| Sutera, il polycandelon bizantino rinvenuto integro (Foto: siciliafan.it) |
Nel corso delle indagini archeologiche condotte a Monte San Paolino, nel territorio di Sutera, in provincia di Caltanissetta, è stato rinvenuto un polycandelon di epoca bizantina in bronzo, integro e con quattro alloggiamenti per lucerne del diametro di circa 15 centimetri.
Gli scavi sono condotti dai Gruppi Archeologici d'Italia con la direzione scientifica della Soprintendenza di Caltanissetta e la collaborazione del direttore del Centro regionale per la progettazione e il restauro della Regione Siciliana, Ferdinando Maurici.
Il manufatto presenta una corona circolare collegata ad un nucleo centrale più piccolo tramite quattro barre radianti; elementi cruciformi separano i tre alloggiamenti esterni. In origine era sospeso mediante catenelle, dettaglio che ne chiarisce la funzione e l'inquadramento culturale.
Si pensa ad un occultamento volontario, verosimilmente in un momento di grave pericolo, come l'invasione musulmana del IX secolo. Non si tratterebbe, infatti, dell'unico oggetto di pregio o di veri e propri tesori monetali nascosti in simili circostanze e noto alla letteratura archeologica.
Dalle risultanze dello scavo emerge che il candeliere venne occultato con cura in un foro ricavato nella roccia gessosa del Castello di Sutera, oggi quasi del tutto scomparso e sigillato con un tappo di malta.
Il polycandelon è un dispositivo di illuminazione tardoantico-bizantino, in genere un disco traforato in metallo (rame o bronzo) sospeso per catene, concepito per sostenere più lucerne a olio e illuminare con intensità spazi sacri o domestici. Esemplari museali mostrano dischi a traforo, raggi che collegano nucleo centrale e corona, fori per alloggiamenti e motivi cristiani (croci, alfa-omega).
Gli scavi sono condotti dai Gruppi Archeologici d'Italia con la direzione scientifica della Soprintendenza di Caltanissetta e la collaborazione del direttore del Centro regionale per la progettazione e il restauro della Regione Siciliana, Ferdinando Maurici.
Il manufatto presenta una corona circolare collegata ad un nucleo centrale più piccolo tramite quattro barre radianti; elementi cruciformi separano i tre alloggiamenti esterni. In origine era sospeso mediante catenelle, dettaglio che ne chiarisce la funzione e l'inquadramento culturale.
Si pensa ad un occultamento volontario, verosimilmente in un momento di grave pericolo, come l'invasione musulmana del IX secolo. Non si tratterebbe, infatti, dell'unico oggetto di pregio o di veri e propri tesori monetali nascosti in simili circostanze e noto alla letteratura archeologica.
Dalle risultanze dello scavo emerge che il candeliere venne occultato con cura in un foro ricavato nella roccia gessosa del Castello di Sutera, oggi quasi del tutto scomparso e sigillato con un tappo di malta.
Il polycandelon è un dispositivo di illuminazione tardoantico-bizantino, in genere un disco traforato in metallo (rame o bronzo) sospeso per catene, concepito per sostenere più lucerne a olio e illuminare con intensità spazi sacri o domestici. Esemplari museali mostrano dischi a traforo, raggi che collegano nucleo centrale e corona, fori per alloggiamenti e motivi cristiani (croci, alfa-omega).
Fonte:
siciliafan.it
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