lunedì 26 ottobre 2009

Un mosaico rarissimo in Puglia


Nella basilica di Santa Maria a Canosa, nell'area di San Giovanni al Piano, è stato scoperto un mosaico rarissimo, realizzato con tessere di color arancio, rosso scuro e blu, in calcare, ciottoli e pasta vitrea. Il mosaico raffigura due cervi che si abbeverano ad un kantharos, una coppa per libagioni, e costituisce una scoperta straordinaria, perchè l'iconografia di due animali è attestata, in questo caso, per la prima volta in Puglia.
La decorazione è emersa il 20 ottobre scorso all'ingresso della basilica di Santa Maria, prima cattedrale costruita a Canosa, risalente alla metà del IV-V secolo d.C.. I resti erano situati a tre metri di profondità rispetto al piano attuale di calpestìo. Le indagini, nell'area archeologica, sono iniziate nel 2006 e sono state interrotte per mancanza di fondi, almeno fino a due mesi fa. Tuttavia gli archeologi sono riusciti a a riportare alla luce la chiesa di Santa Maria, sottoposta, nel corso del VI secolo ad una completa ripavimentazione delle navate e, forse, ad un rifacimento delle decorazioni pittoriche delle pareti. Tale ristrutturazione fu fortemente voluta dal vescovo Sabino, che, accanto alla cattedrale, fece costruire il monumentale battistero del VI secolo, preceduto da un ampio atrio che sostituì la precedente struttura battesimale tuttora ignota, articolato in due ali porticate orante da pavimentazioni musive policrome e in un cortile centrale con piano rivestito da tasselli lapidei e in cotto. La pavimentazione della basilica di Santa Maria rimanda ai tassellati ravennati ed all'area greco-orientale. L'edificio di culto cominciò ad ospitare anche delle sepolture che, con il tempo, portarono allo spoglio progressivo degli ornamenti lapidei della chiesa. La progressiva perdita di funzione dell'edificio ecclesiale fu chiaramente visibile nell'alto Medioevo, così come appare dalle testimonianze sepolcrali e da alcuni resti riferibili ad un impianto artigianale, nella zona sud occidentale dell'atrio. Dopo diversi secoli, l'area tornò ad essere occupata nel XIX secolo, quando all'intero del battistero paleocristiano fu installato un frantoio e lo spazio antistante subì notevoli rimaneggiamenti per la realizzazione di opere connesse all'impianto stesso.
Nel corso dell’Altomedioevo, un piccolo edificio ecclesiale, a tre navate, venne ad installarsi nello spazio corrispondente al cortile scoperto dell’atrio, riutilizzandone parzialmente le strutture e il pavimento. Davanti all’abside fu realizzata una fossa d'altare cruciforme.
Per il momento le indagini archeologiche hanno riguardato solo una piccola parte della chiesa, precisamente il nartece, corridoio-porticato della basilica, parte della navata centrale e di quella meridionale. La zona absidale ed il presbiterio sono tuttora sepolte.
Prima della costruzione della basilica, insisteva, sul sito di Santa Maria una domus romana di I-II secolo d.C.

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