La campagna di scavo del 2008 a Campo di Fiera, nel territorio di Orvieto, ha portato ad interessanti scoperte. Innanzitutto gli archeologi sono sempre più convinti che proprio qui gli Etruschi decisero di porre il Fanum Voltumnae, il grande santuario della loro Dodecapoli.
Sicuramente il ritrovamento più importante è un magnifico busto marmoreo, che fu sotterrato, a suo tempo, per una damnatio memoriae e non distrutto proprio a causa della sua bellezza. Non solo, chi lo seppellì mostrò certamente pietas, perchè adagiò il busto con il capo appoggiato ad un cuscino di pietra, quasi a volerne preservare la memoria per i posteri.
Secondo il professor Coarelli, etruscologo, attraverso una sorta di deduzioni ed esclusioni, si tratterebbe del busto dell'imperatore Geta, figlio di Settimio Severo e fratello minore di Caracalla, ucciso e colpito da damnatio memoriae il 27 febbraio dell'anno 212. Il ritratto, pertanto, sarebbe stato eliminato e nascosto nei primi giorni del marzo 212 e sarebbe riemerso solo nel 2008, a duemila anni di distanza. La somiglianza con Geta è evidente da una moneta con l'effige dell'imperatore. Se sarà confermata questa identificazione, sarebbe sicuramente un evento straordinario, poichè non si hanno ritratti dell'imperatore.
Oltre al busto, durante gli scavi sono stati ritrovati numerosi reperti votivi: vasi fabbricati in loco, bronzetti, vasi greci, basamenti d'altare, un basamento con il perno per una statua, antefisse a forma di volto umano ed una maschera inquietante di Gorgone.
Negli anni scorsi, poi, sono stati rinvenuti il basamento di un grande edificio nella parte meridionale dello scavo, un altare etrusco di larghe dimensioni, altri altari etruschi su pavimenti evidentemente bruciati da sacrifici votivi, una grande fontana circolare con gocciolatoio a forma di testa di leone, frammenti statuari in marmo greco, matrici di antefisse: tutti reperti che avvalorano l'ipotesi di un luogo di culto molto importante, nato nel VI secolo a.C. e frequentato fino all'epoca medioevale.
Molto importanti sono anche le 214 monete romane che raffigurano i magistrati monetari. Una di queste monete recava il ritratto di Augusto. Esse erano poste in uno scrigno di fronte ad un altare del quale era già stata ritrovata la pietra forata che serviva da coperchio.
Rare, inoltre, sono le iscrizioni etrusche rinvenute, tra cui un hapax che, forse, allude al padre degli dei, al Dio al quale il Fanum era dedicato.
Sicuramente il ritrovamento più importante è un magnifico busto marmoreo, che fu sotterrato, a suo tempo, per una damnatio memoriae e non distrutto proprio a causa della sua bellezza. Non solo, chi lo seppellì mostrò certamente pietas, perchè adagiò il busto con il capo appoggiato ad un cuscino di pietra, quasi a volerne preservare la memoria per i posteri.
Secondo il professor Coarelli, etruscologo, attraverso una sorta di deduzioni ed esclusioni, si tratterebbe del busto dell'imperatore Geta, figlio di Settimio Severo e fratello minore di Caracalla, ucciso e colpito da damnatio memoriae il 27 febbraio dell'anno 212. Il ritratto, pertanto, sarebbe stato eliminato e nascosto nei primi giorni del marzo 212 e sarebbe riemerso solo nel 2008, a duemila anni di distanza. La somiglianza con Geta è evidente da una moneta con l'effige dell'imperatore. Se sarà confermata questa identificazione, sarebbe sicuramente un evento straordinario, poichè non si hanno ritratti dell'imperatore.
Oltre al busto, durante gli scavi sono stati ritrovati numerosi reperti votivi: vasi fabbricati in loco, bronzetti, vasi greci, basamenti d'altare, un basamento con il perno per una statua, antefisse a forma di volto umano ed una maschera inquietante di Gorgone.
Negli anni scorsi, poi, sono stati rinvenuti il basamento di un grande edificio nella parte meridionale dello scavo, un altare etrusco di larghe dimensioni, altri altari etruschi su pavimenti evidentemente bruciati da sacrifici votivi, una grande fontana circolare con gocciolatoio a forma di testa di leone, frammenti statuari in marmo greco, matrici di antefisse: tutti reperti che avvalorano l'ipotesi di un luogo di culto molto importante, nato nel VI secolo a.C. e frequentato fino all'epoca medioevale.
Molto importanti sono anche le 214 monete romane che raffigurano i magistrati monetari. Una di queste monete recava il ritratto di Augusto. Esse erano poste in uno scrigno di fronte ad un altare del quale era già stata ritrovata la pietra forata che serviva da coperchio.
Rare, inoltre, sono le iscrizioni etrusche rinvenute, tra cui un hapax che, forse, allude al padre degli dei, al Dio al quale il Fanum era dedicato.
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