossidiana. La struttura è composta da una cella quadrangolare centrale, con un focolare scolpito a rilievo, e da qui si accede alla cella principale rettangolare, alla cui sinistra compare un vano più piccolo.
La Tomba XIX, di dimensioni più ridotte, presenta, esternamente, un piccolo padiglione mentre l'interno è articolato in una cella rettangolare ed una seconda cella più piccola di forma tondeggiante. La più complessa è la Tomba XX, dotata di una cella d'ingresso da cui si dipartono due corridoi laterali, per un totale di sette celle. In una di queste è ancora visibile una fascia decorativa dipinta. Il corredo funerario era composto da oltre 30 manufatti ceramici di epoca romano-imperiale, che le è valso l'appellativo di Tomba dei Vasi Romani.
Questo intervento fa parte di un progetto di scavo più ampio, di restauro e di valorizzazione che interessa i siti di Nuraghe Oes e Nuraghe Santu Antine.
L'area compresa tra la Tomba XII e la Tomba XIII, nota anche come Tomba del Focolare, mostrava segni compatibili con la presenza di un altro sepolcro. Le indagini archeologiche, pertanto, hanno permesso di individuare e portare alla luce tre nuove tombe: la XVIII, la XIX e la XX, disposte a ventaglio rispetto alla Tomba del Focolare.
La Tomba XVIII, la prima ad emergere durante lo scavo, presenta un dromos. Tra i reperti rinvenuti vi sono picconi, un'accetta in pietra verde, una fusaiola e frammenti di ossidiana. La struttura è composta da una cella quadrangolare centrale, con un focolare scolpito a rilievo, e da qui si accede alla cella principale rettangolare, alla cui sinistra compare un vano più piccolo.
La Tomba XIX, di dimensioni più ridotte, presenta, esternamente, un piccolo padiglione mentre l'interno è articolato in una cella rettangolare ed una seconda cella più piccola di forma tondeggiante. La più complessa è la Tomba XX, dotata di una cella d'ingresso da cui si dipartono due corridoi laterali, per un totale di sette celle. In una di queste è ancora visibile una fascia decorativa dipinta. Il corredo funerario era composto da oltre 30 manufatti ceramici di epoca romano-imperiale, che le è valso l'appellativo di Tomba dei Vasi Romani.
Questo intervento fa parte di un progetto di scavo più ampio, di restauro e di valorizzazione che interessa i siti di Nuraghe Oes e Nuraghe Santu Antine.
Fonte:
finestresullarte.info
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