venerdì 15 agosto 2025

Orvieto, emergono dal terreno i tesori del Fanum Voltumnae

Orvieto, l'area di scavo alle pendici della rupe
(Foto: siviaggia.it)

Due teste di ariete, una di leone ed altari monumentali emersi dalla terra degli etruschi, sono gli straordinari ritrovamenti delle recenti campagne di scavo al Campo della Fiera, alle pendici della rupe di Orvieto, dove da 26 anni lavora l'equipe guidata dall'archeologa Simonetta Stopponi.
I depositi del sito custodiscono i tesori del Santuario federale degli etruschi, il celebre Fanum Voltumnae, luogo dove si riunivano annualmente i rappresentanti delle dodici città-stato etrusco.
"Siamo nel santuario federale degli etruschi. - Ha spiegato la professoressa Stopponi. - I primi segni di culto risalgono alla prima metà del VI secolo a.C., ma è nella seconda metà, con la pianificazione urbanistica voluta da Porsenna re di Chiusi e Orvieto, che il sito raggiunge la sua piena fioritura".
Qui, ai margini della città, in posizione pianeggiante e strategica, sorgevano templi, altari e strutture monumentali oggi parzialmente riportate alla luce. Ma è negli ultimi anni che sono stati rinvenuti alcuni dei reperti più significativi. "Abbiamo trovato altari giganteschi. - Ha raccontato la professoressa Stopponi. - I più grandi finora scoperti in Etruria, composti da blocchi sovrapposti e decorati con teste di ariete e di leone, risalenti all'inizio del V secolo a.C.". Perfettamente scolpite con dettagli naturalistici e uno sguardo magnetico, ornavano questi altari dedicati agli dei celesti, come indicano anche le fonti latine.
E' stato trovato anche un occhio in bronzo e pasta vitrea. Accanto a questi capolavori sono stati estratti dal terreno migliaia di reperti: ceramiche, oggetti votivi, monete romane ed un pendente d'oro cavo, usato per contenere profumo, a forma di ghianda. Questo era, infatti, il cuore spirituale e politico dell'Etruria.
Il centro del santuario è il Tempio A, dove si è conservata una continuità di culto che va dal VI al IV secolo d.C., sotto il controllo dei romani, che consentirono il mantenimento delle pratiche religiose solo in questo luogo. Tra le scoperte più emozionanti vi è la base di statua bronzea sottratta dai romani con la più lunga iscrizione etrusca mai ritrovata ad Orvieto. "L'ultima parola dell'incisione indica il luogo dove si trovava la statua: un luogo celeste ed è la prova che questo era il Fanum Voltumnae", ha detto la professoressa Stopponi. 

Fonte:
archeomedia.net

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